Il loro “status” privilegiato obbliga i media a porsi al di sopra delle questioni puramente economiche e a mettersi al servizio dei veri bisogni e del vero benessere della società.
Sebbene una certa regolamentazione pubblica dei media, nell’interesse del bene comune, sia appropriata, il controllo governativo non lo è.
I cronisti ed i giornalisti, in particolare, hanno il grave dovere di seguire le indicazioni della loro coscienza morale e di resistere alle pressioni che li sollecitano ad “adattare” la verità, al fine di soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico.
Concretamente, occorre non solo trovare il modo per garantire ai settori più deboli della società l’accesso alle informazioni di cui hanno bisogno, ma anche assicurare che essi non vengano esclusi da un ruolo effettivo e responsabile, nel decidere i contenuti dei media e determinare le strutture e le linee di condotta delle comunicazioni sociali.