Anam_cara

Giona

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    Stellina788
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    00 07/07/2011 11:13
    1


    [1] Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore:

    [2] "Alzati, và a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me".

    [3] Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.

    [4] Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi.

    [5] I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente.

    [6] Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: "Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo".

    [7] Quindi dissero fra di loro: "Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura". Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona.

    [8] Gli domandarono: "Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?".

    [9] Egli rispose: "Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra".

    [10] Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: "Che cosa hai fatto?". Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato.

    [11] Essi gli dissero: "Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?". Infatti il mare infuriava sempre più.

    [12] Egli disse loro: "Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia".

    [13] Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro.

    [14] Allora implorarono il Signore e dissero: "Signore, fà che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere".

    [15] Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia.

    [16] Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.
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    Stellina788
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    2


    [1] Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.

    [2] Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio

    [3] e disse:
    "Nella mia angoscia ho invocato il Signore
    ed egli mi ha esaudito;
    dal profondo degli inferi ho gridato
    e tu hai ascoltato la mia voce.

    [4] Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare
    e le correnti mi hanno circondato;
    tutti i tuoi flutti e le tue onde
    sono passati sopra di me.

    [5] Io dicevo: Sono scacciato
    lontano dai tuoi occhi;
    eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio.

    [6] Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
    l'abisso mi ha avvolto,
    l'alga si è avvinta al mio capo.

    [7] Sono sceso alle radici dei monti,
    la terra ha chiuso le sue spranghe
    dietro a me per sempre.
    Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
    Signore mio Dio.

    [8] Quando in me sentivo venir meno la vita,
    ho ricordato il Signore.
    La mia preghiera è giunta fino a te,
    fino alla tua santa dimora.

    [9] Quelli che onorano vane nullità
    abbandonano il loro amore.

    [10] Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
    e adempirò il voto che ho fatto;
    la salvezza viene dal Signore".

    [11] E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.
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    3


    [1] Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore:

    [2] "Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò".

    [3] Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino.

    [4] Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta".

    [5] I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.

    [6] Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

    [7] Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: "Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua.

    [8] Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.

    [9] Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?".

    [10] Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
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    4


    [1] Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito.

    [2] Pregò il Signore: "Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato.

    [3] Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!".

    [4] Ma il Signore gli rispose: "Ti sembra giusto essere sdegnato così?".

    [5] Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un riparo di frasche e vi si mise all'ombra in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città.

    [6] Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.

    [7] Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò.

    [8] Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: "Meglio per me morire che vivere".

    [9] Dio disse a Giona: "Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino?". Egli rispose: "Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte!".

    [10] Ma il Signore gli rispose: "Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita:

    [11] e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?".