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Santa Messa di Sabato 15 Dicembre 2012 - Avvento

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2012 11:21
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15/12/2012 11:21



II SETTIMANA DI AVVENTO - SABATO
MESSALE

Antifona d'Ingresso Sal 79,4.2
Vieni, e fa' risplendere il tuo volto su di noi,
o Signore, che siedi nei cieli,
e saremo salvi.

Veni, et osténde nobis fáciem tuam, Dómine, qui sedes super Chérubim, et salvi érimus.

Colletta
Sorga in noi, Dio onnipotente, lo splendore della tua gloria, Cristo tuo unico Figlio; la sua venuta vinca le tenebre del male e ci riveli al mondo come figli della luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Oriátur, quæsumus, omnípotens Deus, in córdibus nostris splendor glóriæ tuæ, ut, omni noctis obscuritáte subláta, fílios nos esse lucis Unigéniti tui maniféstet advéntus. Qui tecum.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Sir 48, 1-4. 9-11
Elia ritornerà.

Dal libro di Siràcide
In quei giorni, sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.
Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l’ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell’amore.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 79
Fa' splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta.
Seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Canto al Vangelo Lc 3,4-6
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.
Alleluia.

Vangelo Mt 17, 10-13
Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto.

Dal vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Sulle Offerte
Sempre si rinnovi, Signore, l'offerta di questo sacrificio, che attua il santo mistero da te istituito, e con la sua divina potenza renda efficace in noi l'opera della salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Devotiónis nostræ tibi, Dómine, quæsumus, hóstia iúgiter immolétur, quæ et sacri péragat institúta mystérii, et salutáre tuum nobis poténter operétur. Per Christum.

Prefazio dell'Avvento I
La duplice venuta del Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ...



Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.



Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.



Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Comunione Ap 22,12
Ecco io verrò presto, dice il Signore,
e porterò con me la ricompensa,
per rendere a ciascuno secondo le sue opere.

Ecce vénio cito et merces mea mecum est, dicit Dóminus, dare unicuíque secúndum ópera sua.

Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, la forza di questo sacramento ci liberi dal peccato e ci prepari alle feste del Natale. Per Cristo nostro Signore.

Tuam, Dómine, cleméntiam implorámus, ut hæc divína subsídia, a vítiis expiátos, ad festa ventúra nos præparent. Per Christum.




Sabato 15 dicembre
Mt 17,10-13

È già venuto e non l’hanno riconosciuto.

Da Gesù Cristo e dai profeti, abbiamo appreso in qual senso, verso quale termine, si muove il [centro] nodale della nostra piccolezza. Sui prolungamenti del Mondo e della nostra persona, sulle fasi storiche e condizioni fisiche del nostro ritorno a Dio, noi non sappiamo quasi nulla.
Verso un punto luminoso noi ci muoviamo nelle tenebre; e se non difendiamo con accanimento
la nostra visione, se non la ri-conquistiamo ad ogni istante, la vista stessa della stella ci
sfuggirà.
Ecco la bellissima realtà.
Chi vuol continuare a vedere, deve lottare in ogni istante per la luce. Il cristiano non sfugge a questa legge nobile ed austera che lega insieme lo spirito e la Verità.
Ecco perché una chiesa che, poniamo per assurdo, non cercasse ad ogni istante il suo Dio come se potesse perderlo (starei per dire come se non lo possedesse ancora) sarebbe una Chiesa morta, ben presto dissolta all’interno del Pensiero umano.
Se noi sapessimo dire queste cose un po’ più chiaramente agli uomini, – se sentissero che noi proviamo, proprio come loro, l’angoscia e la ricchezza del dubbio, – ci odierebbero forse come dei tiranni del loro spirito e degli estranei alla loro anima.



Teilhard de Chardin




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