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6. Media e amore. “L’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio” (Giacomo 1,20). 

Al culmine della guerra fredda, il Beato Papa Giovanni XXIII ha espresso questo semplice, ma profondo pensiero su quello che implica la via della pace:

“La difesa della pace deve dipendere da un principio radicalmente differente da quello che è in vigore oggi. La vera pace tra le nazioni non dipende dal possesso di un uguale rifornimento di armi, ma unicamente dalla fiducia reciproca”
(Pacem in Terris, 113).

 
I mezzi della comunicazione sociale sono “attori chiave” nel mondo di oggi ed hanno un enorme ruolo da svolgere nella costruzione di questa fiducia.

 
Il loro potere è tale che in poco tempo possono provocare una reazione pubblica positiva o negativa agli eventi, in base ai loro intenti. 

Le persone di buon senso si rendono conto che questo enorme potere richiede i più alti livelli di impegno per la verità ed il bene.
In questo contesto gli uomini e le donne dei media sono tenuti a contribuire alla pace in ogni parte del mondo, abbattendo le barriere della diffidenza, prendendo in considerazione il punto di vista degli altri e sforzandosi sempre di incoraggiare le persone e le nazioni alla comprensione reciproca e al rispettoe ben oltre alla comprensione e al rispetto – alla riconciliazione e alla misericordia!

“Là dove l’odio e la sete di vendetta dominano, dove la guerra procura la sofferenza e la morte degli innocenti, la grazia della misericordia è indispensabile per placare le menti e i cuori degli uomini e costruire la pace”

Tutto ciò rappresenta una sfida enorme, ma non è chiedere troppo agli uomini e alle donne che operano nei media.

 Per vocazione ed anche per professione, essi sono chiamati ad essere agenti di verità, giustizia, libertà e amore, contribuendo con il loro così importante lavoro ad un ordine sociale “fondato sulla verità, costruito grazie alla giustizia, nutrito e animato dalla carità, e messo in atto sotto gli auspici della libertà” (Pacem in Terris, 167)

La mia preghiera in questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali si eleva, dunque, perché gli uomini e le donne che operano nei media siano più che mai all’altezza della sfida della loro vocazione: il servizio del bene comune universale.

La loro realizzazione personale, la pace e la felicità del mondo

dipendono in gran parte da questo.


Che Dio li benedica, li illumini e dia loro coraggio.


Dal Vaticano, 24 gennaio 2003, Festa di San Francesco di Sales.


GIOVANNI PAOLO II