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E’ stato di emergenza in Nepal colpito questa mattina da un devastante terremoto di magnitudo 7.9. Il Governo ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché fornisca gli aiuti umanitari necessari :oltre 1000 i morti finora dichiarati dalle autorità, ma potrebbero diventare migliaia. 1800 i feriti. Il Papa sta seguendo in preghiera e con preoccupazione l’evolversi della situazione partecipando al dolore di chi è coinvolto.

Si tratta del terremoto più forte da 81 anni per il Nepal che dagli studiosi è considerata una delle regioni a più alto rischio del mondo. Sui 75 distretti nei quali è suddiviso il paese, almeno 29 risultano colpiti. L’energia scaturita dalla convergenza di due placche terrestri ha generato la prima interminabile scossa : un minuto e mezzo alle 11,56 ora locale, cui sono seguite almeno altre 13 scosse di assestamento. Rasi al suolo chilometri di edifici nell’epicentro tra Kathmandu, dove si registrano i danni maggiori e la città di Pokhara, incluso siti preziosi, patrimonio mondiale dell’Unesco, come la celebre torre Dharahara proprio a Kathmandu, sotto le cui macerie i soccorritori hanno estratto finora 180 cadaveri. Riaperto da poco l’aeroporto mentre restano bloccate metropolitane strade e comunicazioni. Abbiamo bisogno soprattutto di ospedali da campo e unita' mobili per curare i feriti", ha detto l’ambasciatore del Nepal a New Delhi. L’ India è stato infatti il primo paese a portare soccorsi nonostante abbia subito perdite umane, circa 34 ,nella zona nord, a causa del sisma, i cui effetti si sono avvertiti anche sulla catena dell' Himalaya, dove una valanga ha travolto il campo dell’Everest, uccidendo almeno 18 alpinisti. Intanto si è messa in moto la macchina degli aiuti : in prima linea le ong, Unicef, Action Aid e Caritas

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