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Amnesty International: 2014 catastrofico, l’Onu non ha tutelato le vittime delle guerre e i diritti umani.

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2015 14:23
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25/02/2015 14:23





Ma questi sono i casi di conflitti come quello siriano e iracheno, o dell’operazione militare israeliana contro la Striscia di Gaza della scorsa estate, dove gli interessi politici e geopolitici prevalgono su quelli delle comunità vittime delle atrocità commesse da governi e gruppi armati. È sufficiente agitare la minaccia del veto in Consiglio di Sicurezza per ammorbidire risoluzioni sgradite ai governi che detengono il potere di veto o ai loro alleati, o persino per impedire ogni azione. Amnesty ricorda che il Consiglio di Sicurezza non è intervenuto in Siria, Iraq, Gaza, Israele, Ucraina neanche quando sono stati commessi crimini orrendi.

In 18 dei 160 Paesi monitorati dalla Ong sono stati commessi crimini di guerra o altre violazioni delle leggi di guerra. Almeno in 35 Paesi gli abusi sono stati commessi da gruppi armati e l’Isis ha dato un grosso contributo in termini di atrocità nei confronti di innocenti a questa terribile classifica, in cui però entrano anche i miliziani di Boko Haram in Nigeria e al Shabaab in Somalia.

Il 2014 ha visto milioni di persone patire le conseguenze di conflitti e ha segnato il record di sfollati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: 50 milioni di individui in fuga dalle violenze. E la situazione della Siria è la peggiore, con oltre quattro milioni di siriani che hanno abbandonato le proprie case e spesso anche il proprio Paese per rifugiarsi in Stati limitrofi, nel 95 per cento dei casi, o raggiungere l’Europa che però ha mostrato poca generosità e scarso spirito di accoglienza.La priorità dei Paesi europei, ha detto Amnesty, è stata di tenere lontani i rifugiati invece che di salvaguardarne la vita. Il Mediterraneo è diventato una gigantesca tomba per centinaia di migranti: nel 2014 nelle sue acque hanno perso la vita oltre 3.400 persone.

Il 2014 è stato anche l’anno di un fiorente commercio di armi, in particolare in Iraq, Israele, Siria e Sud Sudan. Amnesty, in occasione della presentazione del rapporto, ha esortato tutti gli Stati a sottoscrivere il Trattato sul commercio di armi in vigore dall’ anno scorso. All' appello mancano Paesi come Israele, Stati Uniti, Cina, India, Russia.


nena-news.it/.../amnesty-2014-catastrofico-lonu-non-ha-tutelato-le-vittime-delle-guerre

I governi a parole sostengono l’importanza di proteggere i civili ma i politici di tutto il mondo hanno miseramente fallito nel compito di tutelare coloro che più avevano più bisogno d’aiuto. Amnesty International ritiene che tutto ciò può e deve finalmente cambiare.

Il diritto internazionale umanitario, ovvero la legislazione che regolamenta la condotta nelle operazioni belliche, non potrebbe essere più chiaro. Gli attacchi non devono mai essere diretti contro i civili. Il principio di distinzione tra civili e combattenti è una salvaguardia fondamentale per le persone travolte dagli orrori della guerra.

E tuttavia, più e più volte, nei conflitti sono stati proprio i civili a essere maggiormente colpiti. Nell’ anno della ricorrenza del 20° anniversario del genocidio ruandese, i politici hanno ripetutamente calpestato le regole che proteggono i civili o hanno abbassato lo sguardo di fronte alle fatali violazioni di queste regole da parte di altri.

rapportoannuale.amnesty.it/.../introduzione
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