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Card Parolin: serve un Ufficio per la mediazione pontificia

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2015 20:49
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11/03/2015 20:49




 

Costruire il bene universale della pace chiede alla Santa Sede di essere non solo una “voce critica” di ciò che non va, ma un attore che promuova concretamente la “fraternità” e la “convivenza” tra i popoli attraverso le regole del diritto internazionale. È una delle considerazioni centrali del discorso che il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha tenuto all’Università Gregoriana. Occasione, l’annuale Giornata di studi multidisciplinari dedicata per il 2015 al tema della pace, intesa come “responsabilità umana” e insieme “impegno cristiano”

Anima e ragione, missione e diritto. Si muove sempre su due binari paralleli l’azione diplomatica della Santa Sede. Un principio seguito lungo la storia e nella cronaca dei nostri giorni, sulla cui riva si abbatte l’onda di una “violenza fratricida”, estrema ed estremistica, che “prova disastri umanitari di vaste proporzioni”. A raccontare il funzionamento della diplomazia vaticana, nell’ottica della costruzione della pace, è il suo massimo responsabile, il cardinale Pietro Parolin, che sull’argomento ha tenuto una “lectio magistralis” alla Gregoriana.

Santa Sede e diritto internazionale:Il segretario di Stato ha anzitutto voluto ribadire come il Diritto canonico, che regola tra l’altro la funzione degli “ambasciatori del Papa” nel mondo, non sia mai stato un corpo di norme destinato a ordinare il solo culto religioso, “tentazione”, questa, ha rilevato, che ritorna “in tanti ambienti, anche internazionali”. Al contrario, tale Diritto ha sempre voluto conciliare le “ragioni ecclesiali” della diplomazia vaticana con il “pieno inserimento” di quest’ultima “nelle regole che governano i rapporti internazionali”.Ecco perché, ha proseguito il cardinale Parolin, la voce del Papa e della Santa Sede ha sempre avuto un chiaro peso specifico in tutti i consessi dove si misurano i rapporti tra le nazioni, in particolare sul tema dei temi, la pace. In merito, la Santa Sede – ha ricordato il segretario di Stato – “opera sullo scenario internazionale non per garantire una generica sicurezza – resa più che mai difficile in questo periodo dalla perdurante instabilità – ma per sostenere un’idea di pace frutto di giusti rapporti, di rispetto delle norme internazionali, di tutela dei diritti umani fondamentali ad iniziare da quelli degli ultimi, i più vulnerabili”.

it.radiovaticana.va/…/1128661


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