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12 MAGGIO 2015 Centinaia di ragazzini siriani, fuggiti dal loro Paese, e rifugiati nel campo profughi di Zaatari, in Giordania, cercano di superare i traumi della guerra. Il calcio certamente non è la medicina definitiva ma può rappresentare un aiuto. Come per Hiba, un'adolescente che giorno dopo giorno ha imparato il piacere di calciare il pallone. "Così posso dimenticare la guerra, le bombe, le violenze", dice. Per la coordinatrice del progetto, "giocare a pallone aumenta in loro l'autostima e li fa essere come tutti i ragazzini del mondo. Giocano come tutti gli altri coetanei. Quasi 700 ragazzine ragazzini siriani ogni settimana frequentano i campi di calcio di Zaatari, il campo profughi più grande al mondo, dove centinaia di migliaia di persone aspettano di ritornare in Siria.

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