1. La fondazione della massoneria nel 1717 e la sua prima condanna nel 1738
Il 28 aprile 1738 Papa Clemente XII pubblica la lettera apostolica In eminenti apostolatus specula, il primo documento pontificio di condanna delle associazioni massoniche (7), la cui data di nascita pare si possa fissare nel 1717, al dire, fra altri, del professor Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1961 al 1970: l’ex alto dignitario massonico, protestante di denominazione valdese nonché a suo tempo vescovo della Chiesa Gnostica Italiana, pur riconoscendo che "varie strutture che ad essa [alla massoneria] fanno capo non mancano di ispirarsi a miti e a dottrine dell’antichità", afferma che "la Massoneria quale oggi si intende non è più remota di tre secoli", e ne definisce la ragion d’essere, quindi l’orizzonte, dicendo che "si è organizzata per rispondere a quelle esigenze di universalità che il mondo occidentale si era visto mortificare con lo spegnimento dell’idea imperiale e col frantumamento della religione cristiana", "ossia, per offrire un’etica universale in luogo di quella perdutasi poiché era stata fondata su una fede universale di cui era venuta a mancare l’unità" (8).
Dunque, a seguito del frantumarsi dell’ecumene cattolico costituito dalla civiltà cristiana romano-germanica — consuetamente indicata come civiltà medioevale o "Medioevo" —, il 24 giugno 1717, a Londra, con l’intento di promuovere un "ecumenismo" surrogatorio e alternativo nasce la massoneria come corpo regolare, vale a dire come organizzazione delle logge, e nel 1723 riceve le sue Costituzioni dal pastore presbiteriano James Anderson (9). Già poco più di vent’anni dopo il prender corpo della fermentazione "filosofica" tardo-medioevale, umanistico-rinascimentale e proto-illuministica — ma non tutti i collegamenti talora pretesi dalla cultura di area massonica sono veri —, la Santa Sede, con una tempestività straordinaria per rapporto ai tempi, ritiene di dover mettere in guardia contro tale organizzazione, e questa messa in guardia è contenuta nella lettera apostolica In eminenti apostolatus specula.
A partire da questo documento di condanna e di diffida, il tema massonico ha costituito esplicita materia di circa seicento — sembra siano precisamente 586 (10) — interventi magisteriali da parte dei Romani Pontefici. Tali interventi sono stati sia diretti — cioè si sono tradotti in costituzioni, in encicliche, in bolle, e così via —, sia indiretti, cioè si sono realizzati attraverso istanze della Santa Sede e strumenti a diverso titolo impegnativi dell’autorità dei Papi. Agli interventi pontifici si sono poi accompagnate innumerevoli espressioni di magistero episcopale — delle quali, a mia scienza, non esiste catalogo —, a firma di un solo presule o di un gruppo di vescovi. Inoltre, sul tema dei rapporti fra la Chiesa cattolica e la massoneria si è venuta sviluppando una consistente letteratura, caratterizzata da una vistosa disomogeneità sia dal punto di vista delle intenzioni degli autori che della qualità degli esiti (11).