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Almeno dal pubblicano



<< Il pubblicano, invece, fermatosi
a distanza... >> (Lc 18, 13)




I

Non chiedo che tu mi guarisca:

offesa sarebbe la domanda
che esaudire non puoi:

chiedo che tu mi salvi
che non mi lasci per sempre
soggiacere a questa
quotidiana morte:

chiedo che il Nulla non vinca
e io non abbia più
a incenerirmi di desideri

e viva infelice anche là
come ora, qui,
solo e lontano.



II

Tu sapessi cosa mi costi in rimorsi
e quanto io a te costi per grazia:

che la gara non si interrompa:

Io a pentirmi
e tu a usarmi pietà

pure se necessità è per me
il fallire

e per te,
continuare a perdere.



III

Così ti penso: un Dio
sempre esposto a follie,
ad accontentarsi di come siamo,
a perdere sempre:

o Luce incandescente
e pietosa

se tu sopporti
ciò che io sono
anch'io per te sopporto
di non sparire.



IV

Ti prego, non lasciarmi
nell'angoscia:

tu sai che nulla
di questi inganni
mi soddisfa:

che sono inganni lo so,
e tutti e due sappiamo
che non posso
non ingannarmi.