"Sconosciuto e' qualcuno
che aspetta di diventare Amico"

 
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Ci lascia una grande e bella persona, Ha vissuto intensamente la fede a suo modo a cniugata nel migliore dei modi

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2013 18:39
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24/05/2013 23:11

l'addio di don gallo

Tutte le persone che lo hanno conosciuto hanno imparato ad apprezzarlo e hanno mediante lui visto la fede più
disponibile e vicina. Scomodo e spesso incompreso per i suoi eccessi politici ha amato il suo prossimo e odiato l'ipocrisia.
Bagnasco ora ne parla in maniera positiva e sara' lui ad officiare il suo ultimo saluto alla comunita' dei fedeli.
Prete scomodo che preferiva l'azione all'etichetta e che riteneva dimostrandolo che non e' sempre l'abito che fa il monaco.
Non credo riceva rimproveri salendo in cielo...
In terra lascia tanta tristezza e tanto bisogno di gente come lui.

Hasta siempre DON GALLO !

Morto Don Gallo, l’altra faccia della Chiesa: addio al prete degli ultimi. E dei movimenti

Sigaro, basco, voce roca. L'iconografia di un Che Guevara anziano con la tonaca. Il sacerdote genovese ha speso la sua vita in rotta con
le gerarchie ecclesiastiche. Nel 1970 fu il cardinale Siri a "licenziarlo" perché troppo di sinistra: da allora restò senza parrocchia, ma con tenti fedeli.
Tra loro, Fabrizio De Andrè. Mai restio a "sporcarsi le mani" in politica, ha sostenuto Doria e Vendola, mentre avrebbe visto bene Berlusconi "in Africa".
E a Grillo disse: "Non fare il padreterno"

 
Don Gallo
 
 
 

Il sigaro, il cappello, la voce roca, le sue verità rivoluzionarie. E’ morto a Genova Don Gallo (si chiamava Andrea, ma restava sempre sottinteso),
da diversi giorni in condizioni di salute critiche. Don Gallo lo guardavi, lo sentivi parlare, e non potevi fare a meno di pensare che strano corpaccione
fosse la Chiesa cattolica italiana, capace di contenere lui insieme a Ruini, Scola, Andreotti, Comunione e liberazione…
Prete, comunista, anarchico, no global, irriducibile dei “movimenti”, sempre dalla parte degli “ultimi”.
La copertina di uno dei suoi tanti libri (“Non uccidete il futuro dei giovani”) lo ritrae in campo rosso con il basco, il pugno
alzato, la bandiera della pace: un Che Guevara anziano e con la tonaca. Al G8 di Genova, nel 2001, si spese moltissimo. Incontrò Manu Chao
per organizzare il concerto del musicista-icona dell’epoca, vide l’attacco immotivato dei carabinieri al corteo dei Disobbedienti di Casarini: “Una vera imboscata”,
dirà a caldo pochi giorni dopo, e “Carlo muore”.

Anche lui, di fronte alla “caccia all’uomo” in piazza e “al vergognoso termine della Diaz”,  prova in quei giorni lo
spiazzamento di chi ha “tutt’ora tanti amici nelle forze dell’ordine”. 

 
 
 

 

Don Andrea Gallo era nato a Genova l’8 luglio del 1928. Furono i Salesiani di don Bosco, i preti che stavano coi ragazzi, ad accendere la sua vocazione precoce.
Con le gerarchie ecclesiastiche i rapporti non furono mai facili, anche se dopo molte “liti” con i superiori, l’elezione di Papa Francesco sembra andare proprio
nella direzione da lui auspicata
. Tanti gli incarichi di frontiera – riformatorio, carcere – tanti gli stop e i trasferimenti forzati.
Tra i suoi primi avversari Giuseppe Siri, storico cardinale di Genova. Siri, si ricorda nella biografia ufficiale di don Gallo
sul sito della Comunità di San Benedetto al Porto, era preoccupato per le sue predicazioni, per tutti quei discorsi che “non erano religiosi
ma politici, non cristiani ma comunisti”. Nel 1970, quando davanti agli altari di molte chiese italiane il cristianesimo sposava pericolosamente
i fermenti dell’estrema sinistra, fu “licenziato” dalla parrocchia del Carmine a Genova, perché alla Curia non piacque affatto il suo paragone
tra i danni della droga e quelli determinati da disuguaglianze e guerre. Da quel momento don Gallo resta un prete senza parrocchia, ma con
tanti fedeli. Uno di questi è Fabrizio De Andrè, che gli diceva: “Ti sono amico perché sei un prete che non mi vuol mandare in Paradiso per forza”.
Pochi anni dopo, dall’incontro con don Federico Rebora, nasce la comunità di San Benedetto al Porto, che accoglie tossicodipendenti, alcolisti,
malati psichici… La bella trattoria della comunità, “‘A lanterna”, di fronte al mare, è sempre stata aperta a ospiti e agitatori di passaggio in città. 

Il pensiero graffiante di don Gallo non se ne andrà con lui perché ci restano i suoi tanti libri, pubblicati anche per finanziare la comunità di San Benedetto.
Totalmente eterodosse, quasi superfluo dirlo, le sue opinioni su sesso e omosessualità. Sporcarsi le mani con la politica, poi, non è mai stato un problema.
Alle ultime elezioni comunali di Genova ha sostenuto apertamente l’outsider di sinistra Marco Doria, poi eletto, e alle primarie nazionali del centrosinistra
si è schierato con il leader di Sel Nichi Vendola. Quanto a Silvio Berlusconi, lo avrebbe visto bene “volontario in Africa”. Tra i suoi interventi più recenti,
l’appello a Beppe Grillo: “Non fare il padreterno”, detto da uno che di queste cose se ne intende. 

Don Gallo se ne va a 84 anni, dopo infinite dispute coi suoi superiori sul senso della Chiesa e del Vangelo. Ora, finalmente, scoprirà chi aveva ragione. 

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25/05/2013 13:03

24 maggio 2013

Dio accolga con sé don Gallo, ma ci liberi dai «gallini»

 
di Alessandro Rico
 
 
Don Andrea Gallo è tornato alla casa del Padre. Al Signore rivolgiamo le nostre preghiere, perché lo accolga nella Sua pace.

La pietà per il defunto non elimina, ovviamente, la distanza che ci separa da ciò che quest’uomo ha voluto rappresentare
: un movimentista, un pauperista, certamente un filantropo, ma non un sacerdote cattolico.
Peggio di don Gallo sono però i «gallini», i suoi seguaci o ammiratori, dentro e soprattutto fuori la Chiesa.

Perché, come diceva qualcuno, se un prete è un cattivo prete, trascina con sé un sacco di gente cui ha dato cattivo esempio. 

Tanto per cominciare, i giornali di una certa intellighenzia che ama definirsi «laica» e che precisamente è votata a un’oltranzista militanza atea.
I giornali che hanno chiamato don Gallo «il prete degli ultimi», quasi che San Francesco, San Celestino, don Bosco, padre Kolbe, padre Pio, esercitassero il sacerdozio a esclusivo vantaggio di ricchi capitalisti sfruttatori.
Santoro, che lo definisce «prete partigiano» e cui consigliamo di leggere Carl Schmitt, per schiarirsi le idee sulla differenza tra Chiesa e «teoria del partigiano».
 
Già la circostanza per cui il compianto godesse di grande stima nel mondo della sinistra cosiddetta «antagonista», tra chavisti d’accatto, omosessualisti e anticlericali, la dice lunga sul suo «pedigree».
Il grande equivoco di don Gallo è consistito nello scambiare il kerygma per un’esortazione alla rivoluzione politica, Cristo per un Che Guevara, la promessa di salvezza per il riscatto del proletariato.
Per di più incorporando bakuninianamente, in questa categoria, mendicanti, bohémien, disadattati e diseredati di ogni genere. Un equivoco ben esemplificato da una frase che fa inorridire chi si dice cattolico e, perciò, dovrebbe tenere insieme le opere e la fede: «I miei vangeli non sono quattro. Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo De Andrè».
Insomma, una religione fai da te, una teologia bricolage che certamente non ha impedito a don Gallo di fare del bene, ma sicuramente non gli ha consentito di incarnare quel che un cristiano deve diventare.
 
 
Il favore degli anticristiani, si diceva. Un favore sospetto. È sospetto che la Chiesa piaccia a chi vuole essere suo nemico, a chi proclama l’ateismo di Stato, condanna la proprietà privata, rinnega i valori e rigetta persino il principio della difesa della vita fin da suo concepimento.
C’è una sola persona cui la Chiesa deve piacere, e quella persona è Cristo. Se questo non è di moda, se non è politicamente corretto o spendibile, non fa differenza. La Chiesa è nel tempo, ma trova il suo senso nell’eterno. È «nel mondo, ma non del mondo». 
 
Questo, i «gallini» non possono e non vogliono capirloMentre la Chiesa vive la realtà seguendo una persona, essi la interpretano seguendo un’ideologia. Perciò non si contentano di avanzare pretese giuridiche, non si contentano di rivendicare «diritti sociali» e il predominio della loro forma politica. I nemici del cattolicesimo vogliono impossessarsi pure della Chiesa, decidere come questa dovrebbe essere, adattarne i principi e rivoluzionarne la pratica, svincolarla da Cristo e vincolarla a sé.
Perché una volta svuotata di Cristo, la Chiesa è un guscio vuoto, la pelle secca di una muta, da abbandonare per la strada.
 
Per questo le figure come don Gallo, ancorché umanamente meritorie, sono pericolose per la Chiesa, che oggi cedendo su droghe e famiglia tradizionale, domani sull’aborto, dopodomani scompare definitivamente. Se è vero, infatti, che «le porte degli inferi non prevarranno su di essa», dall’altro lato è vero che i cristiani sono «il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato?».
 
La Chiesa deve amare ed educare, non allestire rivoluzioni. Deve difendere il pensiero libero predicando la sua dottrina, non affermare il pensiero unico predicando il relativismo. Deve curare il malato, visitare il carcerato, nutrire l’affamato e dar da bere all’assetato. Ma deve farlo per Gesù, non per la morale di Kant.
Quelli che non ci stanno, non si consacrino
. Raccolgano pure il consenso delle piazze, il plauso del laicato, l’irrinunciabile benedizione degli anticapitalisti. Un prete deve farsi ricordare per aver abbracciato la croce, non per il pugno chiuso.
Checché ne pensasse don Gallo e checché ne dicano i «gallini», il Vangelo non è di De Andrè; la Chiesa non è di Marx, di Chavez o di Landini.

La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo. Tutto il resto è Partito e non ci riguarda. 


http://www.campariedemaistre.com/2013/05/dio-accolga-con-se-don-gallo-ma-ci.html?spref=fb
[Modificato da Anam_cara 25/05/2013 13:09]
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25/05/2013 13:31

 
La Chiesa deve amare ed educare, non allestire rivoluzioni. Deve difendere il pensiero libero predicando la sua dottrina, non affermare il pensiero unico predicando il relativismo. Deve curare il malato, visitare il carcerato, nutrire l’affamato e dar da bere all’assetato. Ma deve farlo per Gesù, non per la morale di Kant
Quelli che non ci stanno, non si consacrino
. Raccolgano pure il consenso delle piazze, il plauso del laicato, l’irrinunciabile benedizione degli anticapitalisti. Un prete deve farsi ricordare per aver abbracciato la croce, non per il pugno chiuso. 
Checché ne pensasse don Gallo e checché ne dicano i «gallini», il Vangelo non è di De Andrè; la Chiesa non è di Marx, di Chavez o di Landini. 

La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo. Tutto il resto è Partito e non ci riguarda. 

Enrico
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25/05/2013 23:40

La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo. Tutto il resto è Partito e non ci riguarda. 

Ma guarda un po' quanta ipocrisia mi tocca leggere... o perlomeno disinformazione...

La Chiesa e' stata per anni stato pontificio e questo non la riguardava?

Il partito di don sturzo era poco interessante e non era chiesa applicata ?

La chiesa corpo mistico di Cristo era più accettabile con la mano stesa e il saluto romano o quando un suo esponente
come Gallo invece usava il pugno chiuso?

Il saluto romano caro disinformato della storia significava regime , obbedienza e silenzio.

Il pugno chiuso ( non russo o cinese) del canto "bella ciao " significava liberta' uguaglianza e fraternita'.

Significava lavoro, applicazione e senso di giustizia anche a costo della vita.

Mentre il fischiato Bertone, il caro Ruini e vari altri discutevano redditiziamente con gente di potere abbietta e lontana
dai minimi ideali Cristiani l'umile Andrea portava i fatti oltre la parola di Cristo agli ultimi e ai dimenticati dalla chiesa di Dio e dagli uomini.

Dio mi liberi dai giornalisti come nico che non conoscono il dolore, la fame e le anime desiderose di giustizia . Non dai gallini.

Fa parte questo messere di tutti quei fini dicitori che pensano che un gay e' un deviato, uno zingaro un problema ,un drogato una specie di
polvere da nascondere sotto un tappeto, una prostituta sfruttata o un trans, un caso patologico di giorno e una offerta ottima di mercato la notte.

Per questi c'e' la chiesa (mistica di Cristo) solo nel giudizio negativo e nelle parole. Sicuramente il signor NICO fine reporter avra'
pregato su consiglio di qualche porporato il signore affinche' il transex diventi etrosessuale, il drogato rifiuti la droga e la prostituta trovi
lavoro casa e pace interiore.

Don Gallo non amava questa chiesa perché per lui non rappresentava la parola di DIo nei fatti e nelle opere ma era solo un eloquio di potenza.

La sua missione era diversa e diversamente serviva Dio. Scriveva libri per sostenere le sue opere perché i pochi euro della chiesa non bastavano
nemmeno per le sue esigenze primarie.

Era un uomo di sx come per decenni la chiesa e' stata democristiana, socialista e pure liberista nel peggiore dei modi e dell'etica.

Quale chiesa puo' giudicare negativamente Don Gallo?

E infatti non lo giudica ma riesce finalmente a capire quando l'ultimo prete emarginato anche dalla propria chiesa riesce a portare il Cristo con
 le opere e i fatti.

Al funerale di Gallo c'erano migliaia di persone del popolo , del lavoro, e quei tanti derelitti ancora piu' soli senza la sua presenza.

Con chi sara' sostituito Don Gallo? Con un perfetto esponente ecclesiastico pronto ad indicare alla famiglia media o agiata la parola di Dio
o con una persona che pensera' di portare Dio anche nei posti in cui e' scomodo e anche pericoloso portarlo ?
Magari attratto da un ideale di uguaglianza e di comune dignita' oltre ogni tendenza sessuale o errore della vita?

Quel pseudo giornalista non nomini san Francesco o altri santi da paragonare....lui non deve paragonarli a don Gallo ma paragonare la sua vita
e quella di tante persone che preferiscono dolosamente il suo modo di pensare a don Gallo.

Ma non lo facciano...sono al cospetto di Dio solo dei chiacchieroni perdenti avulsi dalla fede.

daffy

















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26/05/2013 03:18

quale era la religione di don Gallo ?

io non l'ho capito

però una cosa è certa :  lui apparteneva alla gerarchia della Chiesa Cattolica Romana 

qualunque fosse la sua personale religione era e rimaneva un esponente di quella gerarchia

come tale poteva salvare le anime con il ministero della Confessione e poteva celebrare il
salvifico sacrificio della Messa, inoltre poteva somministrare il Sacro Corpo di Cristo nella
Eucarestia

perchè era un PRETE e aveva ricevuto il carisma

ma lui preferiva occuparsi della vita terrena, come un ateo qualsiasi che non crede nemmeno
alla esistenza dell'anima, che è filantropo perchè ama gli esseri umani, che è rivoluzionario
perchè vuole sovvertire il sistema di governo, che è fazioso perchè è partigiano di chi vuole
avere il potere che non ha, che antepone i diritti ai doveri perchè nei diritti cerca la felicità
terrena e nei doveri vede il limite alla sua libertà

tutto questo va bene se si mette l'uomo al centro dell'universo, padrone di sè stesso e privo
dell'anima immortale, se si pensa che la spirutualità sia una superflua utopia, se si crede che
i sentimenti siano sempre un valore irrinunciabile e che anche l'odio sia una forma valida di
amore

ma don Gallo era un prete, e non ha mai smesso di esserlo

un prete partigiano

dell'anticlericalismo 

e quindi...quale era la sua religione ?
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26/05/2013 04:29

Mio Caro Daffyno, [SM=g1730275]

purtroppo non riesco a scrivere come vorrei [SM=g27995] ...

così ti rispondo con un testo che corrisponde a come la vedo io...

DTB! [SM=g27986] Anam ...
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26/05/2013 05:06

Don Andrea Gallo, l’eroe comunista  

di Annalisa Colzi  
25 maggio 2013  

Il più grande eroe
di don Andrea Gallo era Che Guevara. Lo ha detto lui stesso in una intervista televisiva, una delle tante interviste televisive da dove sparava le sue idee lontani anni luce da ciò che la Chiesa insegna.

D’altra parte la televisione approfitta di questi sacerdoti, un po’ sopra le righe, proprio per gettare discredito sulla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Don Gallo ripeteva sempre le stesse cose: stare con gli ultimi, sono un prete scomodo, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati ma, guarda caso, si dimenticava di pronunciare anche le altre opere di carità, quelle spirituali che sono: insegnare agli ignoranti (sui temi della fede), ammonire i peccatori.

 

Don Gallo si era creata una chiesa parallela alla vera Chiesa. Una chiesa in cui accogliere tutti e su questo sono d’accordo, ma non sono d’accordo sull’accettare il peccato in nome dell’accoglienza.

Gesù, che tanto citava don Andrea, accoglieva sì tutti ma sempre aggiungeva: “Va’ e non peccare più”.

 

Don Gallo invece lasciava nell’errore le persone che si avvicinavano a lui, facendogli credere di essere i preferiti da Gesù perché lontani e ultimi.

 

Che poi su questa parola “ultimi” ci sarebbe tanto da dire. Secondo don Gallo gli ultimi erano i trans, i gay, i drogati, ecc… per me, invece, gli ultimi sono quei bambini abusati, quelle donne picchiate, usate, derise.

Per me gli ultimi sono i tanti giovani persi nelle tenebre che perdono la loro anima dietro false ideologie, quelle ideologie che don Gallo sponsorizzava a piene mani grazie all’aiuto dei media.

 

Don Gallo era a favore del preservativo, dei matrimoni tra gay; era a favore dell’eutanasia, sponsorizzava il matrimonio dei sacerdoti e sperava nel sacerdozio delle donne ma soprattutto era d’accordo sull’aborto in caso di “necessità”:

 

Ho aiutato delle prostitute albanesi ad abortire. Io ho consigliato loro di non farlo ma quando mi hanno detto che, comunque, volevano abortire le ho indirizzate ad un medico amico, che ha eseguito l’intervento”.

Davvero un prete che seguiva il Vangelo di Gesù!

La mia amarezza e il mio rammarico è solo uno: dove erano le autorità ecclesiastiche e perché hanno lasciato proliferare l’errore in tante anime.

Purtroppo altri don Gallo girano l’Italia sentenziando castronerie a non finire e nessuno li blocca.

Che la Vergine Maria ci aiuti a seguire sempre la strada di Gesù in perfetta linea con il Catechismo e il Magistero e una preghiera per don Andrea Gallo.



http://annalisacolzi.wordpress.com/2013/05/25/don-andrea-gallo-leroe-comunista/

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27/05/2013 00:35

Mi sembra che al solito si paragoni l'umano che nonostante tutto e magari a modo suo coniuga il Cristo in maniera diversa
ad una utopica ed inesistente chiesa perfetta e benedetta dal signore.

E allora dal momento che amiamo la perfezione e pure l'estetica verifichiamo coi fatti la vita degli appartenenti all'una e all'altra fazione.

Facciamoci aiutare da Wikipedia o da articoli di giornale di diverso credo ed estradizione verificando i fatti e non le chiacchiere.

Al funerale di Gallo c'erano lacrime e commozione di gente grata della sua opera e del suo essere pastore scomodo di anime.

Ai funerali putroppo inevitabili di Bagnasco chi credete di trovare in cambio? 

La stessa gente o una marea di grati politici e una serie di porporati difensori di uno stato sociale?
Esponenti della compagnia delle opere di cl e anche qualche furbo banchiere magari esponente di spicco dell'arte muratoria...

Leggendo le loro vite dove troverete miglior spirito cristiano?

Dio e Cristo sono di una semplicita' estrema e si spiegano perfettamente con poche parole e tanti fatti.

Volete pensare un poco di piu'
Bene .. vi regalo elementi a riguardo...  

http://www.youtube.com/watch?v=iIi0PZPJYpo  
  qui c'e' l'omelia di bagnasco che ha descritto come idilliaco il rapporto tra il card siri e don gallo
(buttato fuori dalla sua chiesa per politiche) In quella chiesa ci e' rientrato decenni dopo da morto.
http://www.youtube.com/watch?v=AKZYPymS5TI

qui invece il ricordo di don ciotti

http://www.youtube.com/watch?v=KFxSLS9r9vE

qui il saluto di una persona scomoda che ha preso l'ostia che normalmente gli viene rifiutata.

daffy








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27/05/2013 01:20

Carissima anam per prima cosa sforzati a rientrare velocemente  in forma perché cosi' litighiamo meglio [SM=g27985]

Poi analizziamo meglio i fatti .

La fede cristiana e' nelle opere e nei risultati. Don gallo non e' stato un problema per la chiesa ma un procacciatore di anime.

Ha denunciato con la sua opera un certo lassismo e direi riprovevole distanza tra la chiesa e i fedeli.

L'ha denunciata per differenza e non per politica contro.

La splendida giornalista tanto critica su modi e criteri ha mai vissuto la vita autentica di tutti i giorni?

Un trans, una prostituta , un derelitto che entrava in una chiesa per la  giornalista cosa avrebbe ottenuto di meglio di quello che offriva don Gallo?

Una bella illustrazione del peccato? Il consiglio di non abortire , l'indirizzo della caritas ?

L'esortazione alla preghiera con cui si risolve pure il problema delle donne maltrattare , i bambini violati (su questo ci sarebbe di parlare) e dell'obbligo di
sopravvivere a oltranza per il paradiso?

Don Gallo non e' Cristo e non ha i suoi poteri. Non poteva dire : va e non peccare piu' ...perché non poteva risolvere per miracolo il problema.

Ha offerto pace, qualche carezza, qualche aiuto e a volte a scelto la via meno cruenta ad un irrisolvibile problema.

Meglio far abortire una prostituta da un medico amico che rischiare che ci pensasse il suo aguzzino a calci nella pancia.

Ma queste cose la giornalista non puo' conoscerle dall'alto della sua scrivania e del suo bel ufficio.

Doveva intervenire di notte insieme a don gallo a portare la PRESENZA di Dio nei vicoli malfamati e non a scrivere estasiata l'ultimo
sermone del porporato di turno.

Allora mettesse in pratica la sua fede incrollabile a suo modo e costume.

Vada da prostitute e clienti a denigrare l'uso del preservativo.....proponga di nuovo la cesta dei bambini esposti davanti le chiese.

Porti medici e analisti tra gay e drogati ....e soprattutto guardi negli occhi questa gente e rifletta sulle sue certezze.

Non pensi a idee politiche malsane scambiando la cieca obbedienza per dovere e il non chiedere nulla in terra come diritto globale.

La parola di Cristo era nei criteri molto piu' comunista di quel che lei possa mai credere.

daffy






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27/05/2013 01:40

ai funerali di don Gallo c'erano esseri umani

ai funerali di Bagnasco ci saranno esseri umani

nelle bare ci sono i corpi degli esseri umani

carne che torna alla terra, destino identico per tutti gli esseri umani

se ragioniamo in questi termini possiamo parlare di ciò che vediamo,
ma la religione ci parla di ciò che non  vediamo, ci parla di un Giudice
Supremo che giudica ciò che i nostri ochi non vedono

e ci dice che sarà lui a giudicare l'operato dei suoi pastori DI ANIME


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31/05/2013 22:12

carne che torna alla terra, destino identico per tutti gli esseri umani

se ragioniamo in questi termini possiamo parlare di ciò che vediamo,
ma la religione ci parla di ciò che non  vediamo, ci parla di un Giudice
Supremo che giudica ciò che i nostri ochi non vedono

e ci dice che sarà lui a giudicare l'operato dei suoi pastori DI ANIME

Mica e' tanto vero cara Claretta!
La religione non parla ma per essa parlano gli uomini preposti ad essa e mai coerenti nei secoli.
Il concetto poi del giudice supremo e' giusto e coerente alla nostra fede ma nel frattempo c'e'
il giudizio, il comando e la valutazione terrena  sui fatti di fede.

La chiesa non e' mai stata passiva lasciando il giudizio solo al giudice supremo.
Non ha mai offerto fede senza pretendere o cercando di pretendere altro in cambio.
Anzi ha usato la fede per prosperare e creare potenza e potere.
Oggi diventa piu' difficile farlo poiché il suo pubblico e' piu' attento , ha migliore cultura e miglior giudizio.

Oggi puo' essere giudicata anche lei su quello che fa e quello che dice.(ultimi 4 papi encomiabili lo dimostrano)

Immagina se oggi ripete che l'arte non puo' avere interpreti femminili (canto o teatro) e magari sponsorizza nuovamente gli evirati.


daffy



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01/06/2013 12:34

"Morto Don Gallo, l’altra faccia della Chiesa"

Questa è proprio bella! Di faccia la Chiesa ne ha una sola...è quella di Gesù Cristo!

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01/06/2013 15:17

"Morto Don Gallo, l’altra faccia della Chiesa"

Questa è proprio bella! Di faccia la Chiesa ne ha una sola...è quella di Gesù Cristo

Caro lazzaro al solito accomuni la chiesa con la fede e rispetti piu' le gerarchie che i contenuti.

Non e' cosi'!  La chiesa e' quella istituzione che mediante e purtroppo con la limitazione umana cerca di rappresentare al meglio
la parola di Dio.

La perfezione e la coerenza nei non e' stata mai offerta e se per grazia divina un giorno sarebbe offerta sicuramente nemmeno sarebbe riconosciuta.

Di conseguenza uomini di chiesa e qualche volta anche di fede anche se con simili direttive amministrano e offrono la fede con criteri diversi.

San Francesco e' stato molto diverso del suo papa come molto diversi tra loro sono i papi che sono succeduti.

Spesso sono state cambiate forma e contenuti adattati a tempi e luoghi , cosa fatta anche da Gesu' (avevate il cuore di pietra e quindi era cosi' ma ora ...)

Il popolo vede non la fede ma la chiesa diversamente rappresentata dai diversi uomini amministratori di fede.

Hanno trovato la misericordia di Dio che accetta tutti e tutto senza sentenziare ma cercando di capire negli atti di don Gallo e magari
il politichese spinto ed interessato nei ruini e nei bagnasco.

Sono 2 facce diverse ed ambedue rappresentative della chiesa e della fede.
Lacunose e limitate entrambi ma il popolo che' e' anche voce di Dio ha ritrovato piu' fede in don Gallo che in bagnasco.

Non fare gioco di potere ma valuta gli uomini e non quello che rappresentano come grado ma quello che meritano come conduzione di vita.

daffy


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01/06/2013 18:39

Caro lazzaro al solito accomuni la chiesa con la fede e rispetti piu' le gerarchie che i contenuti.

Non e' cosi'!  La chiesa e' quella istituzione che mediante e purtroppo con la limitazione umana cerca di rappresentare al meglio
la parola di Dio.

Caro Daffy, non si può scindere: tra fede e gerarchie ecclesiali. Ma perchè, gli Apostoli ai tempi di Gesù erano Santi?
Eppure gli ha scelti come erano e come sono oggi. Non si nasce Santi... si diventa Santi se uno lo vuole. 
Fino alla fine dei tempi: il grano e la zizzania vivranno sempre assieme, gomito a gomito.
Riguardo a Francesco, non ha detto una sola parola contraria al Papa e alle gerarchie ecclesiali: si è sempre sottomesso alle loro autorità: nel bene e nel male. La chiesa è il corpo di Cristo. (Efesini 1:22) 
1 Cor 10, 16-17
Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.

   

 

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