00 11/01/2009 20:37


[2.] Di fronte a un rischio tanto incombente, di fronte a un attacco così spietato e tenace contro il cristianesimo, è Nostro dovere denunciare il pericolo, indicare gli avversari, resistere per quanto possiamo alle loro trame e tattiche, affinché non periscano eternamente coloro la cui salvezza ci è stata affidata, e non solo permanga saldo e integro il regno di Gesù Cristo che abbiamo ricevuto da custodire, ma attraverso nuovi e continui incrementi si dilati in ogni parte della terra.


[3.] I romani Pontefici, Nostri Predecessori, vigilando con sollecitudine per la salvezza del popolo cristiano, prontamente riconobbero chi fosse e cosa volesse questo così capitale nemico nel momento stesso in cui cominciava a emergere dalle tenebre della occulta congiura; essi, prevedendo con il pensiero l'avvenire, dato quasi il segnale ammonirono governanti e popoli a non lasciarsi cogliere dalle trame e dalle insidie predisposte al fine di ingannare.


Il primo avviso del pericolo fu dato da Clemente XII nell'anno 1738 (3); la sua costituzione fu confermata e rinnovata da Benedetto XIV (4). Pio VII seguì le orme di entrambi (5): poi Leone XII con la costituzione apostolica Quo graviora (6), abbracciando su questo punto gli atti e i decreti dei precedenti Pontefici, li ratificò e li suggellò con irrevocabile sanzione. Nello stesso senso si espressero Pio VIII (7), Gregorio XVI (8) e più volte Pio IX (9).


[4.] Invero, una volta che — sulla base di precise indicazioni di fatti, istruzioni di processi, pubblicazioni di sue leggi, riti, annali, oltre che di testimonianze di adepti — furono conosciuti lo scopo fondamentale e lo spirito della setta massonica, questa Sede Apostolica denunciò e disse apertamente che la setta dei massoni, costituita contro ogni legge umana e divina, era dannosa non meno per il cristianesimo che per la società civile: e minacciate le pene alle quali la Chiesa suole ricorrere con maggiore gravità nei confronti dei colpevoli, proibì a tutti tassativamente di iscriversi a tale associazione. I settari, irati per questo fatto, e pensando di potere sfuggire e ridurre la forza di quelle sentenze in parte con il disprezzo e in parte con calunniose menzogne, accusarono i sommi Pontefici che avevano preso quei provvedimenti o di avere proceduto ingiustamente, oppure di avere ecceduto nel procedere. In tale modo essi tentarono di eludere l'autorità e il peso delle costituzioni apostoliche di Clemente XII di Benedetto XIV e parimenti di Pio VII e di Pio IX. Peraltro, all'interno di quella stessa associazione non mancarono coloro che, benché loro malgrado, riconobbero che, tenendo conto della dottrina e della disciplina cattolica, quanto era stato fatto dai romani Pontefici era stato fatto legittimamente. A questo riguardo, si mostrarono esplicitamente in accordo con i Pontefici non pochi sovrani e capi di Stato, i quali ebbero cura o di denunciare alla Sede Apostolica l'associazione massonica, oppure di condannarla di loro iniziativa con la promulgazione di leggi apposite, come in Olanda, in Austria, in Svizzera, in Spagna, in Baviera, nella Savoia e in altre parti d'Italia.


[5.] Però, quello che anzitutto importa è il fatto che il corso degli avvenimenti ha comprovato la prudenza dei Nostri Predecessori.
Infatti le loro provvide e paterne sollecitudini non sempre e non ovunque ebbero gli esiti desiderati: e questo o a causa della simulazione e della astuzia degli uomini che facevano parte di quella realtà nociva, oppure a causa della sconsiderata superficialità degli altri, che pure avrebbero avuto il più grande interesse a vigilare con diligenza.
Per questo motivo, nello spazio di un secolo e mezzo, la setta massonica si è rapidamente avviata a incrementi superiori a ogni aspettativa; essa, infiltrandosi con l'audacia e con l'inganno in tutti gli ordini dello Stato, ha incominciato a essere tanto potente da sembrare quasi dominare negli Stati. Da questa tanto rapida e tremenda propagazione è derivata per la Chiesa, per l'autorità dei governanti e per la salute pubblica quella rovina che i Nostri Predecessori con molto anticipo avevano previsto.
Si è infatti giunti a tale estremo che per il futuro si deve grandemente temere non per la Chiesa, che è posta su fondamenta troppo salde perché possa essere abbattuta da forze umane, ma per gli Stati, nei quali hanno una influenza eccessiva la setta della quale parliamo, oppure altre sette non dissimili, che si propongono come sue collaboratrici e sue satelliti.


./.