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Da "Interrogatorio a Maria" di Giovanni Testori

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2015 18:47
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29/03/2015 18:47




 


CORO

 

Non piangere,
non soffrire
straziata, dolcissima Maria…

MARIA

 

Muore ogni vita
che prima che nasca voi spegnete,
muore in ogni vita cui nata
di vivere voi non permettete.
La fame, la miseria, l’arsura della sete, la non casa,
il mai avuto,
l’ingiustizia del sapere cieco,
disumano
questa è la Sua spada,
questo è il Suo veleno.

Muore ogni volta che i figli vostri
e Suoi
strappate dall’ordine Suo ardito,
dal Suo seno.

 

Muore nei giovani traditi,
nei giovani accecati,
nei dannati all’eccidio, alla demenza
per vostra improvvidenza
o per guadagno di forza e di potere.

 

Muore nell’umano non essere,
muore nell’avere
affinché uno s’erige sopra gli altri
e possa e abbia e sia.

 

Nel dolore d’una sola, giusta,
difficile, santissima uguaglianza
vuole che tutti siano
d’amore consistenza,
del sapere di Lui umile carità e sapienza;
vuole che tutti amaro
possano in terra, qui,
e glorificarlo;
avere la vita avendo Lui,
non da altri fratelli essere avuti,
scherniti, usati, posseduti.

 

Muore nel togliere che si fa
La nostra vita dal Suo viso
e dalla legge Sua,
dal Suo centro e cuore
ed intelletto e santo riso.

 

Muore nell’edificare che compiono i figli Suoi
contro di Lui e contro loro
Questa nuova, terribile Babele.
Questo è la spugna d’oggi,
d’oggi questo è dentro le labbra,
screpolate,
invece dell’acqua che domanda, il fiele.

 

Questa la corona oggi delle spine;
questo è il flagello senza fine:
opporsi all’essere qui,
nello spazio santissimo di storia
i figli Suoi,
i Suoi soldati disarmati,
i compagni di vita,
di bontà, di grazia
e di giustizia soltanto innamorati.

 

Quando lo vidi qui disteso
Ai piedi della croce
- giovane era,
giovane come te –
tutto io strinsi
tutto lo chiusi qui,
dentro di me.

Figli, fratelli e voi, sorelle,
guardate:
giace ancora qui:
è piccolo ed immenso;
è carne ed ostia;
è miseria, fiato;
statua è, essenza, gloria;
è presente, passato.

 

Invade queste assi
Col Suo cadavere lucido e straziato,
occupa l’altare,
scende dentro la piazza,
per le strade si perde e si ritrova,
entra nelle case,

nelle capanne chiuse del lavoro,
dorme con voi, con voi s’alza,
soffre, fatica, suda, pensa,
ansima, respira.

 

Vi guarda;
è i vostri stessi occhi;
i vostri stessi gesti è,
se voi appena…

 




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