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Santa Messa di Domenica 7 Aprile 2013

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 11:00
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07/04/2013 11:00

Liturgia della II Domenica di Pasqua - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA






II DOMENICA DI PASQUA
"della Divina Misericordia"
(Domenica dell'Ottava di Pasqua)
Anno C

MISSALE ROMANUM VETUS ORDO

LETTURE: At 5, 12-16; Sal 117; Ap 1, 9-11.12-13.17.19; Gv 20, 19-31


Una Comunità dove Opera lo Spirito Santo

La visione di s. Giovanni nella seconda lettura, messa in relazione con il vangelo, ci riporta al ritmo domenicale delle apparizioni del Signore risorto, e insieme alla riscoperta della realtà dell’assemblea dei credenti come «segno» settimanale della Pasqua, come «luogo» dove più intensamente si vive la risurrezione di Cristo. Nello stesso tempo, la pagina dell’Apocalisse è una testimonianza vibrante della fede pasquale che animava la Chiesa delle origini, facendola crescere e vivere secondo lo Spirito di Colui che è per sempre «il Vivente» (cf Ap 1,18).

In cammino verso un «mondo nuovo»
L’esperienza pasquale si sviluppa e si intensifica nella prima comunità apostolica. Gli Atti degli Apostoli ci presentano la potenza del dono dello Spirito che suscita la fede nella risurrezione di Cristo e nella sua forza di guarigione. Grazie a questa invisibile azione «spirituale», dalla comunità cristiana si sprigiona una vitalità benefica che testimonia in modo concreto la realtà del «mondo nuovo» nato dalla Pasqua di Cristo, e raggiunge tutti coloro che — riconoscendosi deboli e poveri — ricorrono con fede all’aiuto del Signore risorto. Egli agisce con la sua «forza di guarigione» che rivive nella persona di Pietro ed opera salutarmente anche solo attraverso l’ombra dell’apostolo: al suo passaggio tutti sono guariti (cf prima lettura). Viene così messa in risalto la posizione di preminenza che occupa Pietro nella comunità.
Ma gli interventi di salvezza in favore dei malati, compiuti «nel Nome» del Signore, rimandano, come già le guarigioni operate da Gesù, ad una esigenza di fede grazie alla quale si realizza una guarigione più profonda e radicale: la guarigione dal peccato. E’ questo l’inizio di quel «mondo nuovo» in cui il potere del male e della morte è potenzialmente già vinto nella vittoria di Cristo.

Una comunità di risurrezione
Anche a noi è chiesto di testimoniare la realtà della risurrezione, di sviluppare quel «mondo nuovo» inaugurato da Cristo.
Se la nostra assemblea si riunisce per «fare eucaristia», per rendere a Dio un’azione di grazie, di lode e di gloria per le sue opere di salvezza culminate nella Pasqua, tutto ciò deve tradursi anche nella vita della nostra comunità. Nell’operare con gesti di aiuto immediato, si devono pure ricercare le cause profonde del male e dell’infelicità altrui: la Parola di Dio che è luce, il Pane della vita che è sostegno, ci rendono attenti a scoprire dove Cristo è offeso, dove anche oggi continua a morire. Il mondo ci offre un quadro sconcertante di situazioni tragiche: non possiamo dimenticarle, specialmente nella preghiera che deve sempre avere un respiro universale. Preghiamo sì perché si affermi e cresca un «mondo nuovo» e migliore; interveniamo, quando è possibile, con forme concrete di impegno. Ma non dobbiamo neppure spingere lo sguardo molto lontano per scoprire dove Cristo muore adesso: dovunque l’uomo è mortificato nella sua dignità.
Se sappiamo guardarci attorno ci salterà agli occhi una molteplicità di «casi» che richiedono un intervento di «risurrezione» e di salvezza. Solo così la nostra comunità sarà una testimonianza viva e credibile della risurrezione del Signore operante nell’«oggi».

Il peccato, cancro che corrode
«Liberazione» è uno dei termini che maggiormente affascinano i giovani nella loro ricerca di un mondo svincolato dalle troppe catene che ancora lo opprimono. Ma da chi ci viene questa liberazione? Basta lo sforzo dell’uomo, la sua lotta appassionata per una maggiore libertà, dignità, giustizia? E a quali livelli è necessario agire?
Sono le strutture che modellano l’uomo, dicono alcuni. Cambiamo le strutture e ne risulterà cambiato l’uomo. Lottiamo per far cadere le strutture ingiuste e anacronistiche della nostra società.
È certo che le strutture hanno la loro importanza nel modellare l’uomo, renderlo libero o schiavo. Ma il cristiano sa che la radice del dramma deve essere cercata nel profondo dell’uomo, là dove si giocano le sue scelte fondamentali tra l’egoismo e la donazione. La prima e più radicale liberazione è la liberazione dal peccato. Cristo risorto è venuto a garantirci questa liberazione, radice e base di ogni altra liberazione. Liberazione dal peccato significa liberazione dalla più radicale alienazione che insidia l’uomo.
L’uomo «nuovo» è soltanto l’uomo pasquale, che ha ricevuto da Cristo, in uno sforzo di collaborazione fecondo, la sua liberazione. E le comunità dei credenti, la Chiesa, sono chiamate oggi a prolungare l’opera di Cristo liberatore. Una liberazione che non può restare puramente interiore: se è autentica, si riversa e investe tutti i settori, tutto l’uomo, superando ogni visione «spiritualista» che finirebbe per tradire la liberazione, dono del Risorto.





Nuova creatura in Cristo

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell'ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell'apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi
rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più Giudeo, né Greco; non c'è più schiavo, né libero; non c'è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E' infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l'ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l'ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all'immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).


MESSALE

Antifona d'Ingresso 1 Pt 2,2
Come bambini appena nati,
bramate il puro latte spirituale,
che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia.



Quasi modo géniti infántes,

rationábile, sine dolo lac concupíscite,

ut in eo crescátis in salútem, allelúia.


Oppure: 4 Esd 2,36-37
Entrate nella gioia e nella gloria,
e rendete grazie a Dio, che vi ha chiamato
al regno dei cieli. Alleluia.



Accípite iucunditátem glóriæ vestræ,

grátias agéntes Deo,

qui vos ad cæléstia regna vocávit, allelúia.


Colletta
Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l'inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore...



Deus misericórdiæ sempitérnæ, qui in ipso paschális festi recúrsu fidem sacrátæ tibi plebis accéndis, auge grátiam quam dedísti, ut digna omnes intellegéntia comprehéndant, quo lavácro ablúti, quo spíritu regeneráti, quo sánguine sunt redémpti. Per Dóminum.


Oppure:
O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l'Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 5, 12-16
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne.

Dagli Atti degli Apostoli
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre..

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Seconda Lettura Ap 1, 9-11.12-13.17.19
Ero morto, ma ora vivo per sempre.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

Canto al Vangelo Gv 20,29
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.






Vangelo Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo, venne Gesù.

Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, l'offerta del tuo popolo [e dei nuovi battezzati]: tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, quæsumus, Dómine, plebis tuæ (et tuórum renatórum) oblatiónes, ut, confessióne tui nóminis et baptísmate renováti, sempitérnam beatitúdinem consequántur. Per Christum

Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...


Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre: Te quidem,

Dómine, omni témpore confitéri,

sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.



Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.

Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.



Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes

hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:



Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione Cf Gv 20,27
«Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi
e non essere incredulo, ma credente». Alleluia.



Mitte manum tuam, et cognósce loca clavórum,

et noli esse incrédulus, sed fidélis, allelúia.

Dopo la Comunione
Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nelle nostra vita. Per Cristo nostro Signore.



Concéde, quæsumus, omnípotens Deus,

ut paschális percéptio sacraménti

contínua in nostris méntibus persevéret. Per Christum.





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