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ARTE IMMORTALE : La caccia di Diana

 Domenico Zampieri detto il Domenichino

La caccia di Diana (1616-17)
olio su tela
cm. 225x320
Il Domenichino nella Caccia di Diana (1616-17) fece rivivere temi e forme delle ninfe all'antica. Il soggetto derivato dall'Eneide di Virgilio (V, 485) descrive i guerrieri nella gara con l'arco, mentre trafiggono con la prima freccia l'albero, con la seconda il nastro e con la terza l'uccello cadente.
    La trasposizione della gara nel regno delle ninfe guidate da Diana, fu suggerita probabilmente da Mons. Giovanni Battista Agucchi, importante teorico e consigliere in materia di immagini all'epoca. Il tema del tiro a segno fu usato come metafore dell'acutezza degli argomenti che colpiscono il bersaglio, e risulta attuale all'epoca, come nella dedica alle "Dicerie Sacre" del poeta Giovan Battista Marino a Paolo V. Nel modo di captare la natura all'interno di chiari disegni che prevalgono sul colore, comunque il Domenichino rende omaggio allo sciolto colorito veneziano, adoperato a tratti nei panneggi fluttuanti con colori straordinari nei passaggi dal verde al giallo, dal bianco al bluastro o nella modulazione del color purpureo.
    Ma quello che apre un nuovo capitolo nella resa dell'atmosfera è la graduale e calcolata modulazione dei colori verso le montagne azzurre con un gioco di sempre più sottili velature che denotano un nuovo interesse per le teorie di Leonardo sulla prospettiva aerea (studiata e insegnata dal frate teatino Matteo Zaccolini, maestro di prospettiva del Domenichino nel secondo decennio del Seicento).