00 08/02/2009 15:09



 
L'anno scorso nella mia "Lettera alle Donne" cercai di iniziare un dialogo, in particolar modo con loro stesse, su cosa significasse essere donna nel mondo d'oggi (cf. n. 1).
Indicai anche alcuni tra "gli ostacoli che tuttora impediscono alle donne di essere pienamente integrate nella vita sociale, politica ed economica di tante parti del mondo" (n. 4). 

Questo è un dialogo che le persone che lavorano per i mass media possono, ed in verità ne hanno l'obbligo, promuovere e sostenere.
Gli operatori della comunicazione sociale, diventando spesso, lodevolmente, gli avvocati di coloro che non vengono ascoltati e degli emarginati, sono in una posizione unica per stimolare la coscienza pubblica a prestare attenzione a due seri problemi concernenti la situazione della donna nel mondo d'oggi

Innanzitutto, come ho scritto nella mia Lettera, la maternità viene spesso penalizzata invece di essere premiata, anche se l'umanità deve la propria sopravvivenza a quelle donne che hanno scelto di essere mogli e madri (cf. n. 4).

 È certamente un'ingiustizia che nei riguardi di queste donne venga fatta una discriminazione sia economica che sociale, per aver esse seguito una vocazione fondamentale.
Analogamente ho indicato l'urgente bisogno di raggiungere una effettiva pari dignità con l'uomo, in ogni ambito: uguale guadagno per uguale lavoro, difesa delle madri che lavorano, imparzialità negli avanzamenti di carriera, uguaglianza per le spose nei diritti di famiglia e riconoscimento di tutto ciò che fa parte dei diritti e doveri del cittadino in uno Stato democratico (cf. n. 4).

In secondo luogo, il progredire dell'emancipazione reale delle donne è una questione di giustizia, che non può essere ulteriormente trascurata; è una questione di benessere per la società.