"Sconosciuto e' qualcuno
che aspetta di diventare Amico"

 
Dio Vi Benedica!



in
  
Questa e' una Comunita' Cattolica di ACCOGLIENZA
nello spirito del R.n.S.

APERTA A TUTTI


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Le poesie di Blusidereo1

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2009 04:06
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04/01/2009 19:24

Fiore d'agave

Mi sono steso alla tua orbita,
gatto randagio in cerca di fragole
ho rubato tutte le spine
per strapparti odore di sangue, ma
non sono bastate le tue palme
acuminate a sopprimere il grembo
di mare e imprigionare la stella
di attimi residui, respirando
a stento quella luce che pende
sull'ultimo vessillo di verde
superstite di foglie morenti,
stelo superbo; un sole ti cresce
di vertigine in vertigine
dove il fiore si fa vertice ed angolo
che svetta senza ombra, estremo
strepito in volo senza scampo.

Inviato: 24/04/2004
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04/01/2009 19:28

A mio padre

Per inventare una fiaba non basta
scalfire il vento, deviare il tempo
bere un'ombra di mare al piano bar.
Oggi potrei stare nel vuoto, farmi
sospiro e offuscamento,
ieri l'aberrazione era una stella
dentro l'asfalto, e grumo
di primo impatto
divenne epilogo. E canterò
spezzando urla invulnerabili,
angelo schiavo e libero

schizzato dal patibolo, la fiaba
che non è più da vivere, domani

Inviato: 30/04/2004


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04/01/2009 19:40

NEWGRANGE

  
              
A d o l e s c e n z a  d'erba che s'intrufola                                             

  in una curva eterna, impenetrabile

  al vasto movimento del cuore,                                                                  

  ti sorprende come un'onda di pietra.

Si divincola piano l'occhio

dentro il mistero

come randagio di soppiatto,

e rallenta il desiderio di sempre
già  a d u l t o,  nel suo stupore

per chi lo sveglia in silenzi d'attesa.


Spirali d'arcano sgomento riemergono
oltre la linea di confine,

spezzando il contorno di luce

nell’ultimo a d u l t e r i o della terra.

 Colour detail of carved entrance stone at Newgrange.

Inviato: 15/10/2004









                             

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04/01/2009 19:44


Non è il collasso di una stella

L'inerzia di Andromeda preme
la notte dal di dentro, ad est
dorme una stella
che è musica d'assenza;
ormai non so sperare altro che
l'accidia dell'arida luna
per sospingere in fondo
il buio del vuoto.
Ma non è un crollo
di luci in catene
l'onda d'urto che riaccomoda
i neutrini di anime lise...

Rinasce da terra con passi
che allargano il buio domato,
accanto a una foglia che trema
nel rinnovamento
di un Bene universale.

Inviato: 28/11/2004
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04/01/2009 19:49

Una luce mai vista

Che è quello che viene verso di noi come un volo
soffuso dalla luce tremante del crepuscolo?
la mia prudenza non mi farebbe correre
su colmo della collina dove appare 
un chiarore incerto, ma è l'indizio
della strada da percorrere: chissà mai
perchè dicono di non attendere? e si accorre
ci s'incammina si spera e si gioisce
senza avvertire quella morsa di gelo nel petto,
ed ogni ferita  aperta si rimargina
nel calore improvviso che dall'alto emana
quella piccola, vivida, splendida stella...
blu

Inviato: 21/12/2004

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04/01/2009 19:54

comete senza ritorno


 
Orbitare
di comete nel the,
aromatico blu come sale
che sublima
nel cuore.
Fondi neri
affiorano nel saliscendi
di nuvole chiare
tra i fiordi
di ghiaccio
che il sole corrompe
Inviato: 26/01/2005
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04/01/2009 20:06

Naufragio senza salvezza

 
Non credi a nulla, oscilli fra le onde
del sentimento, ed è naufragio
sulla spiaggia del razionalismo.
Questa la sorte di un limitato
sapere, che va esaurendosi
nel fiume concreto delle cose,
mormorandone
ogni giustificazione. E non tenti
di credere, nemmeno di pregare
per scongiurare l'inevitabile,
quando la fede resta al vento
gelido di un sonno senza musica,
e non ti accorgi di vivere esperienze
antinomiche, più che asimmetriche.
Ma se tu fossi davvero
il primo naufrago del razionalismo,
almeno credi, se puoi, ad un oscuro
presentimento... sai, l'Oggetto
della nostra, della tua fede, non può essere
d'un sapere oggettivo il Termine, perché
il Principio Ultimo
è inverificabile.


Inviato: 14/04/2005

Commenti:

Da: Soprannome MSNAnam_cara_2Inviato: 15/04/2005 13.13
E' molto razionale e molto profonda!
Bellissimo il raffronto fede e razionalita' naufragata...
perche' in evvetti il primo "irrazionale" a mio avviso
e' lo stesso Dio che continua ad amare creature ingrate!
DTB! [SM=g28003] [SM=g7539] Anam


Da: Soprannome MSNAzar013Inviato: 15/04/2005 15.30

Diceva un grande: Naufragar m'è dolce........

Quindi, qualcosa di conveniente deve esserci nel naufragare.

Se poi credi che la tua nave sia capace solo di navigare in mari sicuri, le cui rotte sono conosciute e mai burrascose, allora ti consiglio di non usare mai una nave. Meglio che contini a camminare sulla terraferma delle convinzioni umane.

Solo la nostra ragione costruisce antinomie quando scopre di non avere spiegazioni sufficienti su cui poter camminare.

Troppe regole per cercare di spiegare l'Assoluto che non ha regole, è naturale che si creano contradizioni. E' come se tu volessi spiegarti  il mare, ma continui a studiare la montagna.

Ma una risposta l'hai data: l'Oggetto della nostra, della tua fede, non può essere d'un sapere oggettivo il Termine, perché il Principio Ultimo è inverificabile.

La ragione non può andare oltre il razionale.



Da: Soprannome MSNBlusidereo1Inviato: 16/04/2005 0.15
il naufragio dolce a cui alludi, quello che conduce ai porti dell'infinito, è sicuramente l'aspirazione più radicale e fondamentale di una vita protesa verso l'elevazione dello spirito, ma quello a cui alludevo io è altra cosa, l'inevitabile fallimento di un razionalismo esasperato che si propone di dimostrare tutto, di giustificare ogni cosa, immanente e trascendente... perchè, come tu dici, l'Assoluto non ha regole, ed ogni tentativo razionalizzante porta solo a vacue contraddizioni, a gabbie antinomiche in cui la mente si dibatte e si indebolisce fino a soccombere...
blu

Da: Soprannome MSNBlusidereo1Inviato: 16/04/2005 0.19
certo, Anam, volevo in effetti esprimere proprio questo, che solo l'umiltà e la semplicità (ovvero povertà:-) dello spirito può farci accettare l'irrazionale come elemento ineliminabile della nostra fede, e portarci verso l'Assoluto
blu


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04/01/2009 20:09

Verità e illusioni

La corsa dell'acqua sorgente,
impetuosa,
procura alla mano sull'erba
la fresca inquietudine
che prelude alla sera.
Se il piacere immediato
d'un leggero fluire
si dilata senza legge
per raccogliersi
nell'attimo fuggente, spegne
la frescura di un delta,
fedele a disegnate volontà:
va in torbidi estuari
l'onda dell'ego e l'impeto
di abbaglianti passioni
conduce dentro il caos
del solo sentimento.
Sul giardino, che un vento
all'imbrunire adorna
di sguardi, barbagli
e umidi profumi,
si attarda un fruscio d'ali,
essenza, indecifrabile,
di una Presenza.

Inviato: 16/04/2005
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04/01/2009 20:12

Sensazione d'infinito

Quella carezza d'infinito,
carovana di stelle
immersa in denso vortice
di tempo immemorabile,
si perpetua in un soffio
sfuggente, incognito.

Tutti quei fiori
lontani dagli occhi
come di notte il sole,
ombre tenui,
cerchi di luce negli occhi assopiti
dentro un indistinto magma -
quel vortice, quel roteare
a grappolo - di chiaroscuri, fiori
al confine del buio...
è l'ora...

Basterà che li sfiori
una luce - un lampo
che ne accenda all'istante
l'azzurro splendore -
e saprà d'infinito la notte
in quel volo impennato
o planante,
ma soggiogato mai.


Inviato: 13/05/2005
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04/01/2009 20:20

Uadi notturno

Si allarga
la linea dell'orizzonte
al vento morbido di un'altra notte
scalza di ragione,
ad oriente si innalza
la preghiera di esistere.
Del giorno ama la nuda
bellezza della luce -
ignora l' ombra inutile
che incorpora il disordine -
acqua schiva, risorsa
inadeguata
alle complicazioni di preghiere
di circostanza.
Ma la notte
arriva solo quando è l'ora,
e non sa la ragione
del suo farsi
cristallo di magma delle origini,
poi che il sole è sparito
e tutto il cielo
si è interamente colorato di nero

Inviato: 26/06/2005

 
 E' molto bella anche se intravvedo una nota di amarezza e di pessimismo senza alcuna speranza nel sostegno dell'Onnipotente...
Perche'?
Un grosso abbraccio TVB!
DTB!Anam

Da: Soprannome MSNBlusidereo1Inviato: 28/06/2005 15.45
non si tatta di pessimismo:-)
queste ultime poesie si ispirano a "La notte oscura" di S. Giovanni della Croce, apice di silenzio e deserto dell'anima dove si incontra...

blu



Da: Soprannome MSNAnam_cara_2Inviato: 29/06/2005 11.48
...e dirlo?...Cmq Giovanni della Croce...passa oltre la notte oscura....
un bacione! Anam


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04/01/2009 20:22

Alla cometa che non c'è...

Non più cometa sarai
concretamente:
nel fuorviamento sconvolto del sole
e in un azzurro che precipita
del suo invelenirsi a finestra
di ozono, disinnescandosi invano...
   
       sola, ridicola luna, barcolli
        - intanto del tuo divenire
       nascostamente insuperbisci -
       blucerchiata nel
disordine
                  browniano delle acide
             voragini di piogge grandinanti
       superstiti di nuclei...
Regina di maree
scintillanti, la tua chioma
d'ombra nebbiosamente in bilico
       a spingersi in lembi di cielo
                 inviolato e risorgere
incontaminata, che sogguardo
e tengo d'occhio mentre vado
             e parto o non riparto,
                cometa involontaria
                   di questo viaggio,
                 un viaggio tra i frattali
             di me, in te mi attracco...

Inviato: 25/07/2005
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04/01/2009 20:25

Insoliti avvistamenti (miracoli degni di S. Gennaro)

Morbidissimi involti di vapori spumanti
albumi di latteo turgore che a strati
in moto veloce eravate i bersagli
di ormai remoti ma ancora intenti sguardi...
Vi fermavate sopra le amate cime montane
con fragile grazia, teneri e ignari
dell'imminente abbattimento; ed era
l'appostamento, la mira - la mia
vittima alla destra del castagno
la tua più alta sulla vetta - partiva
la raffica degli sguardi proiettili
in nuvolosa dissolvenza, tiratori noi
seduti con gli occhi all'insù
fra i sassi d'un greto oppure al tavolo
di un bar - per te il caffè corretto
a me il tuo cioccolatino - a ripetere
il miracolo dello scioglimento.

Avrei potuto giocare per ore
a mirare le nuvole con te. Ora
è un correre sfinito di violetti
vapori tra lenti intercambiabili,
un socchiuso trascorrere
come da una trappola iperbarica
per scendere senza riserva
sotto coperta.

Era uno dei nostri giochi preferiti, nessuno conosceva il segreto per sciogliere con gli occhi le nuvole e tutti allibivano di fronte alla nostra abilità: mio padre ancora più concentrato di me prendeva di mira certe paffute biancorosate gonfie e riccioline che disintegrava in un baleno mentre io mi dedicavo a imponenti ghirigori barbuti e solenni, ed avevo molto più filo da torcere...


Inviato: 19/09/2005
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04/01/2009 20:28

Preghiera in due

Prega con me questa notte, e fermeremo
la bellezza di tutta la musica,
ascolteremo le note della luna e del vento
(chè oltre ci sono le stelle...)
Non guarderemo le pietre opache del sentiero nè
le toccheremo con mani accaldate, nemmeno
ci attarderemo fra le tenaglie del cuore
o i tentacoli della mente
e non ripasseremo dove i nostri occhi
avevano colto le rose del sole,
invece attenderemo un'altro fiore
da vivere dentro i fuochi della notte.

Inviato: 31/01/2006

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04/01/2009 20:30

Transito

Se sgomenta un accendersi di aceri
appena ingialliti, e già li cerchi
ad ogni transito
ad ogni cardine cancello casa d'angolo
nell'arco di un arancio che si sfrangia -
questa fluida curva vibratile di aceri
ha ciò che d'acero non è ma acerbamente
vibrazione violetta, sfarfallio
dai risvolti improvvisi, di sguardi
amari di memoria (ci manchi…)
Transito che riappare
nel riconoscersi aurora
morente in altri soli, altro rivela
in questa schiera d'aceri
appena tremanti di sconcerto - grido inerme,
nota stremata che sfinisce
la sua canzone - ne vive
l'aria tra i corimbi tutt'intorno,
irreplicato divenire che
si sente addosso come un’acqua
distante oltre ogni limite
quasi rigoglio diafano
latitante in un sole
interno, di sfuggita...

Inviato: 28/11/2006


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04/01/2009 20:38

Una stella, lassù.

Lassù dove di luna
in luna vaga e rimbalza
argenteo un concerto,
il lunapark serale,
mentre quaggiù, di balcone in balcone,
le rondini tardive si radunano
fra loro, tacendo con le rose,
lei splende alta e già ti strega
il suo occhio zaffireo con l’ultimo
calice d’aria celeste,
nel triangolo estivo la bella,
tu sai, la stella Vega…

Come una conchiglia è viva
pulsante, fiorita di luce, e l’ala
lieve d’azzurra speranza sale

Inviato: 18/09/2003
da ferite ancora aperte, qui.

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04/01/2009 20:56

Al padre mio

Padre mio, ricordi,
quand’eravamo solo io e te nel giardino
com’era dolce la brezza dell’unico giorno
che soffiava sul volto d’entrambi,
ricordi, com’era pura la terra da cui mi traesti alla vita,
unico nato da terra ancor vergine,
fatto del fango che non s’impastava col sangue.
E il tuo nome fu il primo verbo che udii.Mi dicesti che ero tuo figlio, mi dicesti d’amare,
e null’altro.
Mi facesti pastore degli astri e di ogni germoglio,
dei sospiri del vento e delle celesti montagne,
mi facesti pastore del mondo.
Ricordi, Padre mio?
Stavamo a contare le stelle, a chiamare per nome le greggi,
insieme.
Ricordi?
Poi venne Eva, e in lei mi specchiai.
non più nei placidi stagni, e vidi il mio volto diverso dal tuo
Sentivo pesante il tuo passo, e fredda la brezza del giorno.
Non c’erano più un Padre e l’unico figlio, ma già l’umanità con templi e preghiere.
Poi chiesi cos’erano gli astri e i germogli
e il vento e le gravi montagne.
Chiesi cos’ero, e perché ero felice.
Ogni cosa ho fatto per te, e ogni cosa è fatta d’amore
rispondevi, ma io bramavo conoscere se c’è verità al di là dell’amore.
Poi mangiai del bene e del male, e seppi cos’erano
mangiai di mille risposte e ancora di mille domande
vidi,
e tutto mi parve lontano e confuso.
E la gentile carezza del sole divenne esplosione abbagliante,
mi feriva la brezza del giorno, come tuono suonava il tuo passo.
Mi nascosi, poiché avevo vergogna di me.
Dissi qualche menzogna, e la mia voce era sola,
mentre tacevano tutte le bestie.
Dal mio cuore tagliai le fronde dell’Eden, ti volsi le spalle
e m’esiliavo orgoglioso,
ed ero solo, pur con Eva al mio fianco
Solo.
Ricordi?
Ora ferisco la terra, perché mi dia di che vivere,
chiamo mio un campo riarso, mentre prima nostro era il mondo,
fuggo i venti furiosi e la notte, temo le bestie fuor dai recinti.
dalle vette dei monti, dal cielo, attendo anatemi e sciagure.
So come uccidere, come fare le armi, e le capanne di fango,
per ripararmi dalla brezza del giorno, so bruciare olocausti sul fuoco.
So cos’è un uomo.
Ma pur conoscendo sono infelice.
Eva diede altri uomini alla violenta luce del sole.
Qui uno giace, dove io sono, l’altro è ramingo e assassino.
Qui la terra era molle di lacrime, dunque mi parve
che chiamasse la spoglia d’Abele: egli era il mio seme,
e riposa sotterra. Qui misi tre pietre, e qui vengo a pregare:
Signore, non nascano qui spine e triboli.
Ti ho portato l’agnello che vuoi mi sia tolto. Te l’offro:
a te, non a me, spetta oramai quello che è puro.
Ma dimmi, cos’è questo chiudere gli occhi,
senza temere i sogni e il mattino?
Ché forse Abele, l’agnello, ogni cosa, diventa di polvere
perché la brezza del giorno la porti ai tuoi piedi?
Forse, giacendo sotterra, torniamo ciò che eravamo?
Non so.
Padre, che temendo ho imparato a chiamare Signore,
Padre ancora, pur se il tuo volto è al di là delle nubi,
come posso chiamarti altrimenti, io che non ho né padre né madre?
Ma chi senza te avrà padre e madre e fratelli e grano e ricchezze?
sono solo, e soli saranno i miei figli, quando, locuste,
copriranno la terra silente,
soli levando preghiere sotto cieli di pietra,
soli inseguendo il pensiero d’un Dio,
soli perdendo l’amore d’un Padre.
Pietà!
Pur se le greggi di astri vagano tra gli aridi prati del cielo,pur se è venuto il crepuscolo dell’unico giorno, pur se ho peccato,
non velare il tuo volto con veli di notte.
I miei occhi s’abbaglino: sarò cieco di nuovo.

Inviato: 23/09/2003



Da: Azar
E' una poesia densa di immagini che colpiscono e che confermano in maniera stupenda l'idea che gli uomini e Dio, un tempo, camminavano insieme.
Poi, l'uomo cambiò strada.
Da: Soprannome MSNAnam_cara_2

Carissimo Amico,
la tua ricchezza interiore e' meravigliosa !!!
E raramente ho letto qualcosa che superi l'intensita' espressiva e di fede trovata in questa poesia
che e' profonda e dolcissima..........le sue parole mi hanno commosso fino alle lacrime......
GRAZIE!!!
Si grazie di avercela donata.....ti prego continua ad arricchire i nostri cuori assetati d'amore e di dolcezza
con la tenerezza segreta che celi in te............
TVVVVVVVVVVVBBBBBBBB!!!!! Anam


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04/01/2009 21:01

Domande elementari

Le tue domande sono le domande
della terra, mille fiumi che alzano
sabbie mobili al vento dei crepuscoli.
Sopra i campi quadrati di pianure
umide, lagune di buio coprono
silenzi tiepidi di fango e polvere,
sospiri senza voce, persistenze
volatili che svelano distanze.

Le tue domande sono le domande
dell'aria, nerofumo incorruttibile
del fuoco rubato agli dei. Fiammelle
fugaci rasoterra ti raggirano
sorvolando risposte, il buio stritola
le loro ombre incerte in un mortaio
d'acqua, ne odora il vento qualche briciola
soffiandovi le storie errate. In terra
domande esatte, spente, si riposano.

 
Inviato: 21/10/2003


Da: Soprannome MSNAzar013Inviato: 21/10/2003 23.47
Ciao.
Sono immagini che riportano alla memoria qualcosa di atavico e desertico.
Azar


Da: Soprannome MSNBlusidereo1Inviato: 24/10/2003 21.26
É come dici, Azar, si tratta di un mondo primordiale creato dall'aggregarsi dei quattro elementi, ma caotico, amorfo, dominato dal disordine.
Ciao

blu

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04/01/2009 21:04

Presentimento del cielo invernale

Dove il Cane, sulla linea che intorbida
un oriente di gelo, si congeda
dall'incolmabile convessità
dell'aria, e l'alta curva del buio
sospende nebulose invisibili
a una fibbia di luce,

lassù,oltre il varco dove le Pleiadi
pigolando mi scortano
fino alla porta malferma del sonno,
e mettono  un sipario
tra te e questo cielo mai toccato
con un dito, ma sempre
amato e non meno amaro, obliqua

lampeggia la spada
all'aerea losanga, e nelle estreme
vie di un remoto incantamento vive
per sempre il cacciatore
con i suoi  cani, eterno
immutabile Orione.

Inviato: 10/11/2003
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04/01/2009 21:07

Musica infinita

 
Erano in cento
nella gran sala:
tutti suonavano,
ora soli, ora in gruppo.
Erano in cento,
ma solo, in un angolo,
uno suonava
strumenti invisibili:
non uno l'ascoltava,
non uno l'invitò.

E mentre i musicisti
suonando divennero esperti,
e suonavano, suonavano...
accadevano
continui cambiamenti:
chi usciva da un gruppo
per fondersi ad altro,
chi smise di fare il solista,
aggregandosi

.Passarono giorni, millenni,
nella gran sala
eran tre, (forse quattro),
i complessi;
sapevan creare
armonie celestiali,
quei gruppi eran tre,
forse quattro.
E silenzioso, un essere
solo ascoltava,
e, contemplando, non creava
alcun suono....

Passano altri millenni;
i novantanove ora
suonano ancora, ognuno
ha perfezionato la sua parte,
la musica è sublime,
tanto da convincere
che null'altro sarà creato
di più vicino all'infinito...

Quanti suoni
hanno riempito quella stanza!
Quanti musicisti
seguirono vie travagliate
per raggiungere tal qualità!
quanti gettaron l'orgoglio
per ammettere
che un'altra musica
era piu' alta,
più sublime...

Solo un uomo
per millenni e millenni
non sentì mai l'urgenza
di emetter suoni, o diffondere
suoni percepibili;
da molti millenni quell'uomo
suona strumenti
impossibili da immaginare,
che ancor più inverosimile
è toccare!
quel che appare l'antitesi
del fatto stesso di suonare,
lo strumento più impossibile,
più inaccettabile,
è il silenzio...

Come suonare il silenzio?
Quali echi conduce?
a chi farlo sentire?
Certo, è meglio un sax
che trascina nel suo sound,
e seduce i musicisti
piu' superbi, reticenti...

Mi sembra tutto un sogno,
mentre nella mia mente
s'apre una parentesi,
e sopra un asinello
vedo un Uomo:
non è un potente
che guida un grande esercito,
è un Uomo, solo,
su di un somarello...
ma ora torna il sogno, nella stanza.

Son passati ormai tanti millenni
che il loro numero è difficile
persino da pronunciare.
Nella sala ormai tutti suonano,
e sanno per chi lo fanno.
Ma, uno ad uno,
quei musicisti si accorgono
di un silenzioso essere
che vive nel silenzio,
capace di ascolto,
di "esserci" , da sempre .
Una consapevolezza
che si va rafforzando,
e talora affievolendo,
porta infine all'evidenza
che il tutto tende al silenzio,
e il silenzio alla verità....

Ad uno ad uno
i novantanove comprendono
che non ha senso
creare un suono, se
non si è così puri, silenziosi
nell'ascoltarlo.
Ad uno ad uno si trovano
a ridurre il tempo del suonare,
per ascoltare...

É bello ascoltare,
talora la musica tace,
riprende, talora
si coglie il silenzio,
ma ora non fa paura,
nutre l'anima.
Nessuno più sente
l'urgenza di coprirlo,
di sopprimere
la sua estenuante monotonia
con suoni insoliti, stupefacenti.

Ad uno ad uno, ora,
da pochissimi millenni,
quei musicisti sempre piu' tempo
trascorrono in silenzio,
anche ora che non uno
sta suonando.
Sempre di piu' s'immergono
nella consapevolezza
di sentire il silenzio:
son cento persone silenti
immerse in un viaggio infinito,
e non son piu' sette le note
ma infinite, e sempre
suoni nuovi si scoprono,
vibrazioni impossibili
di onde che si ripetono
nel fluttuare silente
dell'invisibile...

Una serenità
percorre quella sala
ora che sto per lasciarla,
e ti vedo di spalle
mentre tu stai fissando la stanza,
e io fingo in silenzio possibile
allontanarmi da te.
Se hai vissuto il silenzio,
puoi fare suoni, rumori,
ma in quel silenzio tu sai
che un giorno dovrai tornare,
come un bimbo
nel grembo materno.

Non c'è premio, ringraziamento,
o appagamento mentale,
nulla, solo il nulla,
che con il tutto
dà un risultato
a parole impronunciabile...

Inviato: 13/01/2004


OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
04/01/2009 21:11

Acqua di vita

Acqua vivente di suoni lontani,
acqua che non dimentica, ma indugia
ancora a spargere le sue ferite,
fiume rombante
che sfocia in un mare al di là di pianure
senza prati né alberi,
senza voci di uccelli o di lupi,
abitate da uomini che hanno obliato la vita,
terre usurpate da chi nella vita
di vita si è dato il potere,
acqua ancor troppo lontana,
scorri, travolgimi!
Qui non si vedono nidi, né tane,
o case tremanti d’angoscia,
ma i tristi voli dei corvi
che gridano agli echi di passi lontani.
Acqua, travolgimi!
Tu, che hai fatto il mare e la terra
come un fiore di sangue
colmo di lacrime ardenti,
dove volgi il Tuo sguardo?
A Te giungono tutti i fiumi,
recando carcasse di fiere e giovenche,
scheletri di piante giovani e antichi alberi,
fiori appassiti e germogli precoci,
profumi estivi e bacche invernali,
come figli discordi
riuniti nel pianto del vento
che sparge la polvere sopra i colori
e confonde gli odori
in un sospiro d’infinito.
Mare silente, che accogli
nel tuo vasto seno
fiumi di lacrime e polle di sangue,
torno a te, io, che tardi ho cercato la vita
annientando montagne
di falsi sensi di colpa
nei torrenti della tua luce.
Che le tue onde luminose
stendano un velo di pace
sugli abissi profondi del cuore,
riparando gli occhi del naufrago
dalla luce crudele
che strappa dal sonno,
mentre le scie dei velieri
saranno fiori che nascono
sopra il ricordo
del tempo trascorso;
resti solo rugiada lieve di pianto.


Inviato: 13/01/2004

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