00 10/02/2009 20:28



5. I mezzi di comunicazione sociale sono di fatto il nuovo «Areopagus» del mondo di oggi, un grande forum che, operando al meglio, rende possibile lo scambio di informazioni autentiche, di idee costruttive, di valori sani e in tal modo crea comunità.

Ciò a sua volta sfida la Chiesa, nel suo approccio alle comunicazioni, non solo a utilizzare i mezzi di comunicazione per diffondere il Vangelo, ma anche a inserire il messaggio evangelico nella «nuova cultura» creata dalla comunicazione moderna, con i suoi «nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici» (Redemptoris missio, n. 37).

I comunicatori cristiani devono ricevere una formazione che permetta loro di operare efficacemente in un ambiente di comunicazione di questo tipo.

Tale formazione dovrà includere: una formazione nelle abilità tecniche, una formazione nell'etica e nella morale, con particolare attenzione ai valori e alle norme importanti per l'attività professionale, una formazione nella cultura umana, nella filosofia, nella storia, nelle scienze sociali e nell'estetica.

Tuttavia, prima di ogni altra cosa, essa dovrà essere formazione alla vita interiore, la vita dello Spirito.

I comunicatori cristiani devono essere uomini e donne di preghiera, un preghiera colma di Spirito; uomini che entrino sempre più profondamente in comunione con Dio per accrescere la propria capacità di promuovere la comunicazione fra gli esseri umani.

Devono essere formati nella Speranza dallo Spirito Santo, «l'agente principale della nuova evangelizzazione» (Tertio millennio adveniente, n. 45) per poter comunicare speranza ad altre persone.

La Vergine Maria è il modello perfetto della Speranza che i comunicatori cristiani cercano di suscitare in se stessi e di condividere con gli altri.
Maria «ha portato a piena espressione l'anelito dei poveri di Jahvé, risplendendo come modello per quanti si affidano con tutto il cuore alle promesse di Dio» (Tertio millennio adveniente, n. 48)


Mentre la Chiesa intraprende il suo pellegrinaggio verso il Grande Giubileo, ci rivolgiamo a Maria, il cui ascolto profondo dello Spirito Santo ha aperto il mondo al grande evento dell'Incarnazione, fonte di tutta la nostra speranza.


Dal Vaticano, 24 gennaio 1998, festa di San Francesco di Sales