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Lettera di Cossiga al cardinal Tettamanzi

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2008 08:37
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10/12/2008 02:18

Un muezzin fra le guglie del Duomo
Cossiga a Tettamanzi: ...e un muezzin sul tetto del Duomo! “Signor Cardinale, ho letto il Suo appello a favore della costruzione di moschee in ogni quartiere di Milano in nome della libertà religiosa e del ‘confronto leale’ e del ‘dialogo costruttivo’ tra la Chiesa Ambrosiana e l’Islam, nel nome dell’‘Unico Iddio Grande e Misericordioso’, Allah, che in Arabo vuol dire anche per i cristiani: ‘Dio’; in fondo è meglio che i milanesi adorino Dio anche se secondo il credo islamico e che vadano in moschea, che non lo preghino affatto”. Così il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga in una lettera all’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi. “Essendo più giovane di Lei – continua Cossiga - ricordo bene quando monsignor Giovanni Battista Montini, ancora non cardinale, prese l’iniziativa per la raccolta di somme per la costruzione di nuove chiese. Penso che, mutatis mutandis, Lei potrebbe cercare di fare qualcosa di simile non per la costruzione di Chiese, ma per la costruzione di moschee, perché unico è Dio, magari chiedendo che gli imam adottino un rito ambrosiano, frutto di un ‘confronto leale’ e di un ‘dialogo costruttivo’, e anche con una traduzione del Corano in meneghino”. “Qualora non si reperiscano i fondi necessari – sottolinea Cossiga -, sempre un ‘confronto leale’ e di un ‘dialogo costruttivo’, la diocesi di Milano potrebbe cedere alcune delle chiese costruite da monsignor Montini ai musulmani, e magari concedere per alcuni giorni alla settimana lo stesso Duomo di Milano perché si celebrino i riti islamici, e anche, perché no? dare al capo degli Imam di Milano uno spazio nel Palazzo Arcivescovile per farne la sua sede e la sua residenza, palazzo su cui lasciare issare anche la bandiera verde dell’Islam. Non crede che, sempre nello spirito di un ‘confronto leale’ e di un ‘dialogo costruttivo’ siano delle buone idee? E poi per Lei ci potrebbe anche scappare il titolo di Grande Imam Onorario d’Italia. Con deferenza Francesco Cossiga. P.S. Un’altra idea che io Le sottopongo nello spirito di un ‘confronto leale’ e di un ‘dialogo costruttivo’: far recitare le preghiere rituali dal muezzin, con un idoneo impianto di diffusione, da uno dei pinnacoli del Duomo”. IL VELINO
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10/12/2008 04:00

[SM=g1730208]  Hehe cara Cla'

certo che il buon
Cossiga
non ha peli sulla lingua!

E in forma ironica le canta chiare a Tettamanzi!

Ecchecavoli 

possibile che invece di pensare ad aiutare le molte famiglie cattoliche in difficolta' economiche si voglia costruire chiese a favore di altre religioni contrarie alla nostra? 

Intendiamoci...trovo giusto che si aiutino le persone bisognose di qualunque fede esse siano perche' questo e' il messaggio di Cristo: "Ama il prossimo tuo!"...e in questo la nostra Caritas sta davvero facendo un'opera meritevole!

Ma che un porporato arrivi a chiedere chiese per altri culti...a me sembra inammissibile!

Forse ha dimenticato che il primo comandamento dice: "Non avrai altro Dio fuori di me" ...quindi il suo compito e' quello di evangelizzare per far conoscere la nostra fede non di sponsorizzare  quella di altri....
 

E poi nelle chiese si va per pregare NON per dialogare!

Per il dialogo si possono avere altre sedi:....circoli ...associazioni...ecc. ma questo che c'entra con la costruzione di moschee?

Me sa proprio che Tettamazi abbia avuto un attacco di  arteriosclerosi galoppante!

Anam



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10/12/2008 04:53

A mio avviso Tettamanzi dovrebbe riflettere su questo articolo:

Noi cattolici senza casa

Anche in Europa, a un’ora di aereo da Roma,
c’è un paese dove i cristiani subiscono lo sfratto della maggioranza islamica.
L’allarme di Puljic, arcivescovo di Sarajevo

di Lorenzo Fazzini

 
Bosnia Herzegovina, terra d’Europa a rischio “islam integralista”. L’ultimo caso è quello di un processo giudiziario contro ex mujaheddin islamici combattenti nella guerra degli anni Novanta, oggi “felicemente” integrati nell’apparato statale bosniaco: tale procedimento penale è stato insabbiato dalle autorità di Sarajevo.
 
Secondo alcuni osservatori, quelli che un tempo, in nome del jihad, combattevano contro i cristiani serbi e croati oggi operano sottotraccia per imporre con la violenza la supremazia coranica nel cuore dei Balcani.
 
«Nel mio paese non esistono diritti umani uguali per tutti,
i cattolici sono di-scriminati sia dai serbi che dai musulmani.
E la comunità internazionale (leggi Onu, ndr) non fa niente, anzi: i militari, su comando dei politici, irrompono nelle nostre scuole dove si insegna la tolleranza tra le diverse religioni».

La denuncia è di quelle autorevoli, viene da Vinko Puljic, arcivescovo cattolico di Sarajevo dal gennaio 1991, pochi mesi prima dello scoppio del sanguinoso conflitto. Quando a 49 anni ricevette la sua nomina a cardinale nel 1994, segno di affetto di Giovanni Paolo II per la città assediata dai cecchini, Pu-ljic diventò il porporato più giovane di tutto il collegio cardinalizio.
Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Sarajevo è stato ospite del Centro Papa Luciani di Belluno.
Tempi lo ha intervistato sulla situazione “dimenticata” dei cattolici in Bosnia.

Eminenza, recentemente il vescovo di Banja Luka, monsignor Franjo Komarica, ha denunciato che solo il 2 per cento dei cattolici di Bosnia esuli per la guerra sono potuti ritornare alle loro case. Qual è la situazione dei cattolici nel vostro paese?

Grazie per la domanda. Dopo gli accordi di Dayton, la Bosnia è stata divisa in due zone, una repubblica in cui è tutto in mano ai serbi, e un’altra interetnica, dove ci sono Sarajevo e Banja Luka.

Nella prima repubblica, su 220 mila cattolici presenti prima dei combattimenti, oggi ve ne sono solo 12 mila. Perché? Il governo serbo non dà sicurezza a chi vuole tornare. Ci sono gravi problemi dal punto di vista burocratico e delle infrastrutture: mancano le case per chi vuole rientrare.

Di tutti i programmi di aiuto di carattere internazionale stabiliti per questa zona, nessuno è andato a vantaggio dei cattolici, ma solo dei serbi (ortodossi, ndr) che sono al governo.
Ho denunciato questo fatto anche a livello internazionale, ad esempio al governo austriaco.
Il ministro degli Esteri di Vienna mi ha detto che sbaglio e che loro hanno dato 7 milioni di euro per chi vuole tornare.

Ma ho replicato: grazie, ma mi si dimostri che con quei soldi è stata costruita una sola, anche una sola casa per i cattolici!
Io, come tutti i vescovi di Bosnia, grido che mancano i diritti fondamentali uguali per tutti.

E sul versante musulmano?

In ogni città dove i musulmani sono la maggioranza
(Sarajevo, Tuzla, Srebenica, dove gli islamici sono l’85 per cento della popolazione), i diritti non sono uguali per tutti.

I musulmani possono costruire ovunque le moschee che vogliono, ne hanno fatte più di settanta dalla fine della guerra.
Noi cattolici è da nove anni che chiediamo di costruire una chiesa.

Qui c’è anche una responsabilità della comunità internazionale, che non vuole fare pressioni perché si arrivi a una vera situazione di uguaglianza.

Le faccio un esempio. In un comune vicino a Sarajevo, Ilija, dove prima della guerra c’era una grande comunità cattolica, abbiamo presentato le carte per ricostruire le case, ma non ci sono stati concessi i permessi.
 
Persino a livello di investimenti industriali si assiste a discriminazioni contro i cattolici: vengono dati subito i permessi di costruire ai musulmani, non ai nostri.

E lei come si spiega questa situazione di discriminazione?

Durante il conflitto la Chiesa cattolica è stata l’unica organizzazione stabile.

Mentre tutto era distrutto, i miei preti si sono dimostrati coraggiosi e pronti a dare aiuto a chiunque.
La Chiesa cattolica va avanti da sola senza appoggiarsi a questo o quel potere, e questo non è gradito alla comunità internazionale e al governo di Sarajevo.

Noi siamo liberi perché durante i bombardamenti aiutavamo tutti quelli che erano nel bisogno, per lo più musulmani, con cibo e medicine.
Le nostre scuole oggi sono aperte a cattolici, ortodossi, musulmani e atei, perché vogliamo educare i giovani alla tolleranza. Ma la politica locale e la comunità internazionale non vogliono questo processo.
Anche i militari internazionali (i caschi blu, ndr) sono entrati nelle nostre scuole per dire che quello che facciamo non va bene. Certo, non sono i militari che vogliono questo, io ho ottimi rapporti con i comandanti e i carabinieri, ma loro obbediscono ai politici che hanno il potere.

Come valuta il recente primo incontro del Forum cattolico-islamico in Vaticano? A capo della delegazione musulmana vi era proprio il gran muftì di Bosnia, lo sceicco Mustafa Ceriç.

Il risultato non è grande, ma è molto importante lavorare per il dialogo perché non c’è alternativa. Bisogna sempre creare un clima che assicuri la stabilità per il futuro.
 
Anche noi a Sarajevo, periodicamente, otto-nove volte all’anno, facciamo delle riunioni come capi religiosi ebrei, ortodossi, cattolici e musulmani su alcuni temi.
 
Ma i problemi devono essere risolti dalla politica: io lavoro per creare uno Stato bosniaco in cui i cattolici siano liberi.

Sulla base della sua esperienza di pastore in un paese a maggioranza islamica, cosa manca ai risultati del Forum?

Bisogna chiedere ai musulmani il concetto di reciprocità
.

Gli islamici in Europa trovano il rispetto dei loro diritti, quindi è necessario garantire gli stessi diritti ai cristiani nei paesi musulmani.
Come vivono i cristiani in Turchia, in Iraq, in Iran, in Pakistan e anche in Bosnia?
 
Quando giungono in Europa, i musulmani costruiscono le loro moschee, a Colonia, Roma, Vienna… Quando è stata costruita l’ultima chiesa in Turchia?

Il governo di Istanbul vuole entrare nell’Unione Europea, ma quando ha permesso l’ultima costruzione di un edificio cristiano? Inoltre bisogna rispettare la libertà di coscienza.
Quando un musulmano riceve il cristianesimo, tutti, a cominciare dalla famiglia e dalla società, diventano suoi nemici.

Come vive oggi la Chiesa in Bosnia?

Continuiamo il nostro lavoro pastorale con i preti, le scuole, la Caritas, seppur tra tante croci, ma questa è la nostra vita.
Sono molto grato ai nostri sacerdoti, religiosi e religiose, davvero coraggiosi: grazie a Dio abbiamo ancora vocazioni e famiglie molto religiose. Ma i cattolici d’Europa devono essere più vicini ai cattolici bosniaci: tra Sarajevo e Roma vi è poi solo un’ora di aereo! Devono impegnarsi, perché in Bosnia i diritti umani non sono uguali per tutti.


COINCIDENZE

Grazie YouTube, Grazie Onu

Negli stessi giorni in cui un poeta giordano viene trascinato in giudizio ad Amman per versi d’amore che oltragge-rebbero il Corano (
vai all'articolo
), YouTube premia la regina di Giordania per i suoi video «contro i pregiudizi sul mondo arabo». Stupendo. E non è straordinario che mentre si denuncia una presunta islamofobia in Europa, l’islam politico espella i cattolici dall’europea Sarajevo?


http://www.tempi.it/print/3956

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10/12/2008 21:56



Personalmente non sono d'accordo nell'auspicare la costruzione di moscheee in ogni quartiere, perchè il mio pensiero corre sempre ai cristiani espulsi ed ammazzati in giro per il mondo da membri di altre religioni ed in primis dai musulmani.

Sempre personalmente non vedo come si possa instaurare un dialogo con chi non vuol sentire altra ragione che non sia la propria.

Ma io sono peccatrice e forse ho spirito poco cristiano, mentre il cardinale Tettamanzi è un alto prelato, colto, preparato e sicuramente segue alla lettera il cristianesimo che ci vuole tutti fratelli:
come biasimarlo?




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10/12/2008 22:26

Grazie alla donazione di un anonimo magnate saudita, e all’accondiscendenza delle autorità norvegesi, sarà presto costruita una grande moschea al Polo Nord.

La notizia rientra fra quelle «incomprensibili» ai nostri occhi. A che cosa serva una moschea in mezzo ai ghiacci, in un Paese in cui la comunità islamica è intorno al 2 per cento, è cosa che ci pare faccia a pugni con la ragione. In realtà, quel che fa a pugni con la ragione è la nostra ormai incrostata abitudine a credere che tutto il mondo proceda seguendo le nostre categorie di pensiero. Ci illudiamo che tutto sia misurabile materialmente, o in termini di interessi «concreti»: e respingiamo a priori l’idea che ci sia invece ancora qualcuno che vive e opera con le categorie della religiosità, del sacro, del simbolo.

Chi spende denaro per costruire una moschea al Polo Nord sa perfettamente che un’opera del genere - se servisse solo per i fedeli della zona - non varrebbe la spesa. Ma sa anche che qualsiasi edificio venga edificato a Tromso (il comune di competenza) rientra poi nel Guinness dei primati; e quindi la moschea di Tromso sarà presto classificata non solo come la moschea, ma più in generale come il luogo di culto più a nord del pianeta.

Il mondo islamico comprende perfettamente il valore simbolico di un’iniziativa del genere. Non lo comprendiamo invece noi occidentali, imprigionati come siamo nella tragicomica ideologia del politically correct: è grottesco, ad esempio, che le autorità norvegesi abbiano espresso soddisfazione perché la moschea al Polo Nord «rispetterà i vincoli ambientali», senza avvertire un altro tipo di impatto, non «ambientale» ma ben più profondo.

Chi conosce la storia sa bene quanto sia illusorio il «dialogo» auspicato oggi anche da arcivescovi che nel programma pastorale invocano «una moschea per ogni quartiere». L’islam è una religione di conquista, e nel suo dialogare non c’è mai stato neppure il tentativo di convertire: la mitica «tolleranza» islamica consisteva nel lasciare a cristiani ed ebrei la loro fede per il semplice motivo che così diventavano sudditi ed erano tenuti al pagamento di un tributo, dal quale i discepoli di Maometto erano esentati. Che oggi non sia più riproponibile una metodologia del genere è evidente; ma che una strategia di conquista sia comunque in atto, è altrettanto evidente.

Non temo la vittoria dell’islam. Credo abbia ragione Vittorio Messori quando prevede che l’islamismo farà conti drammatici con quella modernità e quel razionalismo cui il cristianesimo è, nonostante tutto, sopravvissuto; e che perfino certi nostri «veleni» contribuiranno provvidenzialmente a mandare in crisi una religiosità fatta di rigidi formalismi. Ma, citando ancora Messori, «la crisi dell’islam a contatto con i nostri valori e i nostri acidi solventi sarà un processo lungo e drammatico».

Michele Brambilla da Il Giornale

 

[Modificato da Anam_cara 10/12/2008 22:38]
10/12/2008 22:29

Certo che è un bel grattacapo....però....l'Islam nn è nato dopo il cristianesimo? Inoltre l'Islam nn ha preso la Bibbia per estrapolare ciò che gli interessava...Inoltre Tettamanzi cn tutto il rispetto per il suo ruolo sa quel che fa?Per una volta tanto Cossiga mi trova d'accordo.....Insomma i cristiani possono essere ammazzati e torturati ch tutto passa sotto silenzio... però guai a toccare un capello di un islamita!C'è qualcosa che nn va....so solo che Gesù continua a soffrire in croce per noi....e che gli islamici vogliono togliere le ns croci,per loro nelle ns scuole nn si costruiscono più i presepi...negli anni settanta per me era normale vedere  a scuola il presepio...Si festeggia il Natale s scuola ma guai a nominare per sbaglio il nome Gesù....vogliono le moschee qui e noi perchè nn possiamo neanche pregare il ns DIo in paesi islamici? Provate a leggere "Mille splendidi soli " Di Kalhed Hosseini....Vogliamo tornare indietro?Con le donne alla mercè dell'uomo.la poligamia(uomo ,si? Donna ,no?eh già!) e nn mi vengano a dire che la poligamia nn è tanto praticata che ci sono anche tante coppie monogam eh meno male...o forse troppe donne da mantenere è troppo oneroso,,le bambine private del diritto allo studio ,che dico al diritto di esprimere un proprio pensiero....leggevo tempo fa una ragazza islamica uccisa perchè troppo occidentale,aveva aperto un blog.....No , no ....ci stiamo cascando tutti ...nn mi pare che Islam abbia bisogno di essere tutelato come vuol fare Tettamanzi....mi sa che il cristianesimo e' in minoranza....correggettemi vi prego se ho sbagliato ....Provo tristezza ...perche' è vero che ci sono più immigrati ma che fatica solidarizzare con loro ,le donne parlo. NN parlano se nn hanno l'ok dal marito ...sono in dipsarte si nascondono...un giorno ho sorriso ad una di loro e guardavo con simpatia il suo bambino(avevo per mano il mio piccoletto)....lei ha sviato subito lo sguardo intimorita....col suo bel abito lungo e quell'elegante foulard sopra i capeli...
[Modificato da rondine0. 10/12/2008 22:34]
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11/12/2008 02:37

Famiglia Cristiana la pensa così :
 
Primo piano.

UNA PROPOSTA CHE LEDE IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA
E DI CULTO


PURCHÉ IL "VOLTO" DELLE
MOSCHEE SIA LA PREGHIERA


Se si dovesse rendere clandestina la pratica religiosa, si avvantaggerebbe la frangia degli estremisti.

La Lega va all’ultima crociata e propone una moratoria "sine die" sulla costruzione di nuove moschee in Italia. L’idea nasce dall’equazione: musulmani uguale terroristi. Anzi, emigrati uguale musulmani e, quindi, terroristi. Così, si propone la moratoria per le moschee, sperando d’estenderla agli immigrati. I sondaggi danno ragione alla Lega: l’84 per cento degli italiani è d’accordo (Sky Tg24). E c’è da crederlo, la paura fa tanto!

La scorsa settimana a Milano sono stati arrestati due (presunti) terroristi islamici, che intendevano far saltare supermercati, caserme... e, perfino, attentare al Duomo di Milano, la notte di Natale. Si sarebbero allenati alla "guerra santa" nella sala di preghiera islamica del Comune di Macherio. Ma i nostri servizi segreti li hanno intercettati e arrestati. Bene, benissimo. È dovere dello Stato combattere il terrorismo, ovunque esso si trovi e si nasconda.

Musulmani in preghiera, nel primo giorno di Ramadan, nella moschea di Roma.
Musulmani in preghiera, nel primo giorno di Ramadan,
nella moschea di Roma
(foto Ansa).

Al tempo delle Br e del terrorismo nero, fior di terroristi avevano frequentato anche il catechismo. Ma mai nessuno s’è sognato di chiedere una moratoria sulla costruzione di nuove chiese.

In Italia ci sono un milione e 600 mila musulmani, che sono un terzo degli immigrati: quindi, non vale l’equazione musulmani uguale immigrati. E non tutti sono praticanti. Perché dovrebbero diventare terroristi quelli che frequentano i luoghi di culto e non gli altri? La realtà è un’altra. Bloccare le moschee rassicura la popolazione, trova consenso, ma non è detto che sia efficace.

La Santa Sede e la Cei hanno osservato che le moschee devono essere luoghi di culto e non acquistare "altri volti". Se diventano altro, è lo Stato che deve vigilare, perché ha gli strumenti per farlo. La Lega dice che, intanto, è meglio bloccare tutto, almeno fino a quando il Parlamento non approverà la legge sulla libertà religiosa, e fino a quando i musulmani non sottoscriveranno un’Intesa con lo Stato italiano (ammesso che i partiti la vogliano!).

Eppure, se si garantisce la libertà religiosa e la costruzione di moschee, l’operazione trasparenza riuscirà. Se si spingono i musulmani alla clandestinità, si favoriscono le frange più radicali ed estremiste. La Francia l’ha capito da tempo, e fa sottoscrivere i progetti di nuove moschee da tutte le associazioni musulmane. Anche in Italia le moschee, se inserite nel territorio e rispettose delle leggi, favorirebbero la crescita di un Islam italiano moderato.

Il segretario della Cei, monsignor Crociata, che del dialogo interreligioso è esperto, ha spiegato che questa è «un’esigenza per tutti». Il riferimento è la nostra Costituzione, che salvaguarda la libertà religiosa.

Compito dello Stato è evitare che le religioni siano usate come armi nella lotta di civiltà; dovere di tutti è far sì che ciascuno professi la sua fede in libertà, in pace e in luoghi di culto degni di questo nome.

Dopo i gravi attentati del terrorismo islamico in Spagna e Gran Bretagna, nessuno ha chiesto di chiudere le moschee o di sospenderne la costruzione. Così come in Italia, nessuno s’è mai sognato di impedire manifestazioni "pseudoreligiose" inneggianti al dio Po e agli dei del pantheon celtico.

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11/12/2008 02:43

la proposta della Lega
Maroni: "Non sempre luoghi di culto" Roberto Cota: "Moratoria a tempo indeterminato sulla costruzione di nuove moschee finché il parlamento non approverà una legge che ne regolamenti l’edificazione". Il ministro Maroni: "Non dire no solo perché proposto dalla Lega". Rifondazione e Pdci: "E' un'idea folle e illegale" Roma - Il tema è tornato di strettissima attualità dopo che due marocchini sono stati tratti in arresto per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Volevano colpire Milano e stavano progettando attentati contro obiettivi civili e militari. Si erano addestrati su internet e avevano già la mappa degli obiettivi da colpire. Ma sono stati fermati in tempo. Uno degli arrestati faceva il predicatore in un centro "culturale" di Macherio. Dalla cronaca alla politica il passaggio è breve. La Lega Nord torna a chiedere una moratoria per la costruzione di nuove moschee. La proposta viene rilanciata dal capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota. Moratoria "Chiediamo una moratoria a tempo indeterminato - sottolinea il presidente del gruppo del Carroccio a Montecitorio - sulla costruzione di nuove moschee e presunti centri culturali finché il parlamento non approverà una legge che regolamenti l’edificazione di luoghi di culto che non abbiano sottoscritto intese con lo Stato", afferma Cota in un comunicato. Proposta di legge "Presenteremo una mozione parlamentare in tal senso. Esiste già una nostra proposta di legge per la regolamentazione della costruzione di questi luoghi di culto di cui abbiamo chiesto la calendarizzazione in aula". Maroni: "No a veti ideologici" Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, non chiude alla proposta di Cota. Interpellato dai giornalisti in Transatlantico, il titolare del Viminale osserva: "Il parlamento farà le sue valutazioni, ma dire di no solo perché l’ha proposto la Lega mi sembra il solito balletto dettato dal pregiudizio". Il problema, ha spiegato Maroni, "è come fare per evitare che persone vadano in un luogo e scarichino da internet il metodo per costruire una bomba e far saltare una caserma dei carabinieri. Questo - ha sottolineato - è il mio problema, perchè è ciò che è avvenuto a Macherio, dove, in questo centro culturale-moschea-scuola-ristorante, i due marocchini indagati e arrestati ieri non andavano a pregare, ma a progettare attentati e ciò non è tollerabile". "Per la prima volta - ha aggiunto il ministro - abbiamo trovato due che volevano fare attentati in Italia e non all’estero". Rifondazione: "Proposta folle e illegale" La proposta della Lega "è soltanto l’ennesimo, disgustoso e vergognoso atto di una campagna becera e folle come quella che i più ciechi e feroci integralisti nostrani, i leghisti, stanno portando avanti da molto tempo". È il commento che arriva da Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc. "Si tratterebbe, peraltro - dice - di una norma palesemente anticostituzionale, visto che nel nostro Paese la libertà di culto è sacra e sancita nella nostra Carta costituzionale, oltre che del tutto inefficace". Il Pdci: "E' intollerabile" L'ennesimo tentativo della Lega di criminalizzare i cittadini islamici che vivono in Italia è intollerabile". Lo dice Maurizio Musolino, responsabile immigrazione del Partito dei Comunisti italiani. "Quanti utilizzano l’assioma islamico uguale terrorista non fanno altro che assecondare proprio i progetti di chi vuole dividere il mondo in una assurda guerra di civiltà". Binetti: "Può essere una buona idea" "Se la moratoria sulla costruzione di nuove moschee va intesa come momento di riflessione per decidere il da farsi può essere una buona soluzione. Se invece deve essere considerato solo un modo per impedire a qualcuno di professare la propria fede, allora no". Il deputato del Pd Paola Binetti commenta così la proposta di Roberto Cota.
11/12/2008 11:25

nel nostro Paese la libertà di culto è sacra e sancita nella nostra Carta costituzionale, oltre che del tutto inefficace".


Ma davvero? E perchè i ns figli nn possono costruire il presepe in classe...in fondoi musulmani hanno in stima la ns Madonna, è la mamma di Gesù da loro considerato un Profeta.Perchè dividere ,togliere ,nascondere e invece nn si trova qualcosa da condividere?Sarei proprio curiosa di sapere cosa ne pensano le mamme musulmane del presepe...magari scopriamo che loro nn hanno nulla da dire....in fondo il presepe è la rappresentazione della Sacra Famiglia ....e visto dal punto di vista nn cristiano che male fa? E' l'unione del papà e della mamma uniti per la loro famiglia.....che male fa?Per noi cristiani è Sacra Famiglia  ma soprattutto è nascita di GesùCristo ,il Messia che ci è stato promesso dal Dio di Abramo ,di Isacco.....Se io andassi da loro a vivere rispetterei il loro credo....e allora parafrasando le parole di John Lennon anch'io mi immagino tutto il mondo che vive in pace e fratellanza nel pieno rispetto reciproco.....un arricchimento ,nn un impoverimento....poi i deliquenti si isolano...per me musulmano nn fa equazione con terrorista....però vorrei che noi cristiani avessimo più coraggio di farci sentire e invece siamo un pò tiepidini.....
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11/12/2008 15:22

A quanto pare, il pensiero del card. Tettamanzi sembra essere alquanto diverso da quello di coloro che non riconoscono nel Dio degli islamici lo stesso Dio dei cristiani.

Nella sua ottica di "libertà religiosa" il suo pensiero può anche essere discusso, ma è comprensibile e non ritengo che meriti il sarcasmo di Cossiga.

Quando si prega Dio, qualunque sia il nome che gli si attribuisce, ci si rivolge solo e sempre all'unico Dio. Non dimentichiamo poi che il Dio degli islamici è esattamente lo stesso Dio di Abramo e che lo stesso Cristo è considerato come un grande profeta. Certo, dovremmo auspicare la "reciprocità" nei loro paesi. Tuttavia, le intolleranze che invece avvengono in questi paesi non devono essere un motivo per comportarci allo stesso modo ... non è questo che ci insegna la nostra fede.

D'altra parte, è anche giusto che ognuno debba avere modo di professare il proprio culto in luoghi opportuni e senza essere costretti a prostrarsi lungo i marciapiedi delle città.
La presenza islamica nel nostro paese è ormai una realtà che non si risolve certo vietando la costruzione di moschee (ovviamente non a nostre spese), ma esigendo discrezione e l'assoluto rispetto delle nostre leggi e del nostro culto.
Vietarlo significa solo acuire le divisioni e gli estremismi.

Diciamo piuttosto che, purtroppo, gli islamici costituiscono solo il pretesto di alcuni (e non solo alcuni che islamici non sono) per eliminare la tradizione cristiana. Sono soprattutto questi che vanno combattuti.

iyvan
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11/12/2008 18:12




9 Dicembre 2008
Di fronte a tante ingiustizie e persecuzioni
sta a voi richiamare il principio di reciprocità 
MUSULMANI D`ITALIA
ORA ALZATE LA VOCE
La sequenza di notizie tragiche che provengono dal Sud del mondo e che riguardano più di tutto donne e bambini mi interroga e mi spinge a scrivere qualche riga di politicamente scorretto. Alcuni mesi fa la bambina somala di 13 anni lapidata in nome del Corano perché adultera (in realtà violentata da tre uomini), le uccisioni dei cristiani in Iran e Iraq, la censura in Marocco del settimanale francese L’Express International colpevole  di aver abbinato in copertina le figure di Gesù e Maometto,  le condanne a morte per apostasia, la tortura dell’infibulazione inflitta alle donne, mi chiedo se non interpellino anche i musulmani italiani e residenti in Italia. Colpisce il silenzio delle comunità, giustamente attente a rivendicare i diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Nella carità cristiana non è previsto il principio di reciprocità, l’espressione più alta dell’amore è dare  senza chiedere e pretendere alcunchè. La lectio del Cardinale Tettamanzi è davanti a noi, luminosa. Ma nel rapporto tra gli Stati, nella laica poltica il principio della reciprocità vale eccome. Se i nostri immigrati si facessero portavoce dei loro connazionali perseguitati, se ribadissero che quelle pratiche nulla hanno a che fare con il sentimento religioso, aiuterebbero coloro che sono di là e contribuirebbero potentemente a stimolare il  dibattito sui valori e sulla dignità umana nel nostro Paese. Soprattutto  a proteggere la vita umana minacciata da una visione libertaria dei diritti, e a difendere la presenza pubblica delle chiese e delle religioni, impedita nei loro Paesi e talvolta mal  sopportata  nella nostra  democrazia che si dichiara  matura ma che matura non  lo è più di tanto. E per dire a noi cristiani il senso profondo della loro esperienza religiosa e di fede nel nome di Allah. 


Edoardo Patriarca   (da Più Voce)





11/12/2008 21:10

Quest'ultimo testo esprime bene quel che penso....ma dove sono musulmani che si alzano e protestano magari dicendo :"Ma no!Che fate rispettiamo il vs credo....lasciate i presepi...."Ho idea che Iyvan nn abbia neanche torto qdo asserisce che...i musulamani siano un pretesto da parte di quella schiera politica per fare i propri interessi....cmq nn bisogna fare gli struzzi.....lo vediamo sotto gli occhi ogni giorno.....a me personalmente nn sta bene l'infibulazione, oppure che una donna musulmana nn abbia il diritto di studiare e trovarsi un lavoro...nn mi sta bene che una donna debba convivere con altre mogli del proprio marito contro la propria dignità....Gesù è venuto a portarci la Buona Novella .....il rispetto pe tutti ,compresi i più deboli...mi viene in mente il Magnificat di Maria....." Ha innalzato gli umili ...."Mi sa che la strada per la reciproca conoscenza sarà ancora lunga.Una volta ho parlato con una ragazza musulmana....io entusiasta le ho chiesto di parlarmi del suo credo...ingenuamente le ho detto che in casa mia di qdo ancora vivevo con i miei, c'era un corano e noi lo leggevamo...pensavo di dire una cosa gradita ma lei mi ha insultato dicendo che ero un'impura a toccare quel Corano che nn essendo musulmana le preghiere che potevo fare nn andavano bene, che gli angeli in quel momento che un impuro tocca il Corano lo stanno maledicendo...beh ci sono rimasta...allora arrancando sugli specchi le ho detto ,o meglio ho cercato di dire che il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Dio dell'amore gratuito ,del perdono del Padre , che siamo tutti fratelli ,che Lui ci ama personalmente e in maniera unca.....niente da fare ...io ho ascoltato tutto da lei ...lei nn ha voluto sapere niente del cristianesimo...Secondo me nn è neanche uno scontro di religione , o forse lo è anche..ma è uno scontro di mentalità, di cultura .....io preferirei che le donne musulmane si occidentalizzino e facessero sentire di più la propria voce rispetto ai loro rispettivi mariti....forse è rabbia che mi fa parlare cosi'...ma ho letto troppe cose orrende capitate a loro che nn riesco a trattenermi.

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13/12/2008 03:28

luogo di preghiera


"Dio è uno, quindi è lo stesso per tutti"

persone più colte di me potrebbero dire che questo è
un'assioma incontestabile, che è Verità Assoluta

sì, ma allora il Vangelo, il Corano, la Torà che c'entrano ?

perchè bisogna pregare in una chiesa, in una moschea o in
una sinagoga?

basta radunarsi in un luogo destinato alla preghiera, un
luogo dove la presenza di Dio sia testimoniata da simboli
uguali per tutti i credenti

e basta che tutti preghino con le stesse formule se non proprio 
con le stesse parole 

lo sò che c'è chi la pensa così, però non è nè cristiano, nè
musulmano, nè ebreo  

e nemmeno fà parte quella metà della intera umanità che non
è monoteista, pur avendo un alto tasso di religiosità

è semplicemente un agnostico

o un massone che vorrebbe amalgamare tutte le religioni in
un progetto mondialista

niente da obiettare all'agnostico e al massone, il loro punto
di vista è comprensibile anche se non lo si condivide

ma ho molto da obiettare ad un cardinale cattolico che mi
dice "la sottomissione imposta dal Corano è valida quanto
il messaggio di Cristo"

e che arriva al punto di nascondere il Crocifisso quando in
chiesa ospita il Corano e la Torà

(è successo ad Assisi, quando la Comunità di Sant Egidio che

ospitava l'assemblea "ecumenica" nascose con drappi viola

il Crocifisso sull'altare)

13/12/2008 17:30

In nome del rispetto della religione altrui ,ad es. tempo fa ho assistito un funerale di una mamma giapponese ,morta sotto i miei occhi e quelli dei miei figli fatto in Chiesa in maniera originale...per nn voler alcun modo protestare. Lei buddista aveva sposato un italiano cristiano cattolico.I figli sono stati tutti battezzati e comunicati. C'erano tanti parenti giapponesi.....il funerale è consistito solo nella liturgia della Parola...invece nn c'è stata l'Eucaristia....Nel mio cuore però mi son chiesta che male c'era a voler fare la comunione...noi che eravamo li' eravamo credenti ....certo lei era buddista...e so per es.che i buddisti hanno un gran rispetto per gli altri....insomma sacrifichiamo sempre noi cristiani il  modus vivendi il ns Credo.....in nome dell'ecumenismo.....io se so che qualcuno di diversa religione prega per me ne son felice....io rispetto i simboli degli alri credenti in religioni diverse dalle mie...nn riesco ad immaginare italiani che si stabiliscono in Giappone e che dicono di far togliere le statue del Buddha.Qdo i talebani distrussero le statue dei Buddha io ci rimasi malissimo, anche se nn sono buddista...Noi cristiani abbiamo quella sensibilità di capire gli altri che la pensano diversamente da noi, però qdo vedo cristiani tiepiducci che nn battono ciglio perchè la croce di Cristo viene velata qualche sospetto mi viene.La croce è solo un simbolo....ma dice tutto. E' l'icona della passione, morte e RISURREZIONE di Gesù.....La ns religione si basa sulla Resurrezione di Gesù,altrimenti vana sarebbe la ns speranza[SM=g1730340] .....
[Modificato da rondine0. 13/12/2008 17:32]
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13/12/2008 18:53

Ho cliccato su "usa editor" dopo aver scritto il messaggio e me lo sono trovato cancellato, prima ancora di averlo copiato (probabilmente perchè non l'avevo selezionato)
grrrrrrr[SM=g27996]

Adesso mi toccherà rifare tutto.[SM=g27992]
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14/12/2008 03:08

il Crocifisso, la Resurrezione e il Presepe
effettivamente è quel Crocifisso che anticipa la Resurrezione il simbolo
inviso alle altre religioni monoteiste

non il Presepe che rappresenta ai loro occhi la Natività di un grande
profeta, partorito da una donna che gli stessi musulmani rispettano, 
considerandola grande fra i giusti

e allora quale sensibilità si teme di urtare cancellando la festa del Natale
per sostituirla con la festa della Luce (che tra l'altro i popoli nordici già
festeggiano nel giorno di Santa Lucia) ?

forse quella del consumismo mondialista che vuole di tutta l'erba fare
un fascio ?

se è così posso capirlo

fà il paio con la pretesa che tutti preghino il medesimo Dio

ma continuo a non capire il motivo per cui i cristiani dovrebbero rinunciare
alla divinità di Cristo, e al suo messaggio di Redenzione

perchè il Corano, parola di Dio, lo chiede?

ma Allah ha atteso 600 anni dopo la morte di Cristo per mandare
gli angeli a dettare le sue parole a Maometto che le ha a sua volta dettate
ai suoi scrivani, visto che lui non sapeva nè leggere nè scrivere 

basta questa ritardata dettatura a convincere i nostri cardinali che non
è il caso di insistere con la divinità di Cristo e con l'importanza del suo
sacrificio di redenzione ?

non lo sò e non voglio nemmeno saperlo, mi limito come Cossiga a
dire che se davvero sono convinti che basti credere e pregare lo stesso
Dio non occorre costruire moschee, basta che un muezzin possa salire
sui campanili e alternare il suo richiamo con quello delle campane

e accordare gli orari delle preghiere cristiane con quelle musulmane

sempre ammesso che i musulmani accettino di buon grado e
senza rivendicazioni di esclusività e di lesa sensibilità la generosa
offerta

cosa di cui dubito molto seriamente 


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16/12/2008 02:50

scritto un anno fa, ma sembra scritto oggi
LA FESTA DEGLI SCEMI

Massimo Introvigne

Non tutti gli scemi vengono per nuocere. Mentre la scuola islamica di Via Ventura a Milano celebra il Natale chiamandolo con il suo nome con albero, panettone e spettacolo, la scuola italiana che vedo dalle finestre del mio studio a Torino espone solo un orribile straccio giallo che augura «Buona Festa della Luce». Per la verità, i primi a sostituire il Natale con la Festa della Luce furono i nazisti, ma immagino che la preside non lo sappia. Così il sindaco di Chicago, che vieta i manifesti del film Nativity «per non offendere i musulmani», non sa che nell'islam (che ha semmai qualche problema con la passione e la resurrezione, non con Natale ma con Pasqua) la nascita miracolosa di Gesù da Maria è ammessa senza problemi.
Ma gli episodi di idiozia che si moltiplicano nel mondo hanno almeno fornito a Benedetto XVI l'occasione per una stupenda lezione sulla laicità dello Stato. Certo, il Papa non può permettersi di dare dell'idiota agli idioti, anche se quando era il cardinale Ratzinger coniò la famosa formula secondo cui «un'idea cattolica non può essere stupida, e un'idea stupida non può essere cattolica». Si limita dunque a parlare di «degenerazioni dell'intelletto»: espressione che è peraltro quasi un sinonimo di «deficienza».
Ricevendo la settimana scorsa l'Unione dei Giuristi Cattolici Italiani il Papa ha, come aveva già fatto altre volte, rivendicato quello della laicità come un valore originariamente cattolico. Il Vangelo insegna a dare a Cesare quello che è di Cesare, e il magistero rispetta sia «la legittima autonomia delle realtà terrene» sia i diritti delle minoranze religiose. Tuttavia, il rispetto dei diritti delle minoranze non esclude il non meno importante rispetto dei diritti delle maggioranze, anzi lo richiede: solo una maggioranza rispettata nelle sue convinzioni sarà disponibile a riconoscere pacificamente alle minoranze i loro legittimi diritti. In un Paese come l'Italia dove - non lo afferma il Papa, ma i sondaggi periodici dell'Eurisko - oltre l'ottanta per cento dei cittadini si dichiara cattolico, «l'esclusione dei simboli religiosi dai luoghi pubblici», a Natale e anche passato il Natale, secondo Benedetto XVI «non è espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo».
Quando una religione è ampiamente maggioritaria in un Paese, il bene comune e le esigenze della pace religiosa - beni che, come tali, tutelano anche i non credenti e le minoranze - impongono che quella religione non sia «confinata al solo ambito privato» ma sia «riconosciuta come presenza comunitaria pubblica», sia quanto ai suoi simboli sia quanto alla sua «rilevanza politica e culturale» e al «diritto di coloro che legittimamente la rappresentano di pronunziarsi sui problemi morali che interpellano la coscienza dei legislatori e dei giuristi», dai Pacs all'eutanasia.
Si tratta di un discorso che non è in contraddizione con le aperture all'islam del viaggio in Turchia. Qui il Papa ha chiesto con forza libertà religiosa per le minoranze che riconoscono i principi universali del bene comune (dunque non per i terroristi): vale per i musulmani rispettosi della legge in Italia, ma vale anche per i cristiani in Turchia. Ma ha anche - nella terra del laicismo dell'Atatürk - riaffermato l'opportunità che lo Stato, senza discriminare le minoranze, riconosca pubblicamente i diritti delle maggioranze religiose e i loro simboli: mezzelune in Turchia (lo Stato turco è laico, ma la mezzaluna resta nella bandiera), croci e presepi in Italia. Altro che Festa della Luce.



16/12/2008 08:37

Come volevasi dimostrare ....speriamo che nn ci tolgano la Pasqua. Alla luce di qto scritto da Massimo Introvigne comprendo meglio il messaggio di Tettamanzi, anche se avrebbe dovuto citare Benedetto xvi qdo parlava di maggioranza e minoranza....
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