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12 Luglio - San Giovanni Gualberto

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2012 10:10
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12/07/2012 10:10



Giovedì 12 Luglio 2012


S. Giovanni Gualberto

No alla corruzione
, a cura di Antonio Maria Sicari




È sempre triste accorgersi che il proprio ideale è stato sporcato da persone senza scrupoli. Alcuni però ne traggono motivo per rinunciare, altri per abbracciarlo con ancora più decisione.
Così accadde a Giovanni Gualberto (nato intorno all’anno Mille), giovane monaco nel monastero benedettino di San Miniato: vi era entrato pieno di fervore (dopo aver perdonato colui che gli aveva ucciso il fratello) per accorgersi che il suo abate aveva comprato la carica e il monastero era infetto di simonia. Accompagnato da alcuni monaci, si allontanò subito da quel luogo, ma per fondarne un altro a Vallombrosa, sull’Appennino toscano, dando inizio a una nuova congregazione benedettina riformata, decisa al rifiuto di ogni donativo e di ogni protezione. Ed è un ideale che i monaci vallombrosiani diffondono nella chiesa con la predicazione rude e incisiva e offrendosi anche come formatori di nuovi preti, abituati alla vita comune e liberi dalla tentazione del potere e della carriera.
Così accade a Milano dove Giovanni invia i suoi discepoli per sostituire molti preti simoniaci deposti. La stima che i vallombrosiani riscuotono è tale che a Firenze affideranno ai monaci perfino la custodia del tesoro della Repubblica.
Prima di morire Giovanni scrive ai suoi monaci una “Lettera sulla carità” in cui raccomanda l’unità con queste parole: «Come il fiume si prosciuga nel suo letto, se si divide in tanti rigagnoli, così l’unione fraterna è meno utile ai singoli, se si disperde qua e là». Gregorio VII, il papa riformatore, nella sua lotta contro la corruzione ecclesiastica, troverà un grande aiuto nei monaci di Giovanni Gualberto e gli sarà riconoscente “per aver fatto risplendere in Toscana la purezza luce della sua fede”.





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