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CONFESSARSI PERCHE'?

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2009 21:34
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Post: 5.367
Sesso: Femminile
07/01/2009 19:58

1. Perché confessarsi?

Fra le domande che vengono poste al mio cuore di Vescovo, ne scelgo una che mi è stata fatta spesso:
perché bisogna confessarsi?


 È una domanda che ritorna in molteplici forme:

perché si deve andare da un sacerdote a dire i propri peccati e non lo si può fare direttamente con Dio, che ci conosce e comprende molto meglio di qualunque interlocutore umano?
 

E, ancora più radicalmente:

perché parlare delle mie cose, specie di quelle di cui ho vergogna perfino con me stesso, a qualcuno che è peccatore come me, e che forse valuta in modo completamente diverso dal mio ciò di cui ho fatto esperienza o non lo capisce affatto?

Che ne sa lui di che cosa è veramente peccato per me?
 

Qualcuno aggiunge:

e poi, esiste veramente il peccato, o è solo un’invenzione dei preti per tenerci buoni?


A quest’ultima domanda sento di poter rispondere subito e senza timore di smentita:
il peccato c’è, e non solo è male, ma fa male.


Basta guardare la scena quotidiana del mondo, dove violenze, guerre, ingiustizie, sopraffazioni, egoismi, gelosie e vendette si sprecano (un esempio di questo “bollettino di guerra” ce lo danno ogni giorno le notizie su giornali, radio, televisione e internet!).
 

Chi crede nell’amore di Dio, poi, percepisce come il peccato sia amore ripiegato su se stesso (“amor curvus”, “amore curvo”, dicevano i Medioevali), ingratitudine di chi risponde all’amore con l’indifferenza e il rifiuto.
 

Questo rifiuto ha conseguenze non solo su chi lo vive, ma anche sulla società tutta intera, fino a produrre dei condizionamenti e degli intrecci di egoismi e di violenze che costituiscono delle vere e proprie “strutture di peccato” (si pensi alle ingiustizie sociali, alla sperequazione fra paesi ricchi e paesi poveri, allo scandalo della fame nel mondo…).
 

Proprio per questo non si deve esitare a sottolineare quanto sia grande la tragedia del peccato e quanto la perdita del senso del peccato - ben diverso da quella malattia dell’anima che chiamiamo “senso di colpa” - indebolisca il cuore davanti allo spettacolo del male e alle seduzioni di Satana, l’Avversario che cerca di separarci da Dio.

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