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    Ebbe fama di dotto e di eloquente. Invitato dall'imperatore Giustiniano ad esaminare gli atti del concilio trullano e a pronunciarsi su di essi, confermandone o rigettandone le conclusioni, rispose evasivamente, evitando che l'imperatore divenisse suo nemico.

    Durante il suo pontificato, Ariberto II, re dei Longobardi, donò alla Chiesa di Roma la sovranità sulla regione delle Alpi Cozie, da Torino a Ginevra e al confine francese. Questa sovranità fu soltanto nominale per Giovanni VII e i suoi successori immediati, ma più tardi i papi se ne valsero per giustificare certe rivendicazioni intese ad estendere sempre più il loro potere temporale