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Per l'uomo e la donna creati ed incaricati di questo compito da Dio, il lavoro quotidiano ha un significato grande e meraviglioso.

Le idee della gente, le attività e le imprese di ciascun essere umano - per quanto comuni possano essere - sono usate dal Creatore per rinnovare il mondo, per condurlo alla salvezza, per renderlo uno strumento più perfetto della gloria divina.


Circa venticinque anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II, riflettendo sulla Chiesa nel mondo moderno, dichiararono che gli uomini e le donne, operando per le loro famiglie e per la comunità con le loro quotidiane occupazioni, potevano considerare il loro lavoro come «un prolungamento del lavoro del Creatore... e come loro personale contributo alla realizzazione del disegno divino nella storia» (Gaudium et Spes, 34).

I Padri del Concilio nel guardare al futuro e nel cercare di discernere il contesto nel quale la Chiesa sarebbe stata chiamata a compiere la sua missione, poterono chiaramente vedere che il progresso della tecnologia stava già «trasformando la faccia della terra» arrivando perfino a conquistare lo spazio (cfr Gaudium et Spes, 5).

Essi riconobbero che gli sviluppi nella tecnologia delle comunicazioni, in particolare, erano di proporzioni tali da provocare reazioni a catena con conseguenze inattese.


Lungi dal suggerire che la Chiesa debba mantenersi a distanza o cercare di isolarsi dal flusso di questi eventi, i Padri Conciliari videro la Chiesa essere nel cuore del progresso umano, partecipe delle esperienze del resto dell'umanità, per cercare di capirle e di interpretarle alla luce della fede.

E proprio dei fedeli del Popolo di Dio il compito di fare uso creativo delle nuove scoperte e tecnologie per il bene dell'umanità e la realizzazione del disegno di Dio per il mondo.