Tutto questo voi lo sapete, suppone la presentazione, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, dell'immagine vera e completa della persona umana, fondamento di ogni riferimento alla giustizia e alla pace.
Tutto ciò che ferisce la persona è già un «atto di guerra» che comincia.
Quali incalcolabili conseguenze avranno dunque ciascuna delle iniziative di comunicazione di cui siete gli animatori!
Nel divulgare, occorre infine affermare tutte le condizioni preliminari in vista della giustizia e della pace: i diritti inalienabili della persona umana, le libertà fondamentali nell'uguaglianza e in vista di una partecipazione di tutti al bene comune, il rispetto delle legittime sovranità, i doveri di indennizzo e di assistenza...
Ma soprattutto, bisogna mettere in luce i valori della vita: non più l'esistenza affermata come inesorabilmente integrata in una «lotta per la vita», ma la vita vissuta con l'intelligenza della saggezza nella bontà, o ancora, l'amore come fonte e come ideale di vita.
Solo l'amore, reinventando ogni giorno la fraternità, potrà sconfiggere definitivamente il terrore.
Possa l'amore, ispirato dal dono di Dio, agire su queste «meraviglie tecniche» della comunicazione, che sono anche «doni di Dio» (cfr. «Miranda prorsus»)!
Nella speranza che queste parole vi aiutino a non perdere mai di vista la giustizia e la pace, sia al momento della ideazione dei vostri programmi, per voi, cari operatori delle comunicazioni sociali, o al momento dell'ascolto e della risposta, per voi, cari utenti, io dico a tutti la mia fiducia e vi invito tutti a operare per la fiducia al servizio dell'umanità intera.
E' in questo spirito che vi imparto con gioia la mia benedizione apostolica.
Dal Vaticano, 24 gennaio 1987.