00 10/08/2011 18:10
LA SUBLIME ALLEGORIA - (poesie ispirate al Cantico dei Cantici - in "Le mie notti con Qohelet" - Canti ultimi)





Nelle Scritture, al Libro di Qohelet stranamente segue il << Cantico dei Cantici >>.
Indipendentemente da qualsiasi intenzione, ciò non potrebbe nascondere un seducente significato?


Perché << la poesia non racconta ma suggerisce >>.


David Maria Turoldo



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<< Mi baci con i baci della sua bocca >>:
così esplode il Cantico, o Qohelet:
attesa vendetta al tuo libro del Nulla?

Tu sai, o Donna, che alla tua voce
verdeggiano i deserti:
di valle in valle il vento la propaga
e anche dalle tombe la eco risponde.

Ma se il bacio è segno dell'unica Fame,
che lo stesso Amato incendia,
allora scampo non v'è per nessuno.

Voluttà di distruzione è il bacio,
desiderio di essere consumato
senza che nulla avanzi:

e dal fondo del gioco,

il Nulla riappare.


***



Ma lascia che canti insieme a te, Amica,
e dall'amaro stillicidio mentale ci salvi

la sublime allegoria.



***



Spento finalmente ogni altro fuoco,
nel Tempio, fattosi ora silente,
si adunino le gloriose Immagini.

E l'arida steppa intorno
riprenda a fiorire
mentre tu guidi la danza.

Non chiedo di assidermi al vostro banchetto,
non è per me - ho cantato - un'avventura sì grande,
sapermi una voce del Coro è già dono
che placa tutte le attese:

ciò che più chiedo è una mente

luminosa e serena.


***



Nel mentre mi inebriano
i racconti dei vostri amori,
un'ombra ancora mi fascia il cuore
come una sindone.

Nessuno aggiunga parole
a quanto tu hai cantato;

anche tu non dirmi altro
delle vostre ebbrezze infinite.

Non dirmi delle tue tenerezze,
non dirmi dei suoi occhi come colombe
lungo ruscelli di acque;

delle sue labbra voraci,
dei suoi denti bagnati nel latte;

e le sue gambe colonne d'alabastro
su piedistalli d'oro, non dirmi

non dirmi del suo corpo divino...


***



Parlami invece dei tuoi assolati meriggi,
quando Lui non c'era, né sapevi
dove andava a pascere il gregge.

Parlami delle tue arsure e come
anche tu te ne andavi randagia
quando non si faceva trovare:

anche a pieno giorno, a sole alto,
non vedevi dove tenesse il suo pascolo
e andavi dietro le greggi di tutti.

Parlami delle tue notti desolate,
delle buie notti, quando dal letto
lo chiamavi invano, o andavi

per tutta la città, e cercavi,
cercavi senza trovarlo:

oh, questo infinito e furioso

cercare...!



***



Ti fermava la ronda nel cuore della notte
e tu chiedevi: << Avete visto il mio Amore? >>

Dovevi superare le guardie,
andare oltre,
se volevi trovare il tuo Amore.



***



A volte in piena notte veniva
a bussare alla porta:

ti chiedeva, con quella sua voce, di aprirgli,
e tu, già levata la tunica,
andavi ad aprire:

le tue dita grondavano mirra
sulla maniglia del chiavistello:

ma Lui,
Lui era già

svanito nella Notte.



***



(Anch'io ero tra i primi, attraverso la folla,
avanzavo su verso la tenda...

ma l'anima mia era così triste!
Tutti ancora mi domandano una cosa:
<< Dov'è mai il tuo Dio e Signore? >>)



***



Di questo parlami a lungo, Amica,
allora mi sentirò meno escluso

e lontano.


***



Donna, forma estrema del Sogno,
anima del mondo,
tu sei il grido della creazione.


***



<< Mi baci con i baci... >>. Ma è con il bacio
che Egli il suo respiro di nuovo si prende:

il respiro che alitando bocca a bocca
ti rese << persona vivens >>, lassù...

Da quella vetta dunque inizia
la grande Contesa
e Morte con Amore convive.

E tu hai solo una scelta:
aspirare il suo alito
con la stessa passione...

Oh, sta riapparendo la Ragione,

Qohelet!








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