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18.] Del resto, gli errori, fonte di perturbazione, che abbiamo richiamato, bastano da soli a provocare negli Stati timori molto seri.
Infatti, soppressi il timore di Dio e il rispetto nei confronti delle leggi divine, disprezzata l'autorità dei governanti, permessa e legittimata la febbre delle rivoluzioni, sciolte fino alla licenza le passioni popolari, senza altro freno che quello delle pene, non possono seguirne altro che una rivoluzione e una sovversione universale.
E tali sovversivi rivolgimenti sono lo scopo deliberato e dichiarato di numerose associazioni di comunisti e di socialisti; agli intendimenti dei quali non potrebbe dirsi estranea la setta dei massoni, che tanto ne favorisce i disegni e con i quali ha in comune i princìpi essenziali. E se nella pratica non giungono subito e ovunque agli estremi, ciò non si deve attribuire alla loro dottrina né alla loro volontà, ma alla virtù della divina religione che non può essere spenta, e parimenti alla parte più sana degli uomini che, rifiutando di servire alle società segrete, si oppongono con forte animo ai loro folli propositi.

 

[19.] E volesse il cielo che tutti giudicassero l'albero dai suoi frutti e riconoscessero il seme e l'inizio dei mali che premono e dei pericoli che incombono! Si ha a che fare con un nemico astuto e fraudolento che, blandendo popoli e governanti, si è accattivato entrambi con parole lusinghiere e adulazione.


Insinuandosi tra i governanti con la simulazione dell'amicizia, i massoni hanno mirato ad averli come alleati e potenti collaboratori per opprimere il cattolicesimo; e per stimolarli con maggiore efficacia, con ostinata calunnia hanno accusato la Chiesa di contendere invidiosamente con i governanti riguardo al potere e alle prerogative regali
.

Acquisita frattanto sicurezza e audacia con questi mezzi, cominciarono a esercitare una straordinaria influenza sul governo degli Stati, peraltro pronti a scuotere le fondamenta delle monarchie e a perseguitare, a calunniare e a scacciare i sovrani ogni volta che nella loro azione di governo questi sembrassero agire in modo contrario ai loro desideri.

In un modo non diverso essi ingannarono il popolo per mezzo dell'adulazione. Gridarono a gran voce libertà e prosperità pubblica, e che era dipeso dalla Chiesa e dai monarchi che il popolo non fosse strappato dalla iniqua servitù e dalla miseria, sobillarono il popolo, ed eccitandolo con la sete di rivolgimenti politici, lo aizzarono contro l'autorità di entrambi.
Vero è che, però, dei vantaggi sperati maggiore è l'attesa che non la realtà; anzi, la plebe più oppressa di prima si vede per lo più mancare quei conforti alle sue misere condizioni, che nella società cristianamente costituita avrebbe potuto trovare con facilità e con abbondanza.
Ma ogni qual volta gli uomini si oppongono all'ordine stabilito dalla divina Provvidenza, sono soliti incontrare il castigo della loro superbia, in modo tale che si imbattono in una sorte di oppressione e di miseria lì dove temerariamente si sarebbero aspettati una sorte prospera e tutta conforme ai loro desideri.



[20.] Per quanto riguarda la Chiesa, per il fatto che ordina agli uomini di ubbidire innanzi tutto e sopra ogni cosa a Dio, supremo signore di tutte le cose, sarebbe ingiuriosa calunnia crederla per questo nemica dell'autorità civile, o pensare che essa arroghi a sé, in qualche misura, diritti dei governanti.
Anzi, essa prescrive che quanto è dovuto alla potestà civile, a essa si renda per dovere di coscienza.
D'altra parte, il fatto che essa faccia derivare da Dio stesso il diritto di comandare, aumenta grandemente la dignità dell'autorità civile e giova molto a conciliare a essa il rispetto e la benevolenza dei sudditi.

La Chiesa, amica della pace e madre della concordia, abbraccia tutti con materna carità; e, intenta unicamente ad aiutare i mortali, insegna che si deve congiungere la giustizia con la clemenza, il potere con la equità, le leggi con la moderazione; che non deve essere violato il diritto di nessuno, che ci si deve impegnare per mantenere l'ordine e la tranquillità pubblica e per sollevare, privatamente e pubblicamente, quanto più è possibile la indigenza degli infelici. "Ma — per usare le parole di sant'Agostino — credono oppure vogliono fare credere che non torna utile alla società la dottrina del Vangelo, perché vogliono che lo Stato posi non sul fondamento stabile delle virtù, ma sulla impunità dei vizi" (12).
Messi in chiaro questi elementi, sarebbe assai conforme alla prudenza politica e necessario alla comune incolumità, che governanti e popoli non collaborassero con i massoni per fare crollare la Chiesa, ma con la Chiesa per respingere gli attacchi dei massoni.



[2l.] Comunque sia, di fronte a questo male tanto grave e ormai troppo diffuso, è Nostro dovere, Venerabili Fratelli, impegnarci a cercare i rimedi.

E poiché comprendiamo che la migliore e più salda speranza di rimedio è riposta nella efficacia della religione divina, tanto più odiata dai massoni quanto più temuta, riteniamo dunque che il rimedio fondamentale consista nell'impiegare questa virtù sommamente salutare contro il comune nemico. Di conseguenza, tutto quanto i romani Pontefici Nostri Predecessori decretarono per impedire le iniziative e gli intenti della setta massonica; tutto quanto sancirono per allontanare da siffatte associazioni o per ritrarre da esse, tutto e singolarmente Noi ratifichiamo e confermiamo con la Nostra Apostolica autorità.
E, confidando moltissimo nella buona volontà dei cristiani, chiediamo e supplichiamo ciascuno di loro, per la propria etema salvezza, che tengano come dovere di coscienza il non scostarsi neppure minimamente da quanto questa Sede Apostolica ha prescritto a tale riguardo.



[22.] Preghiamo poi e supplichiamo Voi Venerabili Fratelli, con la maggiore insistenza, di impegnarvi, unendo la vostra azione alla Nostra, al fine di estirpare questa immonda peste che striscia attraverso tutte le vene della società civile.

Voi dovete difendere la gloria di Dio e la salvezza del prossimo: proponendovi questi due fini, nel combattere non vi verrà meno né coraggio né fortezza d'animo. Competerà alla vostra prudente saggezza giudicare quali siano i mezzi più efficaci per vincere gli ostacoli e per superare le difficoltà che si porranno.


Ma, poiché compete alla autorità del Nostro ministero indicare alcuni criteri di azione maggiormente adeguati, stabilite che la prima cosa da fare anzitutto è mostrare il vero volto della massoneria, dopo averne strappato la maschera; e fare conoscere ai popoli, per mezzo dei vostri sermoni e delle vostre lettere pastorali scritte a questo fine, quali siano gli artifici delle associazioni di questo genere nel blandire e nell'allettare, quale perversità vi sia nelle dottrine e quale turpitudine nell'azione.
 
Conformemente a quanto più volte confermarono i Nostri Predecessori, nessuno ritenga che per qualunque motivo gli sia lecito iscriversi alla setta massonica, se la sua professione di cattolico e la sua salvezza gli stanno a cuore nella misura in cui devono. Nessuno si lasci ingannare da una simulata onestà; infatti, a qualcuno potrà sembrare che i massoni non impongano nulla di apertamente contrario alla santità della religione o dei costumi: ma, essendo essenzialmente malvagio lo scopo e la natura della setta stessa, non può essere lecito né aggregarsi ai massoni né aiutarli in qualunque modo.