Poiché lavorano per presentare una visione della vita ad un ampio pubblico che comprende bambini e adolescenti, i professionisti della televisione hanno la possibilità di avvalersi del ministero pastorale della Chiesa, che può aiutarli ad apprezzare quei principi etici e religiosi che conferiscono pieno significato alla vita umana e familiare: «programmi pastorali in grado di garantire una formazione permanente, capace di aiutare questi uomini e queste donne - molti dei quali sono sinceramente desiderosi di sapere e di praticare ciò che è giusto in campo etico e morale - ad essere sempre più compenetrati da criteri morali tanto nella loro vita professionale che in quella privata» (ibid., n. 19).
La famiglia, basata sul matrimonio, è una comunione unica di persone, costituita da Dio come «nucleo naturale e fondamentale della società» (Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, art. 16, 3). La televisione e gli altri mezzi di comunicazione sociale hanno un potere immenso per sostenere e rafforzare tale comunione all'interno della famiglia, così come la solidarietà verso le altre famiglie e lo spirito di servizio verso la società.
Grata per il contributo che la televisione, in quanto mezzo di comunicazione, ha dato e può dare a tale comunione all'interno della famiglia e tra le famiglie, la Chiesa - essa stessa comunione nella verità e nell'amore di Gesù Cristo, Parola di Dio - coglie l'occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali per incoraggiare le famiglie stesse, coloro che lavorano nell'ambito dei mezzi di comunicazione sociale e le autorità pubbliche, a realizzare appieno il nobile mandato di sostenere e rafforzare la prima e più vitale «cellula» della società: la famiglia.
Dal Vaticano, 24 gennaio 1994.
|
|