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5. I media e la libertà. La libertà è una condizione preliminare della vera pace, oltre che uno dei suoi frutti più preziosi.

 
I media servono la libertà, servendo la verità: essi ostacolano la libertà quando si allontanano da quello che è vero, diffondendo falsità o creando un clima di insana reazione emotiva di fronte agli eventi.
Solo quando le persone hanno libero accesso ad una informazione verace e sufficiente, possono perseguire il bene comune e considerare le pubbliche autorità come responsabili di esso.

Se i media sono al servizio della libertà, essi stessi devono essere liberi e devono utilizzare questa libertà in modo corretto

 
 Il loro “status” privilegiato obbliga i media a porsi al di sopra delle questioni puramente economiche e a mettersi al servizio dei veri bisogni e del vero benessere della società.     

Sebbene una certa regolamentazione pubblica dei media, nell’interesse del bene comune, sia appropriata, il controllo governativo non lo è.
I cronisti ed i giornalisti, in particolare, hanno il grave dovere di seguire le indicazioni della loro coscienza morale e di resistere alle pressioni che li sollecitano ad “adattare” la verità, al fine di soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico.

Concretamente, occorre non solo trovare il modo per garantire ai settori più deboli della società l’accesso alle informazioni di cui hanno bisogno, ma anche assicurare che essi non vengano esclusi da un ruolo effettivo e responsabile, nel decidere i contenuti dei media e determinare le strutture e le linee di condotta delle comunicazioni sociali.