TUTTI I PAPI DEL PRIMO MEDIOEVO DA SABINIANO (604) A GREGORIO VI (1046)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3
Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 19:55

    Il periodo successivo a Gregorio Magno potrebbe essere considerato come l’epoca della «cattività bizantina» del papato, che fu a lungo in balia della politica religiosa di Bisanzio. Gli immediati successori di Gregorio si rivelarono semplicemente carenti di saggezza, lungimiranza e senso pratico; furono incapaci di proseguire sulla via imboccata da Gregorio. Entra comunque in gioco anche la durata estremamente breve e i singoli pontificati. Nei primi vent’anni infatti ci furono ben cinque pontefici, e fra i singoli pontficati si inserzrono lunghi periodi di sede vacante determinati dai ritardi dovuti alla necessità di richiedere la conferma imperiale a Costantinopoli. Fintanto che fece parte dell’Impero Romano d’Oriente, il papato non ebbe alcuna possibilità di evolversi; lo dimostra la triste storia del VII e dell’VIII secolo. Per recuperare la proprza libertà decisionale e operativa doveva liberarsi dalla secolare dipendenza dall’Oriente. Benché fra il 678 e il 752 fossero ben undici i papi di origine siciliana, greca e sira, nell’Vili secolo si proftlarono sempre più netti un allontanamento dall’Oriente e un interesse per l’Occidente, che sfociarono poi nell’alleanza con i Franchi. Fu questo l’inizio di un capitolo completamente nuovo non soltanto per la storia del papato ma anche per l’Europa intera.

     L’imperatore Carlo Magno, con in cuore l’ideale della Civitas Dei, formulato da sant’Agostino, e mosso da un senso di profonda responsabilità per il regno di Dio in terra, intervenne con la foga di un redivivo Costantino nelle questioni interne della chiesa facendo pressoché scomparire i confinifra chiesa e stato, fra religione e politica. Nel suo testamento annoverò Roma semplicemente come uno dei suoi numerosi arcivescovadi. Dopo la morte di questo sovrano straordinario il papato riuscì a riconfermare il proprio prestigio politico-religioso, ma quando crollò la posizione universale dell’impero, anche il papato si trovò pnvo della protezione tanto necessaria per resistere alla bramosia di potere della varie casate gentilizie d’Italia e di Roma. Abbandonato a se stesso, nei primi decenni del X secolo si trovò sempre più in balia difamiglie romane dedite soprattutto alla macchinazione di intrighi politici. Per la nobiltà di Roma il controllo del papato era una garanzia di dominio sulla città, sulle sue entrate e sulle sue finanze. Se il papato è sopravvissuto al cosiddetto «secolo oscuro», il merito va attribuito alla indomita e ardente venerazione che i popoli nordici hanno dimostrato per la Roma di san Pietro e alla distinzione molto importante fra la persona del pontefice e l’autorità papale. Tutto sommato si potrebbe affermare che gli imperatori romani di nazionalità germanica hanno salvato l’istituzione del papato dagli stessi pontefici.


Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 19:58
 Inviato: 12/10/2005 12.52

    Dopo una sede vacante di circa sei mesi, venne eletto papa Sabiniano, nativo di Volterra. Durante il suo breve pontificato, questo papa si mostrò poco caritatevole verso il popolo angustiato da una disastrosa carestia.                            

    Contrariamente a quanto avevano fatto i suoi predecessori, mise in vendita il grano dei possedimenti della Chiesa, che prima di lui era stato distribuito gratuitamente. Invidioso della gloria del suo predecessore, cercò d'infamarne la memoria, giungendo perfino a farne bruciare con ignominia alcune opere.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:00

    (*) Dopo una sede vacante di più d'un anno Bonifacio III fu eletto nel 607 e regnò soltanto otto mesi circa. Ottenne dall'imperatore Foca che fosse riconosciuta la supremazia di Roma su tutta la Chiesa e non fosse ammesso che il patriarca di Costantinopoli assumesse il titolo di vescovo ecumenico. Gli successe Bonifacio IV.

    (**) Era romano, figlio di Giovanni Catadiocus. Non aveva ricevuto che gli ordini minori essendo solamente diacono, e da Gregorio Magno era stato inviato in qualità di nunzio a Costantinopoli presso l’imperatore Foca.
Salì sul trono pontificio nel 607.
    Al concilio che egli subito convocò ed al quale intervennero 72 vescovi, decise che non si dovesse procedere a nessuna
elezione di Papa o di Vescovo prima che fossero passati tre giorni dalla morte del predecessore, e che questi tre giorni fossero dedicati ai funerali.
    Questo decreto subì cambiamenti nel I 274, quando Gregorio V ordinò che i cardinali della Curia dovessero aspettare 10 giorni i loro colleghi assenti prima di entrare in conclave. E nel 1922 il presente illuminato Pontefice Pio XI ha esteso tale provvedimento a non meno di 15 giorni e non più di 18 giorni, (A. A. S. XIV, 145) affinchè possano arrivare a Roma i cardinali americani, i quali non erano giunti in tempo per prendere parte ai tre ultimi conciavi, quello di Pio X. di Benedetto XV, e dello stesso Pio XI.

    Bonifacio nel 607 ottenne dall’imperatore Foca un decreto che toglieva ai vescovi il presuntuoso titolo di ecumenico, ed ai vescovi di Costantinopoli dava solamente quello di patriarca. Ciò però fu solo per poco tempo, perchè presto riuscirono a riprendere il primo titolo. Ma cosa assai più importante fu che Foca riconobbe pubblicamente e solennemente il Pontefice Romano quale Capo di tutte le Chiese: ut sedis apostolica beati Petri Apostoli caput esset omnium ecclesiarum.
Bonifacio governò la Chiesa solamente 8 mesi e 22 giorni, dimostrandosi di animo retto e geloso custode della giustizia.
    Negli Annali del Baronio trovansi dei Decreti di questo Papa ed alcuni gli attribuiscono delle lettere dirette a S. Gregorio, che non sono però pervenute sino a noi.
    Morì nel medesimo anno della sua elezione e venne sepolto in S. Pietro col seguente epitaffio:


POSTQUAM, MORS, CHRISTI PRO NOBIS MORTE PERISTI,
    IN DOMINI FAMULOS NIL TIBI IURIS ERIT.
PONE TRUCEM RABIEM, NON EST SAEVIRE POTESTAS,
    AUT QUID VICTA FURIS, NIL NOCITURA PIIS.
    HOC SIQUIDEM MELIUS DEMISSO VIVITUR ORBE,
    CUM TAMEN UT VIVAT HIC SIBI QUISQUE FACIT.
HOC SITA SUNT PAPAE BONIFACII MEMBRA SEPULCRO
    PONTIFICALE SACRUM QUI BENE GESSIT OPUS.
IUSTITIAE CUSTOS, RECTUS, PATIENSQUE, BENIGNUS.
    CULTUS IN ELOQUIIS ET PIETATE PLACENS.
FLETE ERGO MECUM PASTORIS FUNERE CUNCTI,
    QUOS TAEDET CITIUS HIS CARUISSE BONIS.
 


Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:01

    Vi fu ancora una sede vacante, di circa nove mesi, e poi un altro Bonifacio, figlio di un medico Giovanni, fu eletto papa e assunse il nome di Bonifacio IV. Nulla di notevole durante questo pontificato. La storia ecclesiastica ricorda soltanto che Bonifacio IV ottenne dall'imperatore Foca il Pantheon di Agrippa e lo consacrò alla Vergine e a tutti i martiri, col titolo di Sancta Maria ad Martyres.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:06

    (*) Adeodato, figlio del diacono Stefano, romano, fu eletto pontefice il 13 novembre del 615. Le storie dei papi non narrano di lui atto alcuno, politico od ecclesiastico, a cui si possa attribuire un'importanza qualsiasi. Le Vite dei Santi, invece, lo lodano per le sue grandi virtù e soprattutto per la sua carità, che gli valse appunto, a quanto pare, la canonizzazione.

    Cessò di vivere il 3 dicembre 619.

    (**) Era romano, ex patre Stephano subdiacono, dice il «Liber Pontificalis », e venne eletto Papa il 19 Ottobre 615, succedendo a Bonifacio IV.

    Il Baronio vuole che anche Adeodato fosse suddiacono e che fosse il primo che da quel grado venisse elevato al Pontificato.

    Invece l’Abate Cenni, nel suo Concilium Lateranense Stephani III, contrariamente a quanto dice Liberato Diacono ri- spetto al Papa Silverio (an. 536), sostiene che ai tempi di Adeodato i suddiaconi erano ancora esclusi dal Pontificato. Il nuovo Papa si segnalò per le sue virtù, per l’amore del prossimo, per la sua erudizione, e, come dice il suo epitaffio, per la sapiente sua semplicità. In causa dell’aumento del numero dei fedeli, prescrisse che venissero celebrate quotidianamente due messe in ogni chiesa, essendo usanza, dopo il decreto di Alessandro I, di celebrarne una sola.

    Incoraggiò e sostenne il clero che era impoverito non solo dai disordini politici di quel tempo, ma anche dal terremoto e dalla lebbra che affliggevano Roma, e la tradizione vuole che durante l’infierire di tale malanno, Adeodato con un sol bacio ridonasse ad un infermo la perduta salute. Da Paolo Diacono apprendiamo che al tempo di questo Pontefice molte chiese furono restaurate, e molti beni furono donati ai Luoghi Santi dal re longobardo Adaloardo e dalla santa sua madre la regina Teodolinda.

    Pare che Adeodato sia stato il primo Papa a sigillare le Bolle con il piombo, tale è l’opinione degli autori più moderni, mentre il Moroni nel suo «Dizionario Ecclesiastico», attribuisce questa usanza ad Adriano I. Fu durante il pontificato di Adeodato che morì in Bobbio l’Abate di quel monastero il grande San Colombano.

    Fu sepolto in S. Pietro. Suo epitaffio:

CUR TITULATA DIU TORPUERUNT IURA SEPULCHRI

    ET POPULI NULLUS PERSTREPUIT GEMITUS?

SEGNITIES NON CUILPA FUIT, QUINCUMQUE REQUIRIS;

    NAM DOLOR INCLAUSUS PLUS LACERARE SOLET.

PANDE, DOLOR, GEMITUM MERITLSQUE QUIESCE BEATIS

    UT LIBEAT SUMMI GESTA REFERRE PATRIS

HIC VIR AD EXORTUM PETRI EST NUTRITUS OVILI

    SED MERUIT SANCTI PASTOR ADESSE GREGIS.

PURA FIDES HOMINIS, VOTIS FUNDATA BENIGNIS,

    EXCUVIANS CHRISTI CANTIBUS HYMNISONIS;

SIMPLICITAS SAPIENS. VIVAX SOLLERTIA, SIMPLEX

    SERPENTINA FUIT SIMPLICITATE VIGENS

CUMQUE QUATER DENOS COMPLERET PRESBITER ANNOS

    SERA SENECTUTIS MENS TAMEN ALMA FUIT.

CULMEN APOSTOLICUM COL UIT TRES FERME PER ANNOS

    PERFECTUM NUMERUM TERQUE QUATERQUE GERENS.

HOC TIBI PRO MERITIS SUCCESSOR HONORIUS AMPLIS

    MARMORE CONSTRUXIT MUNUS EPYTAPHII.


Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:10

    Eletto alla morte di S. Adeodato (619), Bonifacio V si occupò di convertire al cristianesimo i principi e le popolazioni dell'Europa settentrionale. Fra le conversioni da lui ottenute viene citata quella di Eboino, re di Northumberland e di sua moglie Edelburga.

    Morì il 22 ottobre 625

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:12
 Inviato: 12/10/2005 12.54

    Nato nella Campania, figlio del console Petronio, rimase celebre nella storia ecclesiastica per aver sostenuto che in Gesù Cristo non vi era stata una sola volontà, e per essere stato, in conseguenza di ciò, anatemizzato dal terzo concilio di Costantinopoli (681), come eretico. Il papa S. Leone II approvò gli anatemi, rinnovò la condanna di Onorio, qualificandolo traditore della dottrina di S. Pietro e degli apostoli. Quegli stessi anatemi furono rinnovati anche più tardi, nel settimo concilio generale, che fu il secondo di Nicea (anno 787).

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:14
 Inviato: 12/10/2005 12.55

    Fu eletto dopo un interregno di quasi due anni, perchè l'imperatore Eraclio ricusò di ratificare la sua elezione finchè egli non avesse approvata l'Ectesi. I legali spediti a Costantinopoli promisero simultaneamente questa approvazione, ma Severino, appena salito al seggio di S. Pietro, condannò quell'eretico editto dei Monoteliti. Adirato per questo fatto, Eraclio, col concorso di Isacco, esarca di Ravenna, e di Maurizio, governatore di Roma, fece saccheggiare i tesori della Chiesa, confinando in lontani paesi i sacerdoti che si opposero a tali depredazioni. Severino, malmenato ed afflitto, cessò di vivere dopo appena due mesi di pontificato.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:15

    Successore di Severino fu il dalmata Giovanni IV, che combattè l'eresia dei Monoteliti, sostenuti dall'imperatore Eraclio. A tale intento riunì in Roma un concilio che condannò quella eresia. Condannò inoltre la memoria del suo predecessore Onorio I, il quale in due lettere a Sergio, patriarca di Costantinopoli, aveva ammessa la dottrina che attribuiva a Cristo due volontà, come uomo e come Dio.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:17

    Nato a Gerusalemme verso il 580, successe a Giovanni IV sul trono pontificio nel dicembre dell'anno 642. Condannò diversi eretici monoteliti, e fra questi Pirrus, patriarca di Costantinopoli, firmandone la condanna, dicesi, col vino della messa. Questo fu il solo fatto notevole del suo pontificato di circa sette anni.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:18

    Nacque a Todi verso il 590. Fu eletto e consacrato a Roma nel 649. Era stato apocrisiario, cioè nunzio del papa a Costantinopoli. Dopo la sua elezione riunì il primo concilio di Laterano, che condannò l'eresia dei Monoteliti e definì la distinzione delle volontà umana e divina nella persona di Gesù Cristo. L'imperatore Costante II, protettore dichiarato del monotelismo, fece arrestare Martino I nella basilica Laterana e lo fece trascinare a Costantinopoli (653), poi nel Chersoneso. Ivi appunto morì, per i maltrattamenti, il papa prigioniero, nel 655. La sua salma fu poi portata a Costantinopoli, indi a Roma, dove fu sepolta nella chiesa che prese il nome di S. Martino dei Monti. Rimasero di lui alcune lettere.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:20

    Romano, venne eletto l'8 settembre 654, mentre era ancora vivo Martino I, esiliato e prigioniero. Questo approvò l'elezione del nuovo pontefice, il quale però fu considerato soltanto come vicario fino alla morte di lui (655). Continuò Eugenio l'azione del suo predecessore nell'opporsi alle pretese della Chiesa greca e del patriarca di Costantinopoli; ma morì, dopo un pontificato assai breve, alla fine dell'anno 656

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:21

    Nativo di Segni, successe ad Eugenio I, dopo una breve sede vacante, e anzitutto cercò di cattivarsi l'imperatore di Costantinopoli Costante II, venuto a visitare Roma, ma non vi riuscì, poichè l'imperatore finì col saccheggiare la città. Consultato da Egberto re del Kent e da Oswi, re del Northumberland, su alcuni punti della liturgia e sul giorno di celebrazione della Pasqua, Vitaliano ne approfittò per affermare l'influenza della Chiesa romana in Inghilterra e per fare adottare dagli anglosassoni la liturgia latina. Durante questo pontificato, la Chiesa di Ravenna insorse contro la Santa Sede e manifestò l'intenzione di subordinare la Chiesa latina a quella di Costantinopoli. Il papa Vitaliano oppose resistenza, ma morì prima che la questione fosse risolta. Viene attribuita a questo pontefice l'introduzione degli organi nelle chiese.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:23

    (*) Romano, figlio di Gioviniano e monaco benedettino nella badia di Sant'Erasmo venne eletto pontefice il 22 aprile 672. I Veneziani ottennero da lui il diritto perpetuo di eleggersi il doge. Morì il 26 giugno 676, dopo un pontificato tranquillo, e fu sepolto nella basilica Vaticana.

    (**) Era romano, figlio di Gioviniano. Monaco benedettino nel monastero di S.Erasmo, veniva chiamato alla suprema dignità, succedendo a San Vitaliano l'11 aprile 672. Pose ogni sua cura nel perfezionare la disciplina monastica e nel reprimere l’eresia monotelita, (sulla unità della volontà in Gesù Cristo). Varie calamità successero durante il suo pontificato, per opera dei Saraceni che avevano depredato la Sicilia, ed il Platina dice che la Cometa, ch’ era per tre mesi continui apparsa, e le gran pioggie con terribili tuoni, quanto mai prima, tutte queste calamità e flagelli della povera Italia, predette havevano.

    Adeodato restaurò la chiesa di S. Pietro nel Campus Meruli, nome dato nel Medio Evo ad una grande estensione di terreno posta fra la nona e l’undecima pietra miliare della Via Portuensis. Ampliò e arricchì il già menzionato monastero di S.Erasmo, che il Gregorovius crede fondato da S.Benedetto nella casa di Placido. Era Adeodato di carattere affabile, largo e caritatevole coi poveri ed i bisognosi. - Nelle mene politiche che durante il suo pontificato agitarono l’Italia e la Gallia, egli non prese parte notevole, e non lasciò traccie della sua attività letteraria o teologica. Di lui non si conservano che due documenti, uno riguardante l’Abbazia di Cantorbery, l’altro, il Monastero di San Martino di Tours.

    Fu il primo Papa che datò le sue lettere con gli anni del suo pontificato, usando terminare la sua corrispondenza con il saluto Bene valete. Il De Maslatrie vuole che avendo egli adoperato una volta la formula: «Salutem a Deo et benedictionem nostram», questa si cambiò più tardi in «Salutem et Apostolicam benedictionem». Morì il 16 Giugno 676, dopo aver governato la Chiesa 4 anni, 2 mesi e 5 giorni. Venne sepolto in S. Pietro. Alcuni autori lo annoverano fra i Santi, ma il suo culto non fu universale

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:24

    Cittadino romano, successe ad Adeodato II, nel 676. Ottenne dall'imperatore Costantino III la revoca dell'editto del suo predecessore Costanzo, che aveva dichiarato indipendente da Roma l'arcivescovo di Ravenna. Questa revoca pose fine allo scisma che era cominciato al tempo di papa Eugenio. Dono I, si occupò inoltre della disciplina del clero, e fece ornare ed abbellire l'atrio della basilica Vaticana, ed eseguire restauri in quella di Ostia, che consacrò nuovamente.            

    Morì nel 678.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:26

    Nativo di Palermo, Agatone fu eletto e consacrato nel 678. D'accordo con l'imperatore Costantino Pogonato, fece condannare i Monoteliti dal settimo concilio generale, terzo di Costantinopoli (680-681) e scagliò l'anatema contro quegli eretici, fra i quali veniva annoverato anche il papa Onorio I, morto circa quarant'anni prima. Papa Agatone riuscì inoltre a liberare il papato dal tributo che doveva pagare all'imperatore di Costantinopoli. Cessò di vivere il 10 gennaio 682

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:28

    Alla morte di S. Agatone, nel 682, fu eletto papa Leone II, siciliano di nascita. Questo pontefice confermò gli atti del terzo concilio ecumenico di Costantinopoli, tenuto nel 680, e mandò all'imperatore Costantino III una lettera dogmatica diretta contro i Monoteliti. Richiestone dall'imperatore, mandò a Costantinopoli un suo rappresentante munito di speciali poteri. Tali poteri si riducevano a udire le proposte, comunicarle al papa e aspettare la sua risposta per votare definitivamente nel consiglio. In tal modo, Leone cercò di preservare la supremazia papale contro i continui sforzi che facevano i patriarchi di Costantinopoli per liberarsi dalla dipendenza da Roma. Durante il suo brevissimo pontificato, questo papa fece iniziare in Roma i lavori di una chiesa in onore di S. Paolo, e vi fece deporre i corpi dei martiri Simplicio e Faustino. Inoltre, istituì il bacio di pace nella messa e l'aspersione dell'acqua benedetta sul popolo. Morì nel 683.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:29

    Questo papa venne consacrato dopo una sede vacante di quasi un anno. Il suo pontificato quantunque brevissimo, poiché durò poco più di dieci mesi, è notevole specialmente per l'ascendente che il papato prese allora sull'impero, avendo Costantino Pogonato deciso che all'elezione del pontefice non dovesse più essere necessaria la conferma imperiale. Quell'imperatore pose inoltre i suoi due figli sotto la protezione del pontefice.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:39

    (*) Questo papa rimise sotto la giurisdizione della Santa Sede i vescovi di Sardegna, le ordinazioni dei quali erano state accordate per un certo spazio di tempo all’arcivescovo di Cagliari. Il suo pontificato durò soltanto un anno. Gli si attribuì un trattato in latino Sulla dignità del pallio.

    (**) Era siro, di Antiochia, figlio di Ciriaco, e per unanime consenso venne eletto Papa nella chiesa del Salvatore, detta Costantiniana, presso il Laterano il 23 luglio 685. La sua consacrazione venne fatta da tre vescovi, quello di Ostia, quello di Porto, e quello di Velletri, ed alcuni scrittori vogliono che sia il primo Papa che fu consacrato senza aspettare il consenso dell’imperatore. Era stato nunzio a Costantinopoli. e più precisamente legato del Papa Agatone nel VI Concilio Generale che ebbe luogo in quella città nel 680-681 e portò a Roma gli Atti di detto Concilio con l’editto dell’imperatore Co- stantino IV Pogonato riguardante la restituzione alla Santa Sede delle terre che essa possedeva in Sicilia ed in Calabria.

    Giovanni era di singolare bontà, fermezza, prudenza e dottrina e gli viene attribuita, senza però alcuna certezza, una opera sulla dignità del pallio: De Palii dignitate.

    Avanzato negli anni, di malferma salute, governò la Chiesa solamente 1 anno e 9 giorni, morendo il 1 agosto 686.

     Venne sepolto in S. Pietro e di lui si ha il seguente epitaffio:

JOHANNEM TUMULUS VATEM TEGIT; ASTRUAT ÆTAS

    OPTIMA COEPTA VIRI, SI FORET ET SPATIUM

HIC ET IN EXTREMIS SOLLERS FIDUSQUE MINISTER

    CLARUIT ET PRIMUS IURE LEVITA FUIT.

MISSUS AD IMPERIUM VICE PRÆSULIS EXTITIT AUCTOR;

    HUNC MEMORANT SYNODUS PONTIFICISQUE TOMUS.

CUM TITULIS FIDEI, VIGILANTIA QUANTA REGENDI,

    COMMISSAS ANIMAS NE LUPUS HOSTIS OVES

CARPERET AMMIXTUS, PREMERETVE POTENTIOR IMUM!

    IUSTITIAM CUNCTOS NISUS HABERE PAREM;

PROVIDUS, HUMANUS, FIRMUS VERUSQUE SACERDOS

    NIL TEMERE ATQUE NIMIS PONDERE CUNCTA GERENS

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:43

    Nativo di Palermo, fu eletto nel 687, alla morte di Conone. L'arcidiacono Pasquale, suo competitore, gli fece subire una lunga persecuzione da parte dell'esarca di Ravenna. Giovanni Platys, che l'obbligò a rimanere lontana dalla sua Chiesa per quasi sette anni. Rifiutò questo papa di approvare i canoni del concilio tenuto a Costantinopoli nel 692, relativi alla concessione del matrimonio ai preti. Irritato per questo, Giustiniano II, volle farlo condurre prigioniero a Costantinopoli, ma il popolo romano lo difese e scacciò l'inviato di quell'imperatore. Si hanno di Sergio I una lettera ed alcuni decreti. Morì l'8 settembre 701.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:47

    Greco di nascita, salì al pontificato nel 701. Riuscì a calmare una sedizione di soldati, in Roma, contro l'esarca di Ravenna Teofilatte, che vi giungeva dalla Sicilia e che sarebbe stato ucciso se il papa non l'avesse sottratto al furore degl'insorti. Poi, essendo Roma minacciata da Gisulfo, duca di Benevento, feudatario del re dei Longobardi, Giovanni VI seppe indurre quell'invasore a ritirarsi e a restituire i prigionieri, offrendogli in cambio ricchi doni tolti dai tesori delle chiese. Così consolidò nelle mani del successore la potestà papale sulla città salvata

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:48

    Ebbe fama di dotto e di eloquente. Invitato dall'imperatore Giustiniano ad esaminare gli atti del concilio trullano e a pronunciarsi su di essi, confermandone o rigettandone le conclusioni, rispose evasivamente, evitando che l'imperatore divenisse suo nemico.

    Durante il suo pontificato, Ariberto II, re dei Longobardi, donò alla Chiesa di Roma la sovranità sulla regione delle Alpi Cozie, da Torino a Ginevra e al confine francese. Questa sovranità fu soltanto nominale per Giovanni VII e i suoi successori immediati, ma più tardi i papi se ne valsero per giustificare certe rivendicazioni intese ad estendere sempre più il loro potere temporale

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:49

    Il papa Sisinnio fu consacrato dopo una sede vacante di tre mesi, e morì di morte improvvisa venti giorni dopo la sua elezione. Gli si attribuisce il progetto di completare e rialzare le mura di Roma, a difesa della sede pontificia, continuamente minacciata dall'esterno. Venne sepolto in S. Pietro.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:50

    Eletto dopo la morte di Sisinnio, questo papa fu chiamato a Costantinopoli da Giustiniano, per trattare dell'unione della Chiese greca e latina. Egli confermò gli atti del concilio del 692 approvandoli in tutto ciò che non era contrario alla fede, alla disciplina, alla morale e ai diritti della cattedra di S. Pietro. La disciplina della Chiesa greca rimase infatti fondata sulle decisioni di quel concilio. L'imperatore cercò d'ingraziarsi papa Costantino, in modo ch'egli fosse dalla sua parte contro i re Longobardi che tendevano ad impadronirsi di Roma

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:51

    Si occupò specialmente delle conversioni in Germania, dove mandò S. Bonifacio. Ristabilì il monastero di Monte Cassino e fece restaurare molte chiese di Roma. Combattè, in Oriente, l'eresia degli Iconoclasti. L'imperatore Leone Isauro che li favoriva fu due volte scomunicato dal pontefice, e per vendicarsene cercò di farlo assassinare, e poi armò contro di lui l'esarca di Ravenna e il duca di Napoli. Questo papa fu pure minacciato dai Longobardi, e si narra che quanto Luitprando si presentò col suo esercito alle porte di Roma, Gregorio, andatogli incontro, lo persuadesse con la sua eloquenza a deporre le armi.

    Di Gregorio II rimasero quindici Lettere di grande importanza storica.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:52

    Nativo della Siria, continuò a combattere gli Iconoclasti e gl'imperatori d'Oriente che li proteggevano. Condannò questi e quelli nel concilio del 723, e prese possesso dell'esarcato di Ravenna. Minacciato dai Longobardi come il suo predecessore, sollecitò il soccorso di Carlo Martello, al quale offrì di sottomettersi. Ma le trattative in questo senso rimasero senza risultato.

    Sotto Gregorio III continuarono i progressi del cattolicesimo in Germania, e si propagarono in Boemia e in Inghilterra. Questo papa morì nel 741, e gli successe S. Zaccaria

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:53

    Eletto alla morte di Gregorio III, riuscì a placare la collera di Luitprando, re dei Longobardi contro il quale si erano ribellati i duchi di Benevento e di Spoleto, e ottenne da lui, a titolo di donazioni al patrimonio di S. Pietro, le città di Narni, Osimo e Ancona. Nel 743 fece ratificare queste concessioni dal successore di quel re, inducendolo cone le sue predicazioni ad abdicare alla corona e a farsi monaco. Poco dopo, autorizzò Pipino, duca di Francia, figlio di Carlo Martello, ad assumere il titolo di re di Francia, e svincolò i Francesi dal loro giuramento di fedeltà a re Childerico III, che fu detronizzato e chiuso in un monastero. Attese a riformare la disciplina e a diffondere la fede in Inghilterra, e molto si occupò dell'evangelizzazione della Germania. Iniziò la famosa biblioteca Vaticana. Si recò a Soissons per consacrarvi Pipino e la moglie di lui, Bertrade. Tradusse in greco i Dialoghi di papa Gregorio I, il Grande.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:55

    Si hanno sotto questo nome due papi.

    Alla morte di S. Zaccaria, Stefano, prete romano, fu eletto papa e potè prendere immediatamente possesso della cattedra di S. Pietro, poichè non si attendeva il consenso di alcun sovrano. Ma tre giorni dopo l'elezione, morì improvvisamente.

    Venne subito eletto, con lo stesso nome, l'arcidiacono di Roma. Minacciato da Astolfo, re dei Longobardi, questo papa si rifugiò nella Gallia, dove incoronò Pipino il Breve re dei Franchi, al quale conferì il titolo di difensore della Chiesa, Pipino, vittorioso su Astolfo, fece dono alla Chiesa romana delle proprie conquiste.

    Questo secondo Stefano morì dopo 5 anni di pontificato

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:56

    Paolo, della famiglia degli Orsini, venne creato cardinale da papa Zaccaria o dal fratello Stefano II, al quale successe nel 757. Continuò la politica dei predecessori, adoperandosi a rendere il pontificato indipendente dall'autorità dell'imperatore bizantino, con l'appoggiarsi invece ai re Franchi. Per mezzo di questi, i papi poterono poi cacciare dall'Italia i dominatori Longobardi.

    Paolo I fu di sentimenti mitissimi, e molto fu amato per le sue opere benefiche. Edificò parecchie chiese, fra le quali merita speciale menzione quella di S. Silvestro in Capite. Primo dei papi, fu sepolto nella basilica Ostiense; ma poi la sua salma venne trasferita in Vaticano.

Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 20:59

Per la biografia di questo Papa  ho ritenuto opportuno segnalare tre fonti biografiche, in quanto possiamo notare alcune incongruenze nelle date e nei fatti. Buona lettura! ML


    (*) Il regno di questo papa fu travagliato dalle lotte dei nobili romani contro i partigiani dei Longobardi. Questi contrapposero a Stefano III l'antipapa Costantino, che non fu il solo. La storia ecclesiastica registra infatti in quella stessa epoca altri antipapi: Filippo e Cristoforo. Ma Stefano III finì con l'imporsi, allontanando da Roma quei suoi competitori. Cercò poi d'impedire il matrimonio di Carlomagno con Grisela, figlia di Desiderio, re dei Longobardi, ma non vi riuscì.

    (**) Al più che breve pontificato di Stefano II seguiva quello di Stefano III.

    Questi apparteneva ad aristocratica famiglia romana della regione di Via Lata, ed era figlio di Costantino. Educato nel palazzo del Laterano, veniva da semplice diacono eletto Papa all’unanimità nella Basilica Liberiana, nell’aprile del 752.

    Ebbe subito ad impegnare resistenza contro i Longobardi i quali, dopo di aver conquistato nel 751 l’Esarcato di Ravenna, non nascondevano il loro proposito di dominare tutta la Penisola italica, e di impossessarsi del ducato di Roma.

    Vista vana ogni sua preghiera rivolta ad Astolfo re dei Longobardi perchè cessasse di minacciare Roma, e riuscite vane pure le richieste di soccorso presentate all’imperatore Costantino V, Stefano si rivolse a Pipino re di Francia e per meglio sollecitarne l’aiuto risolse di recarsi in persona presso questo sovrano. Valicate le Alpi, il Papa veniva ricevuto dal figlio primogenito di Pipino, Carlo, appena dodicenne (il futuro Carlo Magno), che lo accompagnava a Pothion nella Champagne.

    Ma ad una lega da questa città ecco Pipino con la moglie e gli altri figli prostrati ai piedi del Pontefice, ed il sovrano mettersi al lato del cavallo del Papa e servirgli da scudiere (primo esempio questo dell’officium stratoris) e tutti accompagnarlo a Ponthion. Era il giorno dell’Epifania del 753.

    Il sovrano franco faceva quindi solenne promessa a Stefano di eseguire i suoi desideri, e fargli restituire l’Esarcato di Ravenna ed il Pontefice si trasportava con tutto il suo seguito nel monastero di S. Denis presso Parigi, dove passò l’inverno, ma dove si ammalò gravemente, tanto che si disperava di salvarlo. Rimessosi quasi miracolosamente in salute, Stefano incoronava Pipino, la di lui moglie Bertrada ed i due figli Carlo e Carlomanno, re dei Franchi, dichiarandoli, con i loro successori, Patrizi Romani e protettori e difensori della Sede Apostolica.

    Prima di partire da S. Denis, Stefano accordava molti privilegi a quel monastero e vi lasciava in dono il suo pallio che vi è ancora conservato.

    Ritornava poi a Roma, dove veniva ricevuto quale un salvatore, perchè nel 754 Pipino era sceso in Italia alla testa di un poderoso esercito e assediato Astolfo in Pavia lo avea costretto ad intavolare trattative di pace e gli avea imposto di restituire al Pontefice l’Esarcato, la Pentapoli e la città di Narni. Ma ben presto il re Longobardo veniva meno alle promesse fatte ed alla testa di un esercito si diresse verso Roma che assediò per ben tre mesi.

    Il Papa allora si rivolse di nuovo per aiuto a Pipino, il quale veniva per la seconda volta in Italia, mentre Astolfo, appena ebbe di ciò sentore, si affrettava a levare l’assedio a Roma e si dirigeva verso Pavia. Però prima di giungervi veniva attaccato dai Franchi e costretto ad accettarne le condizioni, ben più dure e ben più gravi delle prime, giacchè Pipino non volle far ritorno in Francia, se non fossero consegnate al Papa le città di Ravenna, Rimini, Pesaro, Fano, Cesena, Sinigaglia, Jesi, Forlimpopoli, Forlì, Bobbio, Montefeltro, Acceragio, Monte Lucaro, Serra, Castello S. Mariavo, Urbino, Cagli, Luccolo, Gubbio, Comacchio e Narni.

    Le chiavi di queste città venivano, per ordine del sovrano franco, deposte sull’altare di S. Pietro in Roma, unitamente all’atto di donazione, dallo speciale suo incaricato l’abate Fubrado. Questo atto, di non comune importanza, testimoniava la restituzione di quelle contrade fatta da Pipino alla Sede Apostolica.

    Morto Astolfo nel 756, Stefano aiutò il longobardo Desiderio, duca di Toscana, a salire sul trono del sovrano defunto, e sperava che egli gli consegnasse le altre città che Astolfo, malgrado le promesse, non avevagli restituite: civitates quae remanserant, ma Desiderio, una volta re, non concesse al Papa che Faenza ed il ducato di Ferrara. Stefano, sempre vigilante per l’inviolabilità della fede, condannò il Conciliabolo composto di 338 vescovi orientali che l’imperatore Costantino Copronimo aveva riunito in Costantinopoli e che’ anatemizzava i veneratori delle sacre immagini.

    Questo grande Papa, che il Villari dice uomo di molto valore politico, era anche benefico e generoso, e dimostrò il suo grande amore per i poveri e gli infelici costruendo degli ospedali presso la Basilica Vaticana, dove edificava pure un convento, che probabilmente fu quello detto di S.Tecla o di Gerusalemme. Presso l’atrio di S.Pietro edificò un campanile, coprendolo d’oro e d’argento, campanile il cui massimo vanto fu d’essere il primo che sorgesse in Roma, e sempre presso la Basilica Vaticana erigeva una cappella, dedicandola a S. Petronilla, dove il fratello ed immediato successore Paolo I, esaudendo il desiderio da lui manifestato, vi trasportava dalle catacombe devastate dai Longobardi il corpo di detta Santa. Moriva nel palazzo Laterano nell’aprile del 757, dopo aver governato la Chiesa 5 anni e 29 giorni e veniva sepolto in S. Pietro. Avea imposto le mani a 20 vescovi, 12 preti e 2 diaconi.

    (***) Dopo la morte di Paolo I il duca Totone di Nepi si impossessò del Laterano e fece eleggere papa il proprio fratello COSTANTINO, che non apparteneva nemmeno al clero. In tutta fretta gli fece somministrare le consacrazioni del caso. Nonostante queste irregolarità Costantino II riuscì a governare per ben tredici mesi. Quando i Longobardi conquistarono la Città Eterna, Costantino si diede per vinto. I nuovi dominatori nel 768 fecero acclamare papa il monaco romano FILIPPO; questi però venne ben presto costretto a ritornarsene in convento. Finalmente ci si accordò sulla scelta del prete romano Stefano III. La fazione vincitrice, non senza responsabilità del nuovo papa, fece deporre Costantino II, già relegato nel monastero di San Saba, e quindi lo fece accecare e mutilare. Ormai si profilavano nettamente le prime conseguenze negative del legame fra papato e Stato della Chiesa. Stefano III nel 769 indisse un sinodo, che confermò la condanna di Costantino dichiarando non valido il suo pontificato. Per ovviare al ripetersi di simili situazioni incresciose il sinodo definì la disciplina dell’elezione papale: il diritto di voto attivo e passivo venne limitato al clero romano. Ai laici fu concesso soltanto il diritto di consenso prima dell’intronizzazione dell’eletto. Stefano poi si trovò coinvolto nei vortici dell’alta politica; ma non si dimostrò all’altezza. Nel regno dei Franchi, morto Pipino il Breve, il governo era passato nelle mani di Carlo e Carlomanno, i quali però andavano sempre più allontanandosi l’uno dall’altro. Carlo si accostò a Desiderio e ne sposò pure la figlia. Il papa, preoccupato di questa alleanza, si avvicinò a sua volta a Carlomanno. Più tardi comunque intavolò delle relazioni anche con i Longobardi. Questo pontefice, privo di scrupoli e iniziato a tutti gli intrighi della politica, fu una vera catastrofe per la chiesa.


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:39.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com