DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA di GIACOMO LEOPARDI

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lazzaro2004
00giovedì 25 febbraio 2016 22:27

DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA di GIACOMO LEOPARDI



Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del embiante
,
perir dalla terra, 

venir meno Ad ogni usataamante compagnia.

Eppure tu, solitaria (solinga), eterna viandante del cielo (peregrina), che sei così pensierosa [la luna appare al pastore come una creatura umana assorta nei suoi pensieri], tu forse [l’elemento dubitativo sottolinea il relativismo di ogni intuizione del pastore] capisci che cosa sia questa vita terrena, le nostre sofferenze, i sospiri, che cosa sia questo morire, questo estremo impallidimento (supremo scolorare) del viso (del sembiante: Leopardi allude al biancore della morte), questo scomparire (perir) della terra, e abbandonare (venir meno) le persone amate che ci hanno fatto a lungo compagnia (ad ogni usata, amante compagnia).

www.parafrasando.it/…/Canto_notturno_…

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