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4. I media e la giustizia. Il Beato Papa Giovanni XXIII, nella Pacem in Terris, ha parlato in modo eloquente del bene comune umano universale – “il bene che appartiene all’intera famiglia umana” (N. 132) – al quale ogni individuo ed ogni popolo hanno il diritto di partecipare.

 

L’estensione globale dei media comporta al riguardo speciali responsabilità.
Se è vero che i media appartengono spesso a gruppi con propri interessi, privati e pubblici, proprio la natura del loro impatto sulla vita esige che essi non favoriscano la divisione tra i gruppi – per esempio, in nome della lotta di classe, del nazionalismo esasperato, della supremazia razziale, della pulizia etnica, e così di seguito.

Mettere l’uno contro l’altro in nome della religione è un errore particolarmente grave contro la verità e la giustizia, come lo è un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle diverse convinzioni religiose, poiché esse appartengono alla sfera più profonda della dignità e della libertà della persona umana.

Riportando fedelmente gli eventi, presentando correttamente i casi ed esponendo in modo imparziale i diversi punti di vista, i media adempiono al preciso dovere di promuovere la giustizia e la solidarietà nelle relazioni, a tutti i livelli della società.


Questo non significa disinteressarsi dei torti e delle divisioni, ma scoprirne le radici, perché possano essere comprese e sanate.