Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Anam_cara

Giobbe

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    00 29/06/2011 15:06
    1


    [1] C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male.

    [2] Gli erano nati sette figli e tre figlie;

    [3] possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

    [4] Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.

    [5] Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore". Così faceva Giobbe ogni volta.

    [6] Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.

    [7] Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa".

    [8] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male".

    [9] Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla?

    [10] Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra.

    [11] Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!".

    [12] Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal Signore.

    [13] Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,

    [14] un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi,

    [15] quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

    [16] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

    [17] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

    [18] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore,

    [19] quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

    [20] Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò

    [21] e disse:
    "Nudo uscii dal seno di mia madre,
    e nudo vi ritornerò.
    Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
    sia benedetto il nome del Signore!".

    [22] In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
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    00 29/06/2011 15:07

    2


    [1] Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.

    [2] Il Signore disse a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra che ho percorsa".

    [3] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo".

    [4] Satana rispose al Signore: "Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.

    [5] Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!".

    [6] Il Signore disse a satana: "Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita".

    [7] Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.

    [8] Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.

    [9] Allora sua moglie disse: "Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!".

    [10] Ma egli le rispose: "Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?".
    In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

    [11] Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo.

    [12] Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere.

    [13] Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
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    00 29/06/2011 15:07
    3


    [1] Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;

    [2] prese a dire:

    [3] Perisca il giorno in cui nacqui
    e la notte in cui si disse: "È stato concepito un
    uomo!".

    [4] Quel giorno sia tenebra,
    non lo ricerchi Dio dall'alto,
    né brilli mai su di esso la luce.

    [5] Lo rivendichi tenebra e morte,
    gli si stenda sopra una nube
    e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!

    [6] Quel giorno lo possieda il buio
    non si aggiunga ai giorni dell'anno,
    non entri nel conto dei mesi.

    [7] Ecco, quella notte sia lugubre
    e non entri giubilo in essa.

    [8] La maledicano quelli che imprecano al giorno,
    che sono pronti a evocare Leviatan.

    [9] Si oscurino le stelle del suo crepuscolo,
    speri la luce e non venga;
    non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,

    [10] poiché non mi ha chiuso il varco del grembo
    materno,
    e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!

    [11] E perché non sono morto fin dal seno di mia madre
    e non spirai appena uscito dal grembo?

    [12] Perché due ginocchia mi hanno accolto,
    e perché due mammelle, per allattarmi?

    [13] Sì, ora giacerei tranquillo,
    dormirei e avrei pace

    [14] con i re e i governanti della terra,
    che si sono costruiti mausolei,

    [15] o con i principi, che hanno oro
    e riempiono le case d'argento.

    [16] Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
    o come i bimbi che non hanno visto la luce.

    [17] Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi,
    laggiù riposano gli sfiniti di forze.

    [18] I prigionieri hanno pace insieme,
    non sentono più la voce dell'aguzzino.

    [19] Laggiù è il piccolo e il grande,
    e lo schiavo è libero dal suo padrone.

    [20] Perché dare la luce a un infelice
    e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,

    [21] a quelli che aspettano la morte e non viene,
    che la cercano più di un tesoro,

    [22] che godono alla vista di un tumulo,
    gioiscono se possono trovare una tomba...

    [23] a un uomo, la cui via è nascosta
    e che Dio da ogni parte ha sbarrato?

    [24] Così, al posto del cibo entra il mio gemito,
    e i miei ruggiti sgorgano come acqua,

    [25] perché ciò che temo mi accade
    e quel che mi spaventa mi raggiunge.

    [26] Non ho tranquillità, non ho requie,
    non ho riposo e viene il tormento!
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    00 29/06/2011 15:09
    4


    [1] Elifaz il Temanita prese la parola e disse:
    [2] Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso?
    Ma chi può trattenere il discorso?

    [3] Ecco, tu hai istruito molti
    e a mani fiacche hai ridato vigore;

    [4] le tue parole hanno sorretto chi vacillava
    e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.

    [5] Ma ora questo accade a te e ti abbatti;
    capita a te e ne sei sconvolto.

    [6] La tua pietà non era forse la tua fiducia
    e la tua condotta integra, la tua speranza?

    [7] Ricordalo: quale innocente è mai perito
    e quando mai furon distrutti gli uomini retti?

    [8] Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
    chi semina affanni, li raccoglie.

    [9] A un soffio di Dio periscono
    e dallo sfogo della sua ira sono annientati.

    [10] Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo
    e i denti dei leoncelli sono frantumati.

    [11] Il leone è perito per mancanza di preda
    e i figli della leonessa sono stati dispersi.

    [12] A me fu recata, furtiva, una parola
    e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.

    [13] Nei fantasmi, tra visioni notturne,
    quando grava sugli uomini il sonno,

    [14] terrore mi prese e spavento
    e tutte le ossa mi fece tremare;

    [15] un vento mi passò sulla faccia,
    e il pelo si drizzò sulla mia carne...

    [16] Stava là ritto uno, di cui non riconobbi
    l'aspetto,
    un fantasma stava davanti ai miei occhi...
    Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:

    [17] "Può il mortale essere giusto davanti a Dio
    o innocente l'uomo davanti al suo creatore?

    [18] Ecco, dei suoi servi egli non si fida
    e ai suoi angeli imputa difetti;

    [19] quanto più a chi abita case di fango,
    che nella polvere hanno il loro fondamento!
    Come tarlo sono schiacciati,

    [20] annientati fra il mattino e la sera:
    senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.

    [21] La funicella della loro tenda non viene forse
    strappata?
    Muoiono senza saggezza!".
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    00 29/06/2011 15:10
    5


    [1] Chiama, dunque! Ti risponderà forse qualcuno?
    E a chi fra i santi ti rivolgerai?

    [2] Poiché allo stolto dà morte lo sdegno
    e la collera fa morire lo sciocco.

    [3] Io ho visto lo stolto metter radici,
    ma imputridire la sua dimora all'istante.

    [4] I suoi figli sono lungi dal prosperare,
    sono oppressi alla porta, senza difensore;

    [5] l'affamato ne divora la messe
    e gente assetata ne succhia gli averi.

    [6] Non esce certo dalla polvere la sventura
    né germoglia dalla terra il dolore,

    [7] ma è l'uomo che genera pene,
    come le scintille volano in alto.

    [8] Io, invece, mi rivolgerei a Dio
    e a Dio esporrei la mia causa:

    [9] a lui, che fa cose grandi e incomprensibili,
    meraviglie senza numero,

    [10] che dà la pioggia alla terra
    e manda le acque sulle campagne.

    [11] Colloca gli umili in alto
    e gli afflitti solleva a prosperità;

    [12] rende vani i pensieri degli scaltri
    e le loro mani non ne compiono i disegni;

    [13] coglie di sorpresa i saggi nella loro astuzia
    e manda in rovina il consiglio degli scaltri.

    [14] Di giorno incappano nel buio
    e brancolano in pieno sole come di notte,

    [15] mentre egli salva dalla loro spada l'oppresso,
    e il meschino dalla mano del prepotente.

    [16] C'è speranza per il misero
    e l'ingiustizia chiude la bocca.

    [17] Felice l'uomo, che è corretto da Dio:
    perciò tu non sdegnare la correzione
    dell'Onnipotente,

    [18] perché egli fa la piaga e la fascia,
    ferisce e la sua mano risana.

    [19] Da sei tribolazioni ti libererà
    e alla settima non ti toccherà il male;

    [20] nella carestia ti scamperà dalla morte
    e in guerra dal colpo della spada;

    [21] sarai al riparo dal flagello della lingua,
    né temerai quando giunge la rovina.

    [22] Della rovina e della fame ti riderai
    né temerai le bestie selvatiche;

    [23] con le pietre del campo avrai un patto
    e le bestie selvatiche saranno in pace con te.

    [24] Conoscerai la prosperità della tua tenda,
    visiterai la tua proprietà e non sarai deluso.
    [25] Vedrai, numerosa, la prole,
    i tuoi rampolli come l'erba dei prati.

    [26] Te ne andrai alla tomba in piena maturità,
    come si ammucchia il grano a suo tempo.

    [27] Ecco, questo abbiamo osservato: è così.
    Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
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    Stellina788
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    00 29/06/2011 15:10
    6


    [1] Allora Giobbe rispose:

    [2] Se ben si pesasse il mio cruccio
    e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...

    [3] certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
    Per questo temerarie sono state le mie parole,

    [4] perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte,
    sì che il mio spirito ne beve il veleno
    e terrori immani mi si schierano contro!

    [5] Raglia forse il somaro con l'erba davanti
    o muggisce il bue sopra il suo foraggio?

    [6] Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
    O che gusto c'è nell'acqua di malva?

    [7] Ciò che io ricusavo di toccare
    questo è il ributtante mio cibo!

    [8] Oh, mi accadesse quello che invoco,
    e Dio mi concedesse quello che spero!

    [9] Volesse Dio schiacciarmi,
    stendere la mano e sopprimermi!

    [10] Ciò sarebbe per me un qualche conforto
    e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà,
    per non aver rinnegato i decreti del Santo.

    [11] Qual la mia forza, perché io possa durare,
    o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?

    [12] La mia forza è forza di macigni?
    La mia carne è forse di bronzo?

    [13] Non v'è proprio aiuto per me?
    Ogni soccorso mi è precluso?

    [14] A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici,
    anche se ha abbandonato il timore di Dio.

    [15] I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente,
    sono dileguati come i torrenti delle valli,

    [16] i quali sono torbidi per lo sgelo,
    si gonfiano allo sciogliersi della neve,

    [17] ma al tempo della siccità svaniscono
    e all'arsura scompaiono dai loro letti.

    [18] Deviano dalle loro piste le carovane,
    avanzano nel deserto e vi si perdono;

    [19] le carovane di Tema guardano là,
    i viandanti di Saba sperano in essi:

    [20] ma rimangono delusi d'avere sperato,
    giunti fin là, ne restano confusi.

    [21] Così ora voi siete per me:
    vedete che faccio orrore e vi prende paura.

    [22] Vi ho detto forse: "Datemi qualcosa"
    o "dei vostri beni fatemi un regalo"

    [23] o "liberatemi dalle mani di un nemico"
    o "dalle mani dei violenti riscattatemi"?

    [24] Istruitemi e allora io tacerò,
    fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.

    [25] Che hanno di offensivo le giuste parole?
    Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?

    [26] Forse voi pensate a confutare parole,
    e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!

    [27] Anche sull'orfano gettereste la sorte
    e a un vostro amico scavereste la fossa.

    [28] Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
    davanti a voi non mentirò.

    [29] Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
    Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!

    [30] C'è forse iniquità sulla mia lingua
    o il mio palato non distingue più le sventure?
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    00 29/06/2011 15:11

    7


    [1] Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra
    e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?

    [2] Come lo schiavo sospira l'ombra
    e come il mercenario aspetta il suo salario,

    [3] così a me son toccati mesi d'illusione
    e notti di dolore mi sono state assegnate.

    [4] Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
    Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino
    all'alba.

    [5] Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
    raggrinzita è la mia pelle e si disfà.

    [6] I miei giorni sono stati più veloci d'una spola,
    sono finiti senza speranza.

    [7] Ricordati che un soffio è la mia vita:
    il mio occhio non rivedrà più il bene.

    [8] Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede:
    i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.

    [9] Una nube svanisce e se ne va,
    così chi scende agl'inferi più non risale;

    [10] non tornerà più nella sua casa,
    mai più lo rivedrà la sua dimora.

    [11] Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
    parlerò nell'angoscia del mio spirito,
    mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!

    [12] Son io forse il mare oppure un mostro marino,
    perché tu mi metta accanto una guardia?

    [13] Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà
    sollievo,
    il mio letto allevierà la mia sofferenza",

    [14] tu allora mi spaventi con sogni
    e con fantasmi tu mi atterrisci.

    [15] Preferirei essere soffocato,
    la morte piuttosto che questi miei dolori!

    [16] Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
    Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.

    [17] Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto
    e a lui rivolgi la tua attenzione

    [18] e lo scruti ogni mattina
    e ad ogni istante lo metti alla prova?

    [19] Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
    e non mi lascerai inghiottire la saliva?

    [20] Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
    o custode dell'uomo?
    Perché m'hai preso a bersaglio
    e ti son diventato di peso?

    [21] Perché non cancelli il mio peccato
    e non dimentichi la mia iniquità?
    Ben presto giacerò nella polvere,
    mi cercherai, ma più non sarò!
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    00 29/06/2011 15:12
    8


    [1] Allora prese a dire Bildad il Suchita:

    [2] Fino a quando dirai queste cose
    e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?

    [3] Può forse Dio deviare il diritto
    o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?

    [4] Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
    li ha messi in balìa della loro iniquità.

    [5] Se tu cercherai Dio
    e implorerai l'Onnipotente,

    [6] se puro e integro tu sei,
    fin d'ora veglierà su di te
    e ristabilirà la dimora della tua giustizia;

    [7] piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
    di fronte alla grandezza che avrà la futura.

    [8] Chiedilo infatti alle generazioni passate,
    poni mente all'esperienza dei loro padri,

    [9] perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
    come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.

    [10] Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
    traendo le parole dal cuore?

    [11] Cresce forse il papiro fuori della palude
    e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?

    [12] È ancora verde, non buono per tagliarlo,
    e inaridisce prima d'ogn'altra erba.

    [13] Tale il destino di chi dimentica Dio,
    così svanisce la speranza dell'empio;

    [14] la sua fiducia è come un filo
    e una tela di ragno è la sua sicurezza:

    [15] si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
    vi si aggrappi, ma essa non regge.

    [16] Rigoglioso sia pure in faccia al sole
    e sopra il giardino si spandano i suoi rami,

    [17] sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici,
    tra le pietre attinga la vita.

    [18] Se lo si toglie dal suo luogo,
    questo lo rinnega: "Non t'ho mai visto!".

    [19] Ecco la gioia del suo destino
    e dalla terra altri rispuntano.

    [20] Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro,
    e non sostiene la mano dei malfattori.

    [21] Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso
    e le tue labbra di gioia.

    [22] I tuoi nemici saran coperti di vergogna
    e la tenda degli empi più non sarà.
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    00 29/06/2011 15:13
    9


    [1] Giobbe rispose dicendo:

    [2] In verità io so che è così:
    e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?

    [3] Se uno volesse disputare con lui,
    non gli risponderebbe una volta su mille.

    [4] Saggio di mente, potente per la forza,
    chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?

    [5] Sposta le montagne e non lo sanno,
    egli nella sua ira le sconvolge.

    [6] Scuote la terra dal suo posto
    e le sue colonne tremano.

    [7] Comanda al sole ed esso non sorge
    e alle stelle pone il suo sigillo.

    [8] Egli da solo stende i cieli
    e cammina sulle onde del mare.

    [9] Crea l'Orsa e l'Orione,
    le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.

    [10] Fa cose tanto grandi da non potersi indagare,
    meraviglie da non potersi contare.

    [11] Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
    se ne va e di lui non m'accorgo.

    [12] Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
    Chi gli può dire: "Che fai?".

    [13] Dio non ritira la sua collera:
    sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.

    [14] Tanto meno io potrei rispondergli,
    trovare parole da dirgli!

    [15] Se avessi anche ragione, non risponderei,
    al mio giudice dovrei domandare pietà.

    [16] Se io lo invocassi e mi rispondesse,
    non crederei che voglia ascoltare la mia voce.

    [17] Egli con una tempesta mi schiaccia,
    moltiplica le mie piaghe senza ragione,

    [18] non mi lascia riprendere il fiato,
    anzi mi sazia di amarezze.

    [19] Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore;
    se di giustizia, chi potrà citarlo?

    [20] Se avessi ragione, il mio parlare mi
    condannerebbe;
    se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.

    [21] Sono innocente? Non lo so neppure io,
    detesto la mia vita!

    [22] Per questo io dico: "È la stessa cosa":
    egli fa perire l'innocente e il reo!

    [23] Se un flagello uccide all'improvviso,
    della sciagura degli innocenti egli ride.

    [24] La terra è lasciata in balìa del malfattore:
    egli vela il volto dei suoi giudici;
    se non lui, chi dunque sarà?

    [25] I miei giorni passano più veloci d'un corriere,
    fuggono senza godere alcun bene,

    [26] volano come barche di giunchi,
    come aquila che piomba sulla preda.

    [27] Se dico: "Voglio dimenticare il mio gemito,
    cambiare il mio volto ed essere lieto",

    [28] mi spavento per tutti i miei dolori;
    so bene che non mi dichiarerai innocente.

    [29] Se sono colpevole,
    perché affaticarmi invano?

    [30] Anche se mi lavassi con la neve
    e pulissi con la soda le mie mani,

    [31] allora tu mi tufferesti in un pantano
    e in orrore mi avrebbero le mie vesti.

    [32] Poiché non è uomo come me, che io possa
    rispondergli:
    "Presentiamoci alla pari in giudizio".

    [33] Non c'è fra noi due un arbitro
    che ponga la mano su noi due.

    [34] Allontani da me la sua verga
    sì che non mi spaventi il suo terrore:

    [35] allora io potrò parlare senza temerlo,
    perché così non sono in me stesso.
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    00 29/06/2011 15:13
    10


    [1] Stanco io sono della mia vita!
    Darò libero sfogo al mio lamento,
    parlerò nell'amarezza del mio cuore.

    [2] Dirò a Dio: Non condannarmi!
    Fammi sapere perché mi sei avversario.

    [3] È forse bene per te opprimermi,
    disprezzare l'opera delle tue mani
    e favorire i progetti dei malvagi?

    [4] Hai tu forse occhi di carne
    o anche tu vedi come l'uomo?

    [5] Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo,
    i tuoi anni come i giorni di un mortale,

    [6] perché tu debba scrutare la mia colpa
    e frugare il mio peccato,

    [7] pur sapendo ch'io non sono colpevole
    e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?

    [8] Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto
    integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?

    [9] Ricordati che come argilla mi hai plasmato
    e in polvere mi farai tornare.

    [10] Non m'hai colato forse come latte
    e fatto accagliare come cacio?

    [11] Di pelle e di carne mi hai rivestito,
    d'ossa e di nervi mi hai intessuto.

    [12] Vita e benevolenza tu mi hai concesso
    e la tua premura ha custodito il mio spirito.

    [13] Eppure, questo nascondevi nel cuore,
    so che questo avevi nel pensiero!

    [14] Tu mi sorvegli, se pecco,
    e non mi lasci impunito per la mia colpa.

    [15] Se sono colpevole, guai a me!
    Se giusto, non oso sollevare la testa,
    sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.

    [16] Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la
    caccia
    e torni a compiere prodigi contro di me,

    [17] su di me rinnovi i tuoi attacchi,
    contro di me aumenti la tua ira
    e truppe sempre fresche mi assalgono.
    [18] Perché tu mi hai tratto dal seno materno?
    Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto!

    [19] Sarei come se non fossi mai esistito;
    dal ventre sarei stato portato alla tomba!

    [20] E non son poca cosa i giorni della mia vita?
    Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco

    [21] prima che me ne vada, senza ritornare,
    verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte,

    [22] terra di caligine e di disordine,
    dove la luce è come le tenebre.
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    00 29/06/2011 15:14
    11


    [1] Allora Zofar il Naamatita prese la parola e disse:

    [2] A tante parole non si darà risposta?
    O il loquace dovrà aver ragione?

    [3] I tuoi sproloqui faranno tacere la gente?
    Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni?

    [4] Tu dici: "Pura è la mia condotta,
    io sono irreprensibile agli occhi di lui".

    [5] Tuttavia, volesse Dio parlare
    e aprire le labbra contro di te,

    [6] per manifestarti i segreti della sapienza,
    che sono così difficili all'intelletto,
    allora sapresti che Dio ti condona parte della tua
    colpa.

    [7] Credi tu di scrutare l'intimo di Dio
    o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente?

    [8] È più alta del cielo: che cosa puoi fare?
    È più profonda degli inferi: che ne sai?

    [9] Più lunga della terra ne è la dimensione,
    più vasta del mare.

    [10] Se egli assale e imprigiona
    e chiama in giudizio, chi glielo può impedire?

    [11] Egli conosce gli uomini fallaci,
    vede l'iniquità e l'osserva:

    [12] l'uomo stolto mette giudizio
    e da ònagro indomito diventa docile.

    [13] Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore
    e tenderai a lui le tue palme,

    [14] se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano
    e non farai abitare l'ingiustizia nelle tue tende,

    [15] allora potrai alzare la faccia senza macchia
    e sarai saldo e non avrai timori,

    [16] perché dimenticherai l'affanno
    e te ne ricorderai come di acqua passata;

    [17] più del sole meridiano splenderà la tua vita,
    l'oscurità sarà per te come l'aurora.

    [18] Ti terrai sicuro per ciò che ti attende
    e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.

    [19] Ti coricherai e nessuno ti disturberà,
    molti anzi cercheranno i tuoi favori.

    [20] Ma gli occhi dei malvagi languiranno,
    ogni scampo è per essi perduto,
    unica loro speranza è l'ultimo respiro!
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    00 29/06/2011 15:14
    12

    [1] Giobbe allora rispose:

    [2] È vero, sì, che voi siete la voce del popolo
    e la sapienza morirà con voi!

    [3] Anch'io però ho senno come voi,
    e non sono da meno di voi;
    chi non sa cose simili?

    [4] Ludibrio del suo amico è diventato
    chi grida a Dio perché gli risponda;
    ludibrio il giusto, l'integro!

    [5] "Per la sventura, disprezzo", pensa la gente
    prosperosa,
    "spinte, a colui che ha il piede tremante".

    [6] Le tende dei ladri sono tranquille,
    c'è sicurezza per chi provoca Dio,
    per chi vuol ridurre Dio in suo potere.

    [7] Ma interroga pure le bestie, perché ti
    ammaestrino,
    gli uccelli del cielo, perché ti informino,

    [8] o i rettili della terra, perché ti istruiscano
    o i pesci del mare perché te lo faccian sapere.

    [9] Chi non sa, fra tutti questi esseri,
    che la mano del Signore ha fatto questo?

    [10] Egli ha in mano l'anima di ogni vivente
    e il soffio d'ogni carne umana.

    [11] L'orecchio non distingue forse le parole
    e il palato non assapora i cibi?

    [12] Nei canuti sta la saggezza
    e nella vita lunga la prudenza.

    [13] In lui risiede la sapienza e la forza,
    a lui appartiene il consiglio e la prudenza!

    [14] Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire,
    se imprigiona uno, non si può liberare.

    [15] Se trattiene le acque, tutto si secca,
    se le lascia andare, devastano la terra.

    [16] Da lui viene potenza e sagacia,
    a lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.

    [17] Rende stolti i consiglieri della terra,
    priva i giudici di senno;

    [18] scioglie la cintura dei re
    e cinge i loro fianchi d'una corda.

    [19] Fa andare scalzi i sacerdoti
    e rovescia i potenti.

    [20] Toglie la favella ai più veraci
    e priva del senno i vegliardi.

    [21] Sui nobili spande il disprezzo
    e allenta la cintura ai forti.

    [22] Strappa dalle tenebre i segreti
    e porta alla luce le cose oscure.

    [23] Fa grandi i popoli e li lascia perire,
    estende le nazioni e le abbandona.

    [24] Toglie il senno ai capi del paese
    e li fa vagare per solitudini senza strade,

    [25] vanno a tastoni per le tenebre, senza luce,
    e barcollano come ubriachi.
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    00 29/06/2011 15:15
    13


    [1] Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio,
    l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.

    [2] Quel che sapete voi, lo so anch'io;
    non sono da meno di voi.

    [3] Ma io all'Onnipotente vorrei parlare,
    a Dio vorrei fare rimostranze.

    [4] Voi siete raffazzonatori di menzogne,
    siete tutti medici da nulla.

    [5] Magari taceste del tutto!
    sarebbe per voi un atto di sapienza!

    [6] Ascoltate dunque la mia riprensione
    e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.

    [7] Volete forse in difesa di Dio dire il falso
    e in suo favore parlare con inganno?

    [8] Vorreste trattarlo con parzialità
    e farvi difensori di Dio?

    [9] Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse?
    Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?

    [10] Severamente vi redarguirà,
    se in segreto gli siete parziali.

    [11] Forse la sua maestà non vi incute spavento
    e il terrore di lui non vi assale?

    [12] Sentenze di cenere sono i vostri moniti,
    difese di argilla le vostre difese.

    [13] Tacete, state lontani da me: parlerò io,
    mi capiti quel che capiti.

    [14] Voglio afferrare la mia carne con i denti
    e mettere sulle mie mani la mia vita.

    [15] Mi uccida pure, non me ne dolgo;
    voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!

    [16] Questo mi sarà pegno di vittoria,
    perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.

    [17] Ascoltate bene le mie parole
    e il mio esposto sia nei vostri orecchi.

    [18] Ecco, tutto ho preparato per il giudizio,
    son convinto che sarò dichiarato innocente.

    [19] Chi vuol muover causa contro di me?
    Perché allora tacerò, pronto a morire.

    [20] Solo, assicurami due cose
    e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;

    [21] allontana da me la tua mano
    e il tuo terrore più non mi spaventi;

    [22] poi interrogami pure e io risponderò
    oppure parlerò io e tu mi risponderai.

    [23] Quante sono le mie colpe e i miei peccati?
    Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.

    [24] Perché mi nascondi la tua faccia
    e mi consideri come un nemico?

    [25] Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento
    e dar la caccia a una paglia secca?

    [26] Poiché scrivi contro di me sentenze amare
    e mi rinfacci i miei errori giovanili;

    [27] tu metti i miei piedi in ceppi,
    spii tutti i miei passi
    e ti segni le orme dei miei piedi.

    [28] Intanto io mi disfò come legno tarlato
    o come un vestito corroso da tignola.
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    00 29/06/2011 15:15
    14


    [1] L'uomo, nato di donna,
    breve di giorni e sazio di inquietudine,

    [2] come un fiore spunta e avvizzisce,
    fugge come l'ombra e mai si ferma.

    [3] Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
    e lo chiami a giudizio presso di te?

    [4] Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
    [5] Se i suoi giorni sono contati,
    se il numero dei suoi mesi dipende da te,
    se hai fissato un termine che non può oltrepassare,

    [6] distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
    finché abbia compiuto, come un salariato, la sua
    giornata!

    [7] Poiché anche per l'albero c'è speranza:
    se viene tagliato, ancora ributta
    e i suoi germogli non cessano di crescere;

    [8] se sotto terra invecchia la sua radice
    e al suolo muore il suo tronco,

    [9] al sentore dell'acqua rigermoglia
    e mette rami come nuova pianta.

    [10] L'uomo invece, se muore, giace inerte,
    quando il mortale spira, dov'è?

    [11] Potranno sparire le acque del mare
    e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,

    [12] ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
    finché durano i cieli non si sveglierà,
    né più si desterà dal suo sonno.

    [13] Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
    occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
    fissarmi un termine e poi ricordarti di me!

    [14] Se l'uomo che muore potesse rivivere,
    aspetterei tutti i giorni della mia milizia
    finché arrivi per me l'ora del cambio!

    [15] Mi chiameresti e io risponderei,
    l'opera delle tue mani tu brameresti.

    [16] Mentre ora tu conti i miei passi
    non spieresti più il mio peccato:

    [17] in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
    e tu cancelleresti la mia colpa.

    [18] Ohimè! come un monte finisce in una frana
    e come una rupe si stacca dal suo posto,

    [19] e le acque consumano le pietre,
    le alluvioni portano via il terreno:
    così tu annienti la speranza dell'uomo.

    [20] Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
    tu sfiguri il suo volto e lo scacci.

    [21] Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
    siano disprezzati, lo ignora!

    [22] Soltanto i suoi dolori egli sente
    e piange sopra di sé.
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    00 29/06/2011 15:16
    15


    [1] Elifaz il Temanita prese a dire:

    [2] Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate
    in aria
    e riempirsi il ventre di vento d'oriente?

    [3] Si difende egli con parole senza costrutto
    e con discorsi inutili?

    [4] Tu anzi distruggi la religione
    e abolisci la preghiera innanzi a Dio.

    [5] Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca
    e scegli il linguaggio degli astuti.

    [6] Non io, ma la tua bocca ti condanna
    e le tue labbra attestano contro di te.

    [7] Sei forse tu il primo uomo che è nato,
    o, prima dei monti, sei venuto al mondo?

    [8] Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio
    e ti sei appropriata tu solo la sapienza?

    [9] Che cosa sai tu che noi non sappiamo?
    Che cosa capisci che da noi non si comprenda?

    [10] Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto
    più di tuo padre, carico d'anni.

    [11] Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio
    e una parola moderata a te rivolta?

    [12] Perché il tuo cuore ti trasporta
    e perché fanno cenni i tuoi occhi,

    [13] quando volgi contro Dio il tuo animo
    e fai uscire tali parole dalla tua bocca?

    [14] Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro,
    perché si dica giusto un nato di donna?

    [15] Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia
    e i cieli non sono puri ai suoi occhi;

    [16] quanto meno un essere abominevole e corrotto,
    l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.

    [17] Voglio spiegartelo, ascoltami,
    ti racconterò quel che ho visto,

    [18] quello che i saggi riferiscono,
    non celato ad essi dai loro padri;

    [19] a essi soli fu concessa questa terra,
    né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.

    [20] Per tutti i giorni della vita il malvagio si
    tormenta;
    sono contati gli anni riservati al violento.

    [21] Voci di spavento gli risuonano agli orecchi
    e in piena pace si vede assalito dal predone.

    [22] Non crede di potersi sottrarre alle tenebre,
    egli si sente destinato alla spada.

    [23] Destinato in pasto agli avvoltoi,
    sa che gli è preparata la rovina.

    [24] Un giorno tenebroso lo spaventa,
    la miseria e l'angoscia l'assalgono
    come un re pronto all'attacco,

    [25] perché ha steso contro Dio la sua mano,
    ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;

    [26] correva contro di lui a testa alta,
    al riparo del curvo spessore del suo scudo;

    [27] poiché aveva la faccia coperta di grasso
    e pinguedine intorno ai suoi fianchi.

    [28] Avrà dimora in città diroccate,
    in case dove non si abita più,
    destinate a diventare macerie.

    [29] Non arricchirà, non durerà la sua fortuna,
    non metterà radici sulla terra.

    [30] Alle tenebre non sfuggirà,
    la vampa seccherà i suoi germogli
    e dal vento sarà involato il suo frutto.

    [31] Non confidi in una vanità fallace,
    perché sarà una rovina.

    [32] La sua fronda sarà tagliata prima del tempo
    e i suoi rami non rinverdiranno più.

    [33] Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor
    acerba
    e getterà via come ulivo i suoi fiori,

    [34] poiché la stirpe dell'empio è sterile
    e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.

    [35] Concepisce malizia e genera sventura
    e nel suo seno alleva delusione.

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    00 29/06/2011 15:16
    16


    [1] Allora rispose:

    [2] Ne ho udite già molte di simili cose!
    Siete tutti consolatori molesti.

    [3] Non avran termine le parole campate in aria?
    O che cosa ti spinge a rispondere così?

    [4] Anch'io sarei capace di parlare come voi,
    se voi foste al mio posto:
    vi affogherei con parole
    e scuoterei il mio capo su di voi.

    [5] Vi conforterei con la bocca
    e il tremito delle mie labbra cesserebbe.

    [6] Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore;
    se taccio, che cosa lo allontana da me?

    [7] Ora però egli m'ha spossato, fiaccato,
    tutto il mio vicinato mi è addosso;

    [8] si è costituito testimone ed è insorto contro di
    me:
    il mio calunniatore mi accusa in faccia.

    [9] La sua collera mi dilania e mi perseguita;
    digrigna i denti contro di me,
    il mio nemico su di me aguzza gli occhi.

    [10] Spalancano la bocca contro di me,
    mi schiaffeggiano con insulti,
    insieme si alleano contro di me.

    [11] Dio mi consegna come preda all'empio,
    e mi getta nelle mani dei malvagi.

    [12] Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato,
    mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato;
    ha fatto di me il suo bersaglio.

    [13] I suoi arcieri mi circondano;
    mi trafigge i fianchi senza pietà,
    versa a terra il mio fiele,

    [14] mi apre ferita su ferita,
    mi si avventa contro come un guerriero.

    [15] Ho cucito un sacco sulla mia pelle
    e ho prostrato la fronte nella polvere.

    [16] La mia faccia è rossa per il pianto
    e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.

    [17] Non c'è violenza nelle mie mani
    e pura è stata la mia preghiera.

    [18] O terra, non coprire il mio sangue
    e non abbia sosta il mio grido!

    [19] Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli,
    il mio mallevadore è lassù;

    [20] miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti,
    mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,

    [21] perché difenda l'uomo davanti a Dio,
    come un mortale fa con un suo amico;

    [22] poiché passano i miei anni contati
    e io me ne vado per una via senza ritorno.
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    17


    [1] Il mio spirito vien meno,
    i miei giorni si spengono;
    non c'è per me che la tomba!

    [2] Non sono io in balìa di beffardi?
    Fra i loro insulti veglia il mio occhio.

    [3] Sii tu la mia garanzia presso di te!
    Qual altro vorrebbe stringermi la destra?

    [4] Poiché hai privato di senno la loro mente,
    per questo non li lascerai trionfare.

    [5] Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo,
    mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;

    [6] così son diventato ludibrio dei popoli
    sono oggetto di scherno davanti a loro.

    [7] Si offusca per il dolore il mio occhio
    e le mie membra non sono che ombra.

    [8] Gli onesti ne rimangono stupiti
    e l'innocente s'indigna contro l'empio.

    [9] Ma il giusto si conferma nella sua condotta
    e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.

    [10] Su, venite di nuovo tutti:
    io non troverò un saggio fra di voi.

    [11] I miei giorni sono passati, svaniti i miei
    progetti,
    i voti del mio cuore.

    [12] Cambiano la notte in giorno,
    la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.

    [13] Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia
    casa,
    nelle tenebre distendo il mio giaciglio.

    [14] Al sepolcro io grido: "Padre mio sei tu!"
    e ai vermi: "Madre mia, sorelle mie voi siete!".

    [15] E la mia speranza dov'è?
    Il mio benessere chi lo vedrà?

    [16] Scenderanno forse con me nella tomba
    o caleremo insieme nella polvere!
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    00 29/06/2011 15:18
    18


    [1] Bildad il Suchita prese a dire:

    [2] Quando porrai fine alle tue chiacchiere?
    Rifletti bene e poi parleremo.

    [3] Perché considerarci come bestie,
    ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?

    [4] Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore,
    forse per causa tua sarà abbandonata la terra
    e le rupi si staccheranno dal loro posto?

    [5] Certamente la luce del malvagio si spegnerà
    e più non brillerà la fiamma del suo focolare.

    [6] La luce si offuscherà nella sua tenda
    e la lucerna si estinguerà sopra di lui.

    [7] Il suo energico passo s'accorcerà
    e i suoi progetti lo faran precipitare,

    [8] poiché incapperà in una rete con i suoi piedi
    e sopra un tranello camminerà.

    [9] Un laccio l'afferrerà per il calcagno,
    un nodo scorsoio lo stringerà.

    [10] Gli è nascosta per terra una fune
    e gli è tesa una trappola sul sentiero.

    [11] Lo spaventano da tutte le parti terrori e lo inseguono alle calcagna.

    [12] Diventerà carestia la sua opulenza
    e la rovina è lì in piedi al suo fianco.

    [13] Un malanno divorerà la sua pelle,
    roderà le sue membra il primogenito della morte.

    [14] Sarà tolto dalla tenda in cui fidava,
    per essere trascinato al re dei terrori!

    [15] Potresti abitare nella tenda che non è più sua;
    sulla sua dimora si spargerà zolfo.

    [16] Al di sotto, le sue radici si seccheranno,
    sopra, saranno tagliati i suoi rami.

    [17] Il suo ricordo sparirà dalla terra
    e il suo nome più non si udrà per la contrada.

    [18] Lo getteranno dalla luce nel buio
    e dal mondo lo stermineranno.

    [19] Non famiglia, non discendenza avrà nel suo
    popolo,
    non superstiti nei luoghi della sua dimora.

    [20] Della sua fine stupirà l'occidente
    e l'oriente ne prenderà orrore.

    [21] Ecco qual è la sorte dell'iniquo:
    questa è la dimora di chi misconosce Dio.
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    Stellina788
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    19
    Il trionfo della fede nell'abbandono di Dio e degli uomini


    [1] Giobbe allora rispose:

    [2] Fino a quando mi tormenterete
    e mi opprimerete con le vostre parole?

    [3] Son dieci volte che mi insultate
    e mi maltrattate senza pudore.

    [4] È poi vero che io abbia mancato
    e che persista nel mio errore?

    [5] Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
    rinfacciandomi la mia abiezione?

    [6] Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
    e mi ha avviluppato nella sua rete.

    [7] Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
    chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!

    [8] Mi ha sbarrato la strada perché non passi
    e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.

    [9] Mi ha spogliato della mia gloria
    e mi ha tolto dal capo la corona.

    [10] Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco,
    mi ha strappato, come un albero, la speranza.

    [11] Ha acceso contro di me la sua ira
    e mi considera come suo nemico.

    [12] Insieme sono accorse le sue schiere
    e si sono spianata la strada contro di me;
    hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.

    [13] I miei fratelli si sono allontanati da me,
    persino gli amici mi si sono fatti stranieri.

    [14] Scomparsi sono vicini e conoscenti,
    mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;

    [15] da estraneo mi trattano le mie ancelle,
    un forestiero sono ai loro occhi.

    [16] Chiamo il mio servo ed egli non risponde,
    devo supplicarlo con la mia bocca.

    [17] Il mio fiato è ripugnante per mia moglie
    e faccio schifo ai figli di mia madre.

    [18] Anche i monelli hanno ribrezzo di me:
    se tento d'alzarmi, mi danno la baia.

    [19] Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti:
    quelli che amavo si rivoltano contro di me.

    [20] Alla pelle si attaccano le mie ossa
    e non è salva che la pelle dei miei denti.

    [21] Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
    perché la mano di Dio mi ha percosso!

    [22] Perché vi accanite contro di me, come Dio,
    e non siete mai sazi della mia carne?

    [23] Oh, se le mie parole si scrivessero,
    se si fissassero in un libro,

    [24] fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
    per sempre s'incidessero sulla roccia!

    [25] Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
    e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!

    [26] Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
    senza la mia carne, vedrò Dio.

    [27] Io lo vedrò, io stesso,
    e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
    Le mie viscere si consumano dentro di me.

    [28] Poiché dite: "Come lo perseguitiamo noi,
    se la radice del suo danno è in lui?",

    [29] temete per voi la spada,
    poiché punitrice d'iniquità è la spada,
    affinché sappiate che c'è un giudice.
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    20


    [1] Zofar il Naamatita prese a dire:

    [2] Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere
    e perciò v'è questa fretta dentro di me.

    [3] Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo,
    ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a
    replicare.

    [4] Non sai tu che da sempre,
    da quando l'uomo fu posto sulla terra,

    [5] il trionfo degli empi è breve
    e la gioia del perverso è d'un istante?

    [6] Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura
    e il suo capo toccasse le nubi,

    [7] come lo sterco sarebbe spazzato per sempre
    e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".

    [8] Svanirà come un sogno, e non si troverà più,
    si dileguerà come visione notturna.

    [9] L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà,
    né più lo scorgerà la sua dimora.

    [10] I suoi figli dovranno risarcire i poveri,
    le loro mani restituiranno le sue ricchezze.

    [11] Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza,
    ma con lui giacciono nella polvere.

    [12] Se alla sua bocca fu dolce il male,
    se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,

    [13] assaporandolo senza inghiottirlo,
    se lo tratteneva in mezzo al suo palato:

    [14] il suo cibo gli si guasterà nelle viscere,
    veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.

    [15] I beni divorati ora rivomita,
    Dio glieli caccia fuori dal ventre.

    [16] Veleno d'aspide ha succhiato,
    una lingua di vipera lo uccide.

    [17] Non vedrà più ruscelli d'olio,
    fiumi di miele e fior di latte;

    [18] renderà i sudati acquisti senza assaggiarli,
    come non godrà del frutto del suo commercio,

    [19] perché ha oppresso e abbandonato i miseri,
    ha rubato case invece di costruirle;

    [20] perché non ha saputo essere pago dei suoi beni,
    con i suoi tesori non si salverà.

    [21] Nulla è sfuggito alla sua voracità,
    per questo non durerà il suo benessere.

    [22] Nel colmo della sua abbondanza si troverà in
    miseria;
    ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.

    [23] Quando starà per riempire il suo ventre,
    Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno,
    e gli farà piovere addosso brace.

    [24] Se sfuggirà l'arma di ferro,
    lo trafiggerà l'arco di bronzo:

    [25] gli uscirà il dardo dalla schiena,
    una spada lucente dal fegato.
    Lo assaliranno i terrori;

    [26] tutte le tenebre gli sono riservate.
    Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo,
    esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.

    [27] Riveleranno i cieli la sua iniquità
    e la terra si alzerà contro di lui.

    [28] Un'alluvione travolgerà la sua casa,
    scorrerà nel giorno dell'ira.

    [29] Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo
    perverso,
    la parte a lui decretata da Dio.
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