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[23] In secondo luogo, attraverso l'assiduità dei discorsi e delle esortazioni, occorre trarre il popolo all'apprendimento diligente dei precetti della religione: a tale scopo molto raccomandiamo che, attraverso scritti e sermoni opportuni, siano illustrati gli elementi di quei princìpi santissimi nei quali è contenuta la filosofia cristiana.
Scopo di ciò è sanare con la istruzione le menti degli uomini, e premunirle contro le molteplici forme di errori e le varie suggestioni dei vizi, soprattutto in presenza di questa licenza di scrivere e insaziabile avidità di apprendere.

Opera senza dubbio impegnativa: in essa, tuttavia, sarà partecipe e compagno delle vostre fatiche specialmente il clero, se, grazie al vostro sforzo, sarà stato ben formato dalla morale e dagli studi.
Inoltre una causa tanto bella e tanto importante richiede anche la collaborazione e l'aiuto di laici, che uniscano l'amore della religione e della patria con la virtù e con il sapere.
Unite le forze di entrambi gli ordini, procurate, Venerabili Fratelli, che gli uomini conoscano intimamente e abbiano cara la Chiesa, perché quanto più crescerà la conoscenza e l'amore di essa, tanto maggiormente saranno aborrite e schivate le società segrete.


Per questo Noi, approfittando, non senza motivo, di questa opportuna occasione, rinnoviamo l'impegno già altre volte ribadito di propagare e di fomentare con ogni diligenza il terz'odine francescano, di cui recentemente, con prudente condiscendenza, abbiamo mitigato la regola.

Infatti, suo unico fine, così come è stato istituito dal suo fondatore, è quello di chiamare gli uomini alla imitazione di Gesù Cristo, all'amore alla Chiesa e alla pratica di tutte le virtù cristiane: di consegenza, grande è la sua efficacia nell'eliminare il contagio di queste sette tanto malvagie.

Pertanto, si rinnovi con quotidiani incrementi questo santo sodalizio, dal quale possiamo sperare molti frutti e, come principale, quello che gli animi siano rivolti alla libertà, alla fraternità, alla uguaglianza giuridica non quali assurdamente pensano i massoni, ma quali Gesù Cristo procurò al genere umano e san Francesco mise in pratica.
La libertà, diciamo, dei figli di Dio, grazie alla quale non siamo schiavi di Satana e delle passioni, malvagissimi tiranni; la fraternità, la cui origine risiede in Dio, creatore e padre comune di tutti: la uguaglianza che, basata sui fondamenti della giustizia e della carità, non elimina tutte le differenze tra gli uomini, ma dalla varletà della vita, delle funzioni e delle inclinazioni formi quel mirabile accordo e quasi armonia, che è proprio per natura della utilità e della dignità del civile consorzio.



[24.] In terzo luogo vi è una istituzione — realizzata sapientemente dai nostri padri e poi, nel corso del tempi, trascurata —, la quale può valere oggi come modello e forma per qualche cosa di simile.

Intendiamo parlare dei collegi o corpi professionali, destinati a tutelare, sotto la guida della religione, gli interessi e i costumi.
E se i nostri padri, per l'uso e la esperienza di un lungo periodo di tempo, avvertirono la utilità di questi collegi, la sentirà forse maggiormente la nostra epoca, in quanto hanno una singolare efficacia per annullare il potere delle sette.
 
Quanti affrontano la povertà con la mercede derivante dal loro lavoro manuale, oltre il fatto che, per la loro condizione, sono in primo luogo i più degni di carità e di sollievo, sono anche esposti in modo particolare alle seduzioni dei fraudolenti e degli ingannatori. Per questo devono essere aiutati con la maggiore generosità possibile e devono essere invitati alle società oneste affinché non siano trascinati a quelle malvagie.
Per questa ragione Noi vorremmo grandemente vedere ristabiliti in ogni luogo questi collegi per la salvezza del popolo, in armonia con le necessità dei tempi, sotto gli auspici e il patrocinio dei vescovi.

Ci è di non poco conforto il fatto che già in numerosi luoghi tali sodalizi sono stati fondati, così come anche associazioni di patronato: fine comune di entrambe queste istituzioni è quello di aiutare la classe onesta dei proletari e di soccorrere e proteggere i loro figli e le loro famiglie e mantenere in essi, insieme alla integrità dei costumi, l'amore della pietà e la istruzione religiosa.


A questo punto non vogliamo passare sotto silenzio la Società di san Vincenzo de' Paoli, tanto insigne per l'esempio e la testimonianza e tanto benemerita delle classi povere. Sono note le sue opere e le sue finalità: si dedica interamente al soccorso spontaneo dei bisognosi e dei tribolati con sagacia e riservatezza ammirevoli; essa, quanto meno vuole comparire, tanto più è efficace all'esercizio della carità cristiana e pronta al conforto delle umane miserie.


[25.] In quarto luogo, affinché più facilmente conseguiamo quello che vogliamo, raccomandiamo alla vostra fede e alla vostra vigilanza la gioventù, che è la speranza della società umana.


Dedicate la parte maggiore delle vostre cure alla formazione di essa e non pensiate che alcun provvedimento sarà tanto grande da non doverne prendere uno maggiore, affinché gli adolescenti siano tenuti lontani da quelle scuole e da quei maestri, dai quali si tema l'alito pestifero delle sette.

I genitori, i direttori spirituali e i parroci, nell'insegnare la dottrina cristiana non si stanchino, da voi spinti, di ammonire figli e alunni intorno alla perversa natura delle associazioni di questo genere, anche perché imparino per tempo le varie e subdole arti alle quali i propagatori di esse sono soliti ricorrere per prendere nei loro lacci gli uomini.
Anzi, coloro che opportunamente preparano gli adolescenti a ricevere la prima comunione, fanno bene se li indurranno singolarmente a proporre e a promettere di non legarsi ad alcuna associazione, alla insaputa dei genitori, oppure senza essere stati consigliati preventivamente dal parroco o dal direttore spirituale.


[26.] Ma ben comprendiamo che tutti i nostri comuni sforzi non saranno sufficienti a svellere questi perniciosi semi dal campo del Signore, se il celeste padrone della vigna non ci soccorrerà benignamente in vista di quello a cui tendiamo.


È dunque necessario implorare con fervore veemente e con trepidazione il suo soccorso e aiuto, quale e quanto richiedono la gravità del pericolo e la grandezza del bisogno.
lmbaldanzita per il successo, la setta massonica leva con insolenza la testa e sembra non volere più porre limiti alla sua ostinazione.
Tutti i suoi seguaci, congiunti da un empio patto e da una occulta unità di propositi, si aiutano scambievolmente e si incitano l'un l'altro per l'audace realizzazione di opere malvagie.

Un assalto così veemente richiede una pari difesa: è quindi necessario che tutti i buoni si uniscano in una alleanza di azione e di preghiera. Pertanto a essi chiediamo che con animi concordi resistano a file serrate e a pie' fermo contro l'impeto ognora crescente delle sette: essi poi, con grandi gemiti, tendano le mani supplici a Dio, e con grande insistenza gli chiedano che il cristianesimo fiorisca con nuovo vigore; che la Chiesa ottenga la necessaria libertà; che i traviati recuperino il senno; che gli errori cedano una buona volta di fronte alla verità e i vizi alla virtù.


Ricorriamo come ad ausiliatrice e a mediatrice a Maria Vergine madre di Dio, affinché colei che, fin dal momento stesso della sua concezione vinse Satana, mostri la sua potenza sulle empie sette, nelle quali si vede chiaramente rivivere lo spirito di arrogante ostinazione, con indomita perfidia e simulazione del Demonio.


Supplichiamo san Michele, principe degli Angeli del cielo e discacciatore dei nemici infernali; e parimenti san Giuseppe, sposo della Vergine santissima, celeste e salutare patrono della Chiesa cattolica: i grandi apostoli Pietro e Paolo, propagatori e difensori invitti della fede cristiana.
Per il loro patrocinio e per la perseveranza delle comuni preghiere confidiamo che Dio soccorra opportunamente e benignamente il genere umano minacciato da tanti pericoli.



[27.] E come testimonianza delle grazie celesti e della Nostra benevolenza verso di Voi, Venerabili Fratelli, verso il clero e verso il popolo tutto affidato alla vostra vigilanza, impartiamo con il più grande affetto nel Signore l'Apostolica Benedizione.




Dato a Roma presso San Pietro il giorno 20 aprile 1884, anno settimo del Nostro Pontificato.



Leone P.P. XIII

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Traduzione dell'originale latino (SS.D.N. Leonis Papae XIII Epistula Encyclica de secta massonum, in Acta Sanctae Sedis, vol. XVI, Roma 1906, pp. 417-433) della redazione di Cristianità.


(1) De Civit. Dei, libro XIV, cap. 17.

(2) Sal. LXXXII, 2-4.

(3) Cost. In eminenti, del 24-4-1738.

(4) Cost. Providas, del 18-5-1751.

(5) Cost. Ecclesiam a Jesu Cristo, del 13-9-1821.

(6) Cost. del 13-3-1825.

(7) Enc. Traditi, del 21-5-1829.

(8) Enc. Mirari, del 15-8-1832.

(9) Enc. Qui pluribus, del 9-11-1846; all. Multiplices inter, del 25-9-1865, ecc.

(10) Mt. VII, 18.

(11) Conc. Trid., sess. VI, De Iustif., c. 1.

(12) Epist. CXXXVII, al. III, ad Volusianum, c. V, n. 20.