00 12/09/2015 19:00



 





Da ogni luogo, dalla folla che si accalca e indaffarata:
gli stessi autobus, gli stessi treni, gli stessi passi frettolosi
nei pressi del mecato: le stesse risa, le stesse pene;
siamo tutti uguali.
Prendi le nostre preoccupazioni, come fossero litanie.


Nostra Signora del lavoro monotono.
Nostra Signora dei bucati che non finiscono mai.
Nostra Signora dei giorni senza gioia, delle notti senza riposo,
dell'indomani incerto, del fine mese senza soldi,
degli anni senza vacanze.


Tu casalinga senza pretese, vicina senza storia,
ma disponibile ad ogni ora e tenace nel lavoro.


Dal tuo Natale senza casa, ai nostri tuguri spogli.
Dalle tue angoscie di madre, al nostro affano per i figli.
Dai tuoi servizi minuti, ai gesti in nostro aiuto.
Dalla tua vita povera ma gioiosa, alle nostre invidie e ai
nostri calcoli meschini.


Io ti saluto Maria, Madre dell'umanità.
Tu veglia sulla culla del mondo che si sta costruendo.
Questa umanità è sempre il Tuo Figlio che cresce.
Nella tua immensa gioia all'alba di Pasqua, nel tuo amore profondo
al mattino di ogni giorno, noi riconosciamo Gesù Cristo,
per la nostra resurrezione e per la nostra vita. Amen.