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La sostanza del messaggio che proclamiamo è sempre Gesù: “dinanzi a lui, infatti, si pone l’intera storia umana: il nostro oggi e il futuro del mondo sono illuminati dalla sua presenza” (Incarnationis Mysterium,

I primi capitoli degli Atti degli Apostoli contengono il racconto commovente della proclamazione di Cristo da parte dei suoi primi seguaci - una proclamazione insieme spontanea, piena di fede e persuasiva, e realizzata mediante il potere dello Spirito Santo

La prima e la più importante cosa è che i discepoli proclamano Cristo in risposta al mandato che Egli ha dato loro.

Prima di ascendere al Cielo, Gesù dice agli Apostoli: “mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Act.1, 8).

E benché siano uomini “senza istruzione e popolani” (Act. 4, 13), essi rispondono subito e con generosità.

Dopo aver passato un certo tempo in preghiera con Maria e gli altri discepoli del Signore, ed agendo secondo quanto lo Spirito comandava loro, gli Apostoli iniziarono la proclamazione durante la Pentecoste (cfr. Act. 2).

La lettura di quegli eventi meravigliosi ci ricorda che la storia della comunicazione è come un viaggio, che va dall’orgoglioso progetto di Babele, con la sua carica di confusione e di mutua incomprensione (cfr. Gen. 11, 1-9), fino alla Pentecoste e al dono delle lingue: la restaurazione della comunicazione si incentra su Gesù per l’azione dello Spirito Santo.

 

Proclamare Cristo conduce, dunque, ad un incontro tra le persone nella fede e nella carità, al più profondo livello della loro umanità; lo stesso Signore Risorto diviene vincolo di genuina comunicazione tra i suoi fratelli e sorelle nello Spirito.