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“Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni”.

Chiesa italiana sia vicina ai dimenticati e agli imperfetti
“Le situazioni che viviamo oggi – ha detto – pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere”. Ma, ha detto ancora una volta, la Chiesa italiana è chiamata non a costruire “muri né frontiere, ma piazze e ospedali da campo”:
“Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”.

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