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Fosse la perla rara


I

Mio pane è l'ambizione
questo quotidiano orgoglio
di cantare: e fosse
un canto mai udito,

fosse la perla rara
che il cercatore scopre e va:

- venduta ogni cosa onde
comperarne il campo; -

perla che lo scriba trae
dal suo tesoro:

cose inaudite
dalla fondazione del mondo.



II

Più alto mira
o mente mia
oltre
le artefatte bellezze

e canta per gli umili
e sia più radiosa la terra.

Canta perché non puoi non cantare!

E non macchiarti di un'avarizia
che la povera gente mai

ti perdonerà.



III

E poi calarti giù nell'abisso
come esploratore dentro il cratere;

e dire e non dire il dramma di Dio
quanto sia in pena per l'uomo:

l'immensamente debole
e condizionato Iddio,

infelice per la nostra sorte.

Per finire nel Fuoco incandescente:

il resto è illusione.




In cambio del tuo perdono


I

Tu lo potevi: bastava
fare di me
il tuo giardino,
l'eden ove goderti beato,

e io non finire
randagio
e straccione.



II

Ora che arrotolato mi hai
come il pastore fa con la tenda
alla fine dei pascoli,
lascia che ti canti

come mai ti ho cantato
e più non pianga
inutili pianti.




Solo una grazia chiedo


I

Ma tu, Amica,
quando verrai
sarà sempre tardi:

e Lui sa perché.



II

Pur certo di emigrare
di vita in vita

sapere di dissolversi è triste

anche il corpo delira
di te, o Deità.



III

Solo una grazia chiedo:
che là
almeno
non ci facciamo
più male.