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Quando Francesco parla o scrive... ascoltiamolo

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2013 01:54
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10/12/2013 01:54

LETTERA DEL SANTO PADRE  FRANCESCO
AL PRIMO MINISTRO DEL REGNO UNITO DAVID CAMERON
IN OCCASIONE DELL’INCONTRO DEL  G8 (17-18 GIUGNO 2013)

 
 

All’Onorevole David Cameron, MP
Primo Ministro

Sono lieto di rispondere alla sua cortese lettera del 5 giugno 2013, con cui ha  voluto informarmi sull’agenda del Suo Governo per la Presidenza Britannica del  G8 nell’anno 2013 e sul prossimo Summit, previsto Lough Erne, nei giorni 17 e 18  giugno 2013, intitolato “A G8 meeting that goes back to first principles”.

Affinché tale tema abbia il suo più ampio e profondo significato, occorre  assicurare ad ogni attività politica ed economica nazionale ed internazionale un  riferimento all’uomo. Infatti, dette attività devono, da una parte, consentire  la massima espressione della libertà e della creatività individuale e collettiva  e, dall’altra, promuovere e garantire che esse si esercitino sempre  responsabilmente e nel senso della solidarietà, con una particolare attenzione  ai più poveri.

Le priorità che la Presidenza britannica ha fissato per il Summit di Lough Erne  riguardano soprattutto il libero commercio internazionale, il fisco, la  trasparenza dei governi e degli agenti economici. Non manca, comunque,  un’attenzione fondamentale all’uomo, concretizzata nella proposta di un’azione  concertata del Gruppo per eliminare definitivamente il flagello della fame e per  garantire la sicurezza alimentare. Parimenti, è segno di attenzione per la  persona umana il fatto che uno dei temi centrali dell’agenda sia la protezione  delle donne e dei bambini dalla violenza sessuale in situazioni di conflitto,  anche se occorre non dimenticare che il contesto indispensabile per lo sviluppo  di tutte le accennate azioni politiche è quello della pace internazionale.  Purtroppo, la preoccupazione per le gravi crisi internazionali non manca mai  nelle delibere del G8, e quest’anno non si potrà non considerare con attenzione  la situazione nel Medio Oriente e, particolarmente, in Siria. Per quest’ultima  auspico che il Summit contribuisca ad ottenere un cessate il fuoco immediato e  duraturo, e a portare tutte le parti in conflitto al tavolo dei negoziati. La  pace esige una lungimirante rinuncia ad alcune pretese, per costruire insieme  una pace più equa e giusta. Inoltre, la pace è un requisito indispensabile per  la protezione delle donne, dei bambini e delle altre vittime innocenti, e per  cominciare a debellare la fame, specialmente tra le vittime della guerra.

Le azioni incluse nell’agenda della Presidenza Britannica del G8, che intendono  puntare sulla legalità come il filo rosso dello sviluppo, con i conseguenti  impegni per evitare l’evasione fiscale e assicurare la trasparenza e la  responsabilità dei governanti, sono misure che puntano alle radici etiche  profonde dei problemi, giacché, come ben aveva segnalato il mio predecessore,  Benedetto XVI, la presente crisi globale dimostra che l’etica non è qualcosa di  esterno all’economia, ma è una parte integrale e ineludibile del pensiero e  dell’azione economica.

Sia le misure di lungo respiro per assicurare una adeguata cornice di legalità  che guidi tutte le azioni economiche, sia le misure congiunturali di urgenza per  risolvere la crisi economica mondiale, devono essere guidate dall’etica della  verità, che comprende, innanzitutto, il rispetto della verità sull’uomo, il  quale non è un fattore economico in più, o un bene scartabile,  ma qualcosa che  ha una natura e una dignità non riducibili a semplici calcoli economici. Perciò  la preoccupazione per il benessere basico materiale e spirituale di ogni uomo è  il punto di partenza di ogni soluzione politica ed economica e la misura ultima  della sua efficacia e della sua eticità.

D’altra parte, il fine dell’economia e della politica, è proprio il servizio  agli uomini, a cominciare dai più poveri e i più deboli, ovunque essi si  trovino, fosse anche il grembo della loro madre. Ogni teoria o azione economica  e politica devi adoperarsi per fornire ad ogni abitante della terra quel minimo  benessere che consenta di vivere con dignità, nella libertà, con la possibilità  di sostenere una famiglia, di educare i figli, di lodare Dio e di sviluppare le  proprie capacità umane.  Questa è la cosa principale. Senza questa visione,  tutta l’attività economica non avrebbe senso.

In tal senso, le varie e gravi sfide economiche e politiche che il mondo odierno  affronta richiedono un coraggioso cambiamento di atteggiamenti, che ridia al  fine (la persona umana) e ai mezzi (l’economia e la politica) il posto loro  proprio. Il denaro e gli altri mezzi politici ed economici devono servire e non  governare, tenendo presente che la solidarietà gratuita e disinteressata è, in  modo apparentemente paradossale, la chiave del buon funzionamento economico  globale.

Ho voluto condividere con Lei, Primo Ministro, questi pensieri, nel desiderio di  contribuire a sottolineare quello che è implicito in tutte le istanze politiche,  ma che a volte si può dimenticare: l’importanza primordiale di mettere l’uomo,  ogni singolo uomo e donna, al centro di ogni attività politica ed economica  nazionale ed internazionale, perché l’uomo è la più vera e più profonda risorsa  della politica e dell’economica e, allo stesso tempo, il fine primordiale di  esse.

Signor Primo Ministro, con la speranza di aver offerto un valido contributo  spirituale alle vostre delibere, formulo fervidi voti di un fecondo esito dei  lavori e invoco abbondanti benedizioni per il Summit di Lough Erne e per tutti i  partecipanti, nonché per le attività della Presidenza Britannica del G8 durante  l’anno 2013  e colgo l’occasione per rinnovare i miei migliori auspici ed  esprimere i miei sentimenti di stima.

Dal Vaticano, 15 giugno 2013

FRANCISCUS


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