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Con tristezza, spesso, assistiamo allo sfruttamento delle donne nei mass media invece che alla loro esaltazione.
Quante volte le vediamo trattate non come persone con una dignità inviolabile ma come oggetti destinati a soddisfare la sete di piacere e di potere di altri? 

Quante volte vediamo sottovalutato e perfino ridicolizzato il ruolo della donna come moglie e madre?
Quante volte il ruolo delle donne nel lavoro o nella vita professionale viene dipinto come una caricatura dell'uomo, con il rifiuto delle qualità specifiche dell'intuito femminile, la compassione e la comprensione, contributo essenziale alla "civiltà dell'amore"?

Le donne stesse possono fare molto per favorire un trattamento migliore della donna nei mass media: promovendo tramite i mezzi di comunicazione sociale programmi educativi, insegnando agli altri, specialmente ai propri familiari, ad essere consumatori critici nel mercato dei media, manifestando alle compagnie di produzione, agli editori, alle emittenti radio televisive, agli inserzionisti pubblicitari il proprio punto di vista circa i programmi e le pubblicazioni che insultano la dignità delle donne o che sviliscono il loro ruolo nella società.

Inoltre, le donne possono e dovrebbero prepararsi ad assumere esse stesse posizioni di responsabilità e creatività nel mondo delle comunicazioni sociali, non in conflitto o ad imitazione dei ruoli maschili, ma imprimendo il loro personale "genio" nel proprio lavoro e nell'attività professionale.