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    La famiglia dei conti Tuscolani, duca di Spoleto e patrizio romano, e dalla celebre Marozia, sembrò destinata a regnare sul trono pontificio, come si è visto sin dalla fine del IX secolo. Essa fece eleggere, nel 1033, anche Teofilatte, figlio del console Alberico, e gli scelse il nome di Benedetto IX. Teofilatte aveva allora poco più di dieci anni. Il papa fanciullo non tardò a mostrarsi indegno dell'altissima dignità, per i suoi vizi e per i delitti che commise e fece commettere. Mantenuto a capo della Chiesa dal'imperatore Corrado. Il fino al 1038 fu in quell'anno scacciato dal popolo di Roma, dove però ritornò tre mesi dopo, per volere e con l'aiuto di quello stesso monarca. Venne nuovamente scacciato nel 1044, e fu eletto in vece sua Giovanni, vescovo di Sabina, che fu antipapa col nome di Silvestro III ma si ritirò pochi mesi dopo, ritornando al suo vescovado. In quello stesso anno Benedetto IX vendette la tiara, per una somma irrisoria a Giovanni suo patrigno, che fu poi Gregorio VI. Scomunicato nel 1046 dal concilio di Sutri, che in pari tempo dichiarò simoniaco Gregorio, pretese nuovamente il pontificato nel 1047; ma l'intervento di Arrigo III lo costrinse a lasciare il posto a Damaso II e a ritirarsi in un monastero di Germania, dove morì