La Francia li ha bloccati al confine di Ventimiglia, costringendoli a rifugiarsi sugli scogli. L’Inghilterra ha minacciato di farli cacciare dai cani, come se fossero volpi. «È un problema vostro», hanno replicato qualche mese fa i loro governanti all’appello dell’Italia, invasa ormai quotidianamente da migliaia di migranti e richiedenti asilo. Una richiesta all’Europa rimasta inascoltata e che i «cugini» d’Oltralpe e la «perfida Albione» hanno rispedito con sdegno al mittente. Ma ora che li hanno alle porte sono loro a chiedere aiuto. La soluzione del problema dei disperati che in questi giorni a Calais cercano di entrare in Gran Bretagna è una «priorità assoluta» di Francia e Regno Unito, che sollecitano la collaborazione degli altri Paesi Ue: «I nostri due governi sono determinati ad arrivare a una soluzione e ad arrivarci insieme», hanno scritto i ministri degli Interni Bernard Cazeneuve e Theresa May in una dichiarazione congiunta. «La situazione non può essere considerata solo come un problema per i nostri due Paesi. È una priorità sia europea che internazionale», hanno aggiunto in un commento pubblicato sul Daily Telegraph, precisando che è in corso «una crisi migratoria globale».
E meno male che se ne sono accorti! Ma se i due ministri, constatata l’emergenza, hanno perso la spocchia, non hanno perso il vizio. E puntano l’indice ancora una volta contro il Belpaese. «Molti dei migranti che a Calais cercano di attraversare la Manica sono arrivati lì dall'Italia, dalla Grecia e da altri paesi. Questo è il motivo per cui spingiamo altri paesi membri e l'intera Ue ad affrontare il problema alla radice», precisano, indicando che più che la solidarietà degli altri paesi europei chiedono il contributo per un problema di cui sarebbero responsabili. La soluzione a lungo termine è a loro dire far capire ai migranti «che le nostre strade non sono ricoperte d'oro» (sic!). L'unica risposta definitiva alle pressioni migratorie «è la riduzione del numero di persone che lasciano l'Africa per arrivare in Europa per ragioni economiche», concludono.
L’Unione ha risposto alla lettera franco-inglese assicurando la sua collaborazione. «La Commissione - ha detto la portavoce Mina Andreeva - è pronta ad assistere le autorità francesi ad affrontare il problema dei numerosi richiedenti asilo presenti nella regione. Può fornire assistenza tecnica attraverso le agenzie Ue ed i finanziamenti di emergenza». Per la portavoce, quanto sta succedendo a Calais «è un altro forte esempio della necessità di un più alto livello di solidarietà e responsabilità nel modo in cui affrontiamo le pressioni migratorie in Europa». Dopo aver ricordato che a maggio la Commissione ha adottato una nuova strategia per una migliore gestione dei flussi migratori, che comprende «l'immediata necessità di salvare vite, l'impegno per affrontare le cause» della migrazione «con i Paesi partner» e la lotta ai trafficanti, Andreeva ha chiesto che «tutti i Paesi membri prendano misure contro gli scafisti e l'immigrazione irregolare». Ma non ha risparmiato una bacchettata ai due neo-appellanti europei: «Allo stesso tempo - ha concluso - devono dimostrare solidarietà e assumersi la loro parte di responsabilità. La Commissione si aspetta che tutti i Paesi membri partecipino allo schema di redistribuzione dei migranti.
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