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26/12/2008 16:57 | |
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| | 137° video - Eluana Englaro - "La Corte di Cassazione come Ponzio Pilato"
ZI08111316 - 13/11/2008 Permalink: http://www.zenit.<WBR>org/article-<WBR>16132?l=.<WBR>..
Caso Englaro: omicidio perpetrato per via legale La società civile si oppone alla condanna a morte di Eluana
di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì, 13 novembre 2008 (ZENIT.org) Durissimi i commenti alla sentenza in merito al pronunciamento della Cassazione su Eluana Englaro, reso pubblico nel pomeriggio di questo giovedì, 13 novembre.
In un comunicato diffuso in serata, l'Associazione Medicina & Persona parla del "primo caso di omicidio legale in Italia".
"Non esistendo in Italia una legge sull'eutanasia osserva, quello di Eluana è un omicidio perpetrato per via legale, ottenuto cioè con l'autorizzazione dei giudici".
Le conseguenze di un atto di questo tipo sono gravissime. "Da oggi nel nostro Paese si potrà uccidere - quando si vorrà - malati stabili, cronici, inguaribili: pazienti in stato vegetativo, pazienti in condizioni terminali, anziani non più utili alla società, insomma chiunque abbia presumibilmente' chiesto di poter morire e in condizioni di non poter più cambiare idea o di chiedere aiuto, mediante la sospensione di acqua e cibo, magari dopo aver consultato un giudice".
Il comunicato della libera Associazione fra Operatori Sanitari solleva la domanda cruciale: "E' questa la società che volevamo, quella in cui vogliamo vivere?".
Secondo Medicina & Persona, i giudici hanno: "delegittimato la Costituzione Italiana"e "agito contro il Codice Civile e contro il Codice Penale".
L'Associazione fra Operatori Sanitari denuncia la logica sottesa, che è la stessa "adottata durante la Seconda Guerra Mondiale" in cui "si eliminano i più deboli e gli indifesi".
Il comunicato dell'Associazione sottolinea la gravità delle sentenza perché "ormai certi giudici aggirano le leggi - anche quelle esistenti e creano una nuova era, quella dell'etica del più forte sul più debole, con l'ausilio del diritto".
A denunciare la condanna a morte di Eluana anche Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), il quale ha dichiarato che "si è sentenziata la condanna a morte di una indifesa cittadina italiana. Da oggi il diritto alla vita soggiacerà al potere della legge che sconfina nella sfera più inviolabile della persona umana".
"Che triste Italia appare dinanzi a noi - ha commentato il presidente nazionale del RnS -... Sempre più colpevolmente protesa ad inoculare una cultura della morte, incapace di affermare democraticamente il diritto alla vita".
"Mi chiedo: è davvero questo il sentire degli italiani? Non può dirsi solidarietà sopprimere i deboli, né giustizia rimuovere le ragioni più profonde del vivere comune, proprio a partire dalla condivisione delle angosce e delle sofferenze che ci rendono davvero uomini degni di stare al mondo", ha concluso. |
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| | 139° video - Eluana Englaro - Le Suore: "Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva"
14/11/2008 Le suore Misericordine che da 17 anni assistono Eluana si sono nuovamente offerte di prendersi cura di lei: Affermiamo la nostra disponibilità a continuare a servire - oggi e in futuro - Eluana. Se cè chi la considera morta lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva. Non chiediamo nulla in cambio, se non il silenzio e la libertà di amare e donarci a chi è debole, piccolo e povero.
Se un padre annientato e straziato non riesce più ad occuparsi di una figlia che vive in stato vegetativo, o anche solo a visitarla: suor Albina dice: và in pace, me ne occupo io, la curo io ogni giorno. A un magistrato che dice: se il padre di Eluana me lo chiede, io autorizzo la sospensione dell'alimentazione, suor Albina replica: io da quattordici anni sono una stretta congiunta di questa persona, a me interessa che continui a vivere. Pago io, garantisco io di persona che abbia cure adeguate, dignitose, continue. Di fronte a un «mistero di dolore» (Eluana sta vivendo una sofferenza inenarrabile, lasciatela andare in pace) io mi sento di difendere un «mistero di speranza» (Eluana sta vivendo la sua vita, ha diritto di continuarla)<WBR>. Voi siete la famiglia e lo Stato, io sono una porzione della società civile: ascoltatemi. Io vi capisco, ma ho diritto che voi cerchiate di capire me, che allarghiate il vostro sguardo sulla realtà, per quanto offuscato dal dolore o vincolato dalla tecnica.
Non da ultimo: se vi fa orrore un feto gettato morto in un cassonetto e preferireste certo che fosse un neonato vivo affidato a un istituto di suore, perché preferite che una giovane donna in coma sia lasciata morire di fame mentre la comunità di suore che già l'assiste è pronta a farla vivere ancora? Sia che Eluana resti in vita, sia che non lo resti, suor Albina ha diritto a una risposta.
http://www.ilsussid<WBR>iario.net/
La nota del Centrodi Bioetica dell'Universita' Cattolica, diretto da Adriano Pessina, entra anche nel merito della sentenza della Cassazione, facendo notare che la sentenza ''contrasta con il punto F dell'articolo 25 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita''<WBR>'. Si tratta, per altro, di una convenzione che la Santa Sede non ha voluto firmare in disaccordo con i suoi contenuti. Nell'articolo in questione, prosegue la nota del Centro, si afferma che ''il dovere da parte degli Stati di ''prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazioni di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilita''<WBR>'. In altre parole, ''il fatto che Eluana sia una persona con gravissima disabilita', come tutti coloro che sono in stato vegetativo, non puo' quindi essere addotto come motivo per sottrarla all'alimentazione e all'idratazione che le sono dovute''. In secondo luogo, ''non e' condivisibile la tesi secondo cui la richiesta di sospendere alimentazione e idratazione non riguarderebbe 'l'interesse pubblico e generale', ma sarebbe soltanto l'espressione di un 'diritto personalissimo del soggetto, di spessore costituzionale come il diritto di autodeterminazione terapeutica in tutte le fasi della vita anche in quella terminale''. Questo perche', si spiega nella nota, ''non ci sono in atto trattamenti specificamente terapeutici'<WBR>', ed inoltre ''la condizione di Eluana non e' quella di un malato in fase terminale, ma di una persona con gravissima disabilita''<WBR>'. Infine, ''questa sentenza sembra confliggere con il principio costituzionale dell'indisponibilit<WBR>a' della vita, fondamento della nostra democrazia''<WBR>.
http://it.notizie.<WBR>yahoo.com/<WBR>19/200811.<WBR>..
Giancarlo Cesana, professore di igiene generale ed applicata - Università degli Studi di Milano Bicocca |
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| | 140° video - Eluana Englaro come Terri Sciavo? - Come si muore per disidratazione
A proposito di morte dignitosa, qualche tempo fa il mensile il Timone ha pubblicato il "protocollo di uscita" adottato dall'ospedale Florida Suncoast di Tampa per la paziente Terri Schiavo (tratto dal blog thrownback.blogspot<WBR>.com di don Rob Johansen). La sua lettura è un atto doveroso di fronte alla realtà, valutando l'aberrante decisione dei giudici italiani sul caso di Eluana Englaro.
Dalla cartella clinica si viene a sapere che, dopo la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali, a Terri sono state somministrate dosi di farmaci sempre maggiori, all'inevitabile peggiorare del quadro clinico. Il programma era stato studiato fin nei minimi dettagli: al comparire dei primi dolori, il Naproxen, un antinfiammatorio, è stato somministrato per via rettale ogni otto ore. Poi, la pelle, disidratata, ha iniziato ad ulcerarsi, cominciando dalle labbra. È stato consultato anche uno specialista nel campo della rimarginazione delle ferite. Nonostante le medicazioni alla paziente (sarebbe bastato nutrirla), la situazione si aggrava: la produzione della saliva si blocca e viene sostituita con un preparato che evita il peggioramento delle lacerazioni e lemissione del caratteristico fiato acido. I polmoni, che necessitano della saliva per mantenere umidificate le secrezioni interne, cominciano ad emettere un rantolo continuo, che si cerca di smorzare prima con la scopolamina, somministrata nelle orecchie ogni tre giorni, poi con un aerosol alla morfina, per spegnere il rantolo che potrebbe essere interpretato come un segnale di dolore. Nel frattempo si blocca anche la produzione di urina. Lo scompenso elettrolitico, dovuto alla disidratazione, provoca spasmi muscolari incontrollabili, che si cerca di sedare con 5-10 mg di Diazepam ogni quattro ore. Infine vanno letteralmente in combustione le cellule neuronali del cervello. Il Diazepam viene portato a 15 mg, senza poter evitare l'ictus che ha posto fine al calvario di questa povera anima, dopo 13 giorni di terribile agonia.
http://www.lavocedi<WBR>doncamillo.<WBR>com/200..<WBR>.
canto: Libera - Angel Voices |
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| | 141° video - Lezione di antimafia a Palermo
(ANSA) - PALERMO, 16 NOV - Quaranta seminaristi a lezione di antimafia a Palermo. L'iniziativa e' stata promossa dalla diocesi guidata dall'arcivescovo Paolo Romeo. Agli aspiranti sacerdoti verranno impartiti insegnamenti da sociologi, criminologi e parroci che spiegheranno loro l'organizzazione di Cosa nostra, l'atteggiamento assunto dalla Chiesa negli anni, l'impatto della mafia nel territorio e sui giovani con particolare riguardo alle zone ritenute piu' a rischio.
Fiorirà
Un silenzio apparente, dietro le persiane di chi ascolta e chi parla e di chi se ne va Tutti i fiori tagliati nella tela del ragno sui monti e sulle coste fiorirà la gerbera E fare finta di niente, fare finta che tutto può cambiare Fare finta di niente, fare finta che tutto cambierà Fioriranno secoli di fango, fioriranno anni di letargo Fioriranno secoli di fango, fioriranno anni di inganno Primavera arriverà, primavera arriverà e sui monti e sulle coste, seminare gerbera Seminiamo gerbera e fiorirà... fiorirà e fiorirà La gerbera
(Piero Pelù) |
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| | 141° video - Lezione di antimafia a Palermo (ANSA) - PALERMO, 16 NOV - Quaranta seminaristi a lezione di antimafia a Palermo. L'iniziativa e' stata promossa dalla diocesi guidata dall'arcivescovo Paolo Romeo. Agli aspiranti sacerdoti verranno impartiti insegnamenti da sociologi, criminologi e parroci che spiegheranno loro l'organizzazione di Cosa nostra, l'atteggiamento assunto dalla Chiesa negli anni, l'impatto della mafia nel territorio e sui giovani con particolare riguardo alle zone ritenute piu' a rischio.
Fiorirà
Un silenzio apparente, dietro le persiane di chi ascolta e chi parla e di chi se ne va Tutti i fiori tagliati nella tela del ragno sui monti e sulle coste fiorirà la gerbera E fare finta di niente, fare finta che tutto può cambiare Fare finta di niente, fare finta che tutto cambierà Fioriranno secoli di fango, fioriranno anni di letargo Fioriranno secoli di fango, fioriranno anni di inganno Primavera arriverà, primavera arriverà e sui monti e sulle coste, seminare gerbera Seminiamo gerbera e fiorirà... fiorirà e fiorirà La gerbera
(Piero Pelù) |
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| | 142° video - Eluana Englaro - Glossario sullo stato vegetativo - Ricorso presso la Corte di Strasburgo
Roma, 17 nov. (Adnkronos Salute) - Pazienti in stato vegetativo definiti 'sacco di patate', 'quasi morti', 'malati terminali' o peggio. "Si tratta di persone con una gravissima disabilità, che hanno bisogno di rispetto. Non certo di definizioni offensive, che pure sono state usate e hanno ferito parenti e familiari dei malati, come quelle che si sono lette o ascoltate di recente", sottolinea Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, presentando il 'Glossario' messo a punto dal Gruppo di lavoro del ministero sullo stato vegetativo e stato di minima coscienza. "Non si tratta di malati terminali di cui si possa prevedere il decorso. Ma di persone gravemente disabili - dice il sottosegretario per le quali servono più cure, attenzione e delicatezza"<WBR>. Termini offensivi, invece, "possono ingenerare nel pubblico convinzioni errate su stato vegetativo, coma e stato di minima coscienza", prosegue la Roccella. "Negli ultimi giorni su questi argomenti sono state fatte insalate di parole - le fa eco Gianluigi Gigli, docente straordinario di Neurologia dell'Università di Udine, commentando gli articoli e i servizi dedicati al caso di Eluana Englaro - colpisce il rilievo di espressioni tecnicamente improprie. E' stato detto che la donna è 'in coma da 16 anni', mentre si tratta di qualcosa di molto diverso, lo stato vegetativo appunto. O che si potrà 'staccare la spina', quando questi pazienti non sono tenuti in vita dalle macchine. Insomma, non ci sono spine da staccare. Si è parlato poi di morte corticale, ma le indagini mostrano che le condizioni variano caso per caso. E ancora, si è detto che questi pazienti non soffrono, ma la realtà è che non lo sappiamo. Nessuno può dire come sia la loro percezione del dolore". Tanto che, prosegue il neurologo, è prevista la sedazione quando vengono interrotte idratazione e alimentazione forzata. Il gruppo di specialisti del ministero si scaglia poi contro le definizioni 'permanente' e 'irreversibile' per lo stato vegetativo, ricordando che "si può parlare solo in termini probabilistici ma non assoluti, come fa la sentenza del tribunale di Milano". |
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| | 143° video - Eluana Englaro - Lo stato vegetativo non è mai irreversibile
ZI08111804 - 18/11/2008 Permalink: http://www.zenit.<WBR>org/article-<WBR>16184?l=.<WBR>..
Caso Eluana: il vero tabù è laccettazione di una vita debole Parla Fabio De Nigris, fondatore della Casa dei Risvegli
di Alessandra Nucci
ROMA, martedì, 18 novembre 2008 (ZENIT.org). In un convegno che si è svolto a Bologna il 12 novembre sul tema Aspettando i risvegli. In Italia ci sono migliaia di Eluana Englaro e organizzato da "I Mercoledì all'Università<WBR>", il dott. De Nigris ha espresso la sua preoccupazione per l'"englarizzazione della comunicazione"<WBR>.
Il dott. De Nigris ha parlato infatti del rischio di vedere continuamente in televisione un padre che porta avanti "in maniera anche aggressiva, l'idea che è meglio che queste persone muoiano".
Fulvio De Nigris è un padre che il dramma dello stato vegetativo l'ha vissuto sulla propria pelle, ma è riuscito a trasformare la sua tragedia personale in attività di speranza per gli altri.
Suo figlio Luca, in coma e stato vegetativo per otto mesi, si era risvegliato, anche se alla fine non ce l'ha fatta. Da questa esperienza è nata per iniziativa sua e di sua moglie, Maria Vaccai, la "Casa dei Risvegli Luca De Nigris", un centro pubblico di assistenza e ricerca dell'Ausl di Bologna presso l'ospedale Bellaria di Bologna, che attua una costruttiva sinergia fra Ausl e volontariato.
La struttura accoglie per 6-12 mesi le persone in fase post-acuta di coma o stato vegetativo, che vengono aiutate insieme alle loro famiglie a incamminarsi con speranza verso il risveglio.
Il percorso insegna alle famiglie come comunicare c on il paziente e osservarne i miglioramenti. Dal 2005 hanno aiutato 60 persone delle quali l'80 per cento è tornata "risvegliata" e comunque con una qualità di vita "autosufficiente"<WBR>.
Alla pagina bolognese di Avvenire, BO7, il dottor De Nigris ha detto: La decisione dei giudici che hanno autorizzato a interrompere il trattamento di alimentazione e idratazione forzato che tiene in vita Eluana mi ha provocato un senso di grande delusione, prostrazione, paura.
La delusione ha aggiunto - per aver capito che non era vero, come anni fa aveva deliberato il Comitato etico, che non si poteva negare il nutrimento ad una persona in stato vegetativo e che un caso Terry Schiavo in Italia non sarebbe mai avvenuto. Non è bastato neanche quanto affermato da Papa Wojtyla e ribadito recentemente da Papa Ratzinger.
De Nigris ha confessato di sentirsi prostrato perché è inevitabile pensare a quanto ancora sia difficile far passare nei media (ma anche tra i giudici) i termini esatti di questo problema.
Ormai ha affermato - nella clinica medica ed in letteratura non esiste più coma irreversibile, non esiste più permanente unito a stato vegetativo.
Secondo il promotore della Casa dei Risvegli il modo in cui si sta configurando la vicenda Englaro fa paura, perché, per quanto la battaglia vinta dal padre di Eluana si configuri nel privato, inevitabilmente coinvolge migliaia di famiglie che vivono situazioni simili alla sua.
La domanda da porsi ha spiegato de Nigris - è: come ci rapportiamo noi a queste vite differenti? Come le aiutiamo a vivere? Come sosteniamo le famiglie?.
De Nigris ha precisato che non stiamo parlando solo di coma e stati vegetativi, ma delle gravi cerebrolesioni, delle malattie genetiche e rare, di tutto il mondo della disabilità in generale.
Se qualcuno può pensare che questa non sia vita, discutiamone, ha affermato.
Il fondatore della Casa dei Risvegli si è poi rivolto agli operatori dell'informazione invitandoli a interrogarsi su questo per far sentire la pluralità delle voci del dibattito.
Per De Nigris non è più possibile continuare a parlare della dignità di fine vita senza prima parlare del diritto alla cura e all'assistenza, alla ricerca, alla nascita di centri di eccellenza, all'integrazione sociale delle persone con gravi disabilità.
Il pericolo è che si diffonda nell'opinione pubblica l'errata convinzione che essere in stato vegetativo vuol dire per le famiglie restare al capezzale di un malato terminale, in un ambiente invivibile, dove la depressione e il desiderio di farla finita rappresentano la compagna di tutte le ore.
Questo non è vero ha concluso De Nigris e per fortuna non tutti la pensano come il papà di Eluana. Insomma: l'ultimo tabù di questa società non è la morte ma la vita, come viverla e come accettare chi la vive, o dovrebbe viverla, insieme a noi.
Canzone:
Ovunque Proteggi
(Vinicio Capossela ) |
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