Sono santi gli ulivi e sante le viti,
sante le reti quando gareggiano alla pari
con i "pisci di lu mari".
Sante le pietre bianche
le mani delle madri,
quando si fanno nido.
Sante le guance,
santa la tua bocca
che mastica la menta.
Santa è la sabbia che nasconde l'acqua
che lenta aspetta primavera,
per far posto allo stupore.
Santo è il momento dopo l'amore
e la paura lascia sperare,
a piene mani senza sudore,
ma la paura lascia sognare
senza speranza, si spera ancora,
si spera ancora.
Santo è il ricordo quando
non sa tornare,
perché qui non si muore soltanto una volta,
una volta soltanto.
Santi i rovi di more
cresciuti ai lati delle strade,
che tengono i frutti migliori, dove nessuno può arrivare,
nessuno può arrivare.
Santo è il riposo che toglie ogni male
e il bisogno di pane,
che toglie la fame,
per far posto allo stupore,
santo è il silenzio dopo il dolore.
E la paura, lascia sperare,
a piene mani senza sudore.
Ma la paura lascia sognare,
senza speranza, si spera ancora,
si spera ancora,
si spera ancora.
Sulle labbra avrò parole nuove,
e nei tuoi occhi la mia pace
e tutto il mare del mondo
da bere.