| | | OFFLINE | Post: 5.367 | Sesso: Femminile | |
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09/01/2009 03:46 | |
Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 30/10/2003 0.53 |
Dedicato ad una foglia
In questo mese il sole la fa da padrone. Un alito di vento ancor non gelido, scuote dai rami le ultime foglie, sembra vento settembrino. Non è così! siamo a Novembre. Tutto al mondo è cambiato e le stagioni anch’esse si sono dilatate. Una foglia, l’ultima d’un albero spoglio, tarda a staccarsi. Il vento sa che dovrà farla cadere. Il ciclo della vita lo esige. Soffia leggero, quasi gli si appoggia contro accarezzandola. La dondola, poi la circuisce con mille flebili leggeri soffi. Lo sa il vento quanto sia difficile il distacco dal paterno ramo, allora: la culla e le mormora, con gentili fruscii, parole che lui solo sa dire.. Lei non vorrebbe cadere. Le ha viste in terra tutte le sue sorelle, spegnersi, una ad una, mutando nei colori. Gli ultimi sprazzi di ricordi di un rinverdire lontano, la inducono a far presa con l’ultima sua linfa vitale a quel ramo paterno. Scuote la testa, l’albero, nonno di mille foglie. La scuote forte, più di quanto non lo faccia il vento. Non è più tempo per lei di restare sopra quel ramo sicuro. L’inverno è lì alla porta. Poi sarà primavera... e con lei il gioioso spuntare su rigogliose fronde, di nuove foglioline. <<É legge di natura!>> Par che dica quell’albero imponente. Il vento a quella foglia, con energica dolcezza alita contro, ma con tenerezza per dare a modo suo, all’insicura foglia ,sicurezza. Si è già staccata, ma ancor non se n’è resa conto. Dei mille suoi pensieri uno si fissa, primo fra tutti gli altri. <<Perché morire?>> chiede sé stessa, io che ho ispirato con le mie mille sorelle e i miei colori , molteplici pittori e non solo macchiaioli. Perché finire così, dimenticata! buttata tra i rifiuti o calpestata? Il vento, con amica mano, la culla dolcemente, come a voler ritardarne la morte. Si sbizzarrisce allora per lei in mille mulinelli e la volteggia e in moto ascensionale, portandola più in alto di quanto lei non pensi. Così! come un regalo, l’ultimo a lei dovuto e intanto le sussurra. “Tu non sarai dimenticata, t’hanno dipinta in tanti, tu resterai immortale, nessuno ti potrà mai dimenticare, in mille e mille poesie ti hanno cantata, sei stata tu per molti musa ispiratrice, chi potrà mai dimenticare tutto questo....” La posa in terra, non la fa cadere, ma lievemente l’adagia sul suolo; che il sole compiacente ha riscaldato perché lei non senta il ghermire della fredda e gelida mano della morte. Non lotta più, lo sa, la moritura foglia, che quella è il sua sorte. Poi lui, l’ha convita, quel vento settembrino.... E il vento se ne va da un’altra foglia ancora, per fare il suo dovere. Lei resta sola inerme e senza vita. Un ciclo s’è compiuto. Piedi veloci, frenetici, incuranti, la calpesteranno... Cosa importa Io sono immortalata! mai sono morta...
Patrirca
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