I compagni di tante serate allo storico bar ligure si erano ormai rassegnati a non vedermi più . Arrivavo quando loro erano ormai partiti da tempo , una volta stabilita la meta della nuova serata . Era estate , e dal maneggio tornavamo spesso molto tardi . Restavo lì , da solo , dopo averla accompagnata a casa , pervaso da una sensazione di forza , da una sicurezza che prima non avevo : poco importava che mi interessasse ben poco il suo mondo , e che avessi iniziato a frequentarlo per vincere i pensieri che mi passavano per la testa mentre io stavo nel dehor del bar e lei al maneggio in compagnia dei suoi amici ; l'unica cosa importante consisteva nel fatto che ora ero entrato nella sua vita in maniera diversa , e questo la sorprese . I cavalli ci unirono , e ogni qualvolta avevamo modo di vederci a Torino , facevo di tutto per farle frequentare anche in Piemonte i posti che tanto amava . Montava a cavallo e io con lei , ma ancora sempre per farle piacere più che per passione personale . Ma nei quattro anni in cui ancora vivevamo ognuno nella propria città , io cominciai a praticare solitariamente la mia selvaggia forma di equitazione , frequentando i centri ippici più disparati , quasi sempre sbagliati , come accade sovente alle matricole : ecco che quindi mi si aprivano le porte dei maneggini improvvisati , gestiti da personaggi quantomeno singolari , che nulla avevano da spartire con in quadrupedi , se non il fatto che quei poveri ronzini rappresentavano il loro mezzo di sopravvivenza , e in qualche caso anche di arricchimento a spese degli ingenui . Sì , questo lo avevo capito subito , pur non essendo certo un uomo di cavalli : non c'è bisogno di esserlo per riconoscere i signori dagli speculatori , ma in fondo mi andava bene così , quasi per continuare ad essere fedele al modo innaturale con cui mi avvicinai al mondo dei nitriti . Conobbi così i vari Triz , Norik , Luna , Pedro , Nerina , Dressure , Biancofuoco , Lastango , Granit , Crisby , e tanti altri i cui nomi conservo scritti su un sasso che raccolsi un giorno sulla spiaggia , un sasso biancastro dalla vaga forma di cuore . Tutti cavalli senza infamia e senza lode , poveri animali privi di un qualsiasi rudimento di educazione equestre , incarogniti dai vizi , quelli che allora definii i " cavalli dei poveri " . Ancora non mi interessava l'Equitazione : io montavo , tutto qua , e litigavo con loro , e cadevo , e risalivo , e mi arrabattavo confezionando ecchimosi . Andavo a cavallo , come si dice , senza arte nè parte , prigioniero della più selvaggia libertà . Non volevo saperne delle scuole , non per superbia , semplicemente perchè mi rendevo conto di non amare l'arte equestre , ma solo lei : i cavalli erano il mezzo per sentirla vicina , e benchè lei mi avesse sempre decantato quella che era l'autentica Equitazione , e confidato più volte quello che realmente fosse il suo sogno , ossia frequentare un giorno i veri centri ippici , io ero ancora lontano anni-luce da quell'idea , mi bastava respirare l'aria marginale di quel nuovo mondo e la mia sciocca felicità toccava vette fino a poco prima inaccessibili . Sì , non mi importava nulla della disciplina equestre , ma quanto cominciavo ad amare quei cavalli dei poveri ! In me qualcosa stava già cambiando : da quel primo giorno in sella a Rossese , sul quale stavo seduto unicamente per compiacere lei e per sfidare goffamente i suoi amici , stava ora cambiando in me un atteggiamento di base importantissimo : io iniziavo ad amare i cavalli !
Lo conobbi nel 1985 , a Villarbasse , provincia di Torino . Enrico ed io stavamo osservando con curiosità un grassone che si accingeva a salire a cavallo da destra . Non è necessariamente significativo di incapacità , ma il fatto è abbastanza singolare nell'ambiente e fa presupporre almeno una superficialità che potrebbe anche rivelarsi pericolosa , dal momento che quasi tutti i cavalli sono abituati a vedere quel " rito " svolgersi sul loro fianco sinistro . Il tale comunque montò in sella in qualche modo , ma gli occhi e le orecchie di quel cavallo la dicevano lunga su quale potesse essere la sua opinione in merito . Si accodò al resto del gruppo e la comitiva partì . Dopo circa dieci minuti vedemmo tornare il cavallo scosso , il cavaliere sarebbe poi arrivato a piedi di lì a poco . L'animale trotterellava felice , libero dal gravoso peso , dirigendosi verso Gimo , l'uomo di scuderia , forse attratto dalla balla di fieno che questi teneva fra le mani . Gimo era altissimo , quasi due metri , con gesto meccanico lasciò cadere il fieno e alzò le lunghissime braccia per rallentare o fermare la marcia del cavallo , ma il cavallo non sembrava dell'idea di arrestarsi . Pensammo che avrebbe scartato lo stalliere all'ultimo momento , come era naturale aspettarsi , infatti lo stesso Gimo non si scompose più di tanto , avvezzo com'era a certe scene . Non lo scartò : Gimo abbassò di colpo le braccia e portò le mani a coprirsi la testa , e il cavallo lo saltò ! Non ho mai più visto in vent'anni una cosa simile ! E credo che non la rivedrò mai più !
Enrico mi disse : " è il nostro cavallo , Mario ! "
" Tu sei pazzo ! - gli risposi - , un cavallo che compie un gesto del genere non è un saltatore , è un fuori di testa ! "
Enrico svolgeva in quel maneggio compiti di guida equestre : non aveva in sella quello che si può definire un assetto tecnicamente impeccabile , ma aveva coraggio da vendere . " Lascia fare a me - mi disse - , conosco questo film : di quel cavallo vorranno disfarsi perchè nessuno , tra la gente che vuole farsi una passeggiata serena , può permettersi di montare una bestia simile . Lo svenderanno " . Non feci in tempo a fermarlo , era già diretto verso la scuderia per fare la sua offerta , era già troppo lontano per sentire le mie parole che dicevano : " sì , ma... se lo compri... chi cavolo lo monta ? "
Così conobbi Kendall , il cavallo dei poveri per antonomasia , il re delle impennate a candela , tanto bravo e dolce senza sella quanto bastardo una volta che ci mettevi il sedere sopra . Lo comprò Enrico , a 800.000 lire . Lo mantenemmo insieme , da buoni amici , dividendo spese di accudimento e mascalcia . Lo montammo entrambi , senza mai riuscire a cambiargli il carattere : odiava le passeggiate , e in maneggio bisognava portarlo a piedi o ci arrivava dritto a candela su due gambe .
Però saltava ! Dio , se saltava !