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CHIESA e MASSONERIA

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 03:32
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11/01/2009 02:45

La massoneria nei documenti del Magistero della Chiesa cattolica


Giovanni Cantoni

Nel 1974 si spegneva a Firenze padre Florido Giantulli S.J., nato a Rieti nel 1906 (1), che mi è stato guida nella vita della Chiesa e nella conoscenza della massoneria. Il padre paolino Rosario F. Esposito — dopo aver riconosciuto essere "la [sua] documentazione [...] sempre ricca e a volte rara" (2) — lo definisce epigono "[...] dell’antimassoneria patologica classica" (3), "avverso a ogni tipo di apertura e a coloro che vi tendono" (4), e lo dà come "deceduto [...] pochi giorni prima che la notizia della caduta della scomunica [sic] del 19-7-1974 divenisse di pubblica ragione" (5). A vent’anni dalla scomparsa lo ricordo dedicandogli una sintetica ricognizione storico-dottrinale sulla massoneria nei documenti del Magistero della Chiesa.

* * *

Nel 1993 è caduto il decimo anniversario della pubblicazione dell’ultimo documento ufficiale ed esplicito della Santa Sede sulla massoneria, appunto la Dichiarazione sulla massoneria, emessa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con la specifica approvazione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II e con la data del 26 novembre 1983 (6).

Il trascorso decennale offre occasione opportuna e felice per rivisitare, sia pure brevemente, il Magistero ecclesiastico in argomento, in questo modo offrendo qualche risposta anche ai quesiti che la cronaca culturale e politica, quando non quella giudiziaria, con frequenza maggiore o minore, spinge a formulare in proposito e che di rado vengono adeguatamente soddisfatti.



 

1. La fondazione della massoneria nel 1717 e la sua prima condanna nel 1738


Il 28 aprile 1738 Papa Clemente XII pubblica la lettera apostolica In eminenti apostolatus specula, il primo documento pontificio di condanna delle associazioni massoniche (7), la cui data di nascita pare si possa fissare nel 1717, al dire, fra altri, del professor Giordano Gamberini, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1961 al 1970: l’ex alto dignitario massonico, protestante di denominazione valdese nonché a suo tempo vescovo della Chiesa Gnostica Italiana, pur riconoscendo che "varie strutture che ad essa [alla massoneria] fanno capo non mancano di ispirarsi a miti e a dottrine dell’antichità", afferma che "la Massoneria quale oggi si intende non è più remota di tre secoli", e ne definisce la ragion d’essere, quindi l’orizzonte, dicendo che "si è organizzata per rispondere a quelle esigenze di universalità che il mondo occidentale si era visto mortificare con lo spegnimento dell’idea imperiale e col frantumamento della religione cristiana", "ossia, per offrire un’etica universale in luogo di quella perdutasi poiché era stata fondata su una fede universale di cui era venuta a mancare l’unità" (8).

Dunque, a seguito del frantumarsi dell’ecumene cattolico costituito dalla civiltà cristiana romano-germanica — consuetamente indicata come civiltà medioevale o "Medioevo" —, il 24 giugno 1717, a Londra, con l’intento di promuovere un "ecumenismo" surrogatorio e alternativo nasce la massoneria come corpo regolare, vale a dire come organizzazione delle logge, e nel 1723 riceve le sue Costituzioni dal pastore presbiteriano James Anderson (9). Già poco più di vent’anni dopo il prender corpo della fermentazione "filosofica" tardo-medioevale, umanistico-rinascimentale e proto-illuministica — ma non tutti i collegamenti talora pretesi dalla cultura di area massonica sono veri —, la Santa Sede, con una tempestività straordinaria per rapporto ai tempi, ritiene di dover mettere in guardia contro tale organizzazione, e questa messa in guardia è contenuta nella lettera apostolica In eminenti apostolatus specula.

A partire da questo documento di condanna e di diffida, il tema massonico ha costituito esplicita materia di circa seicento — sembra siano precisamente 586 (10) — interventi magisteriali da parte dei Romani Pontefici. Tali interventi sono stati sia diretti — cioè si sono tradotti in costituzioni, in encicliche, in bolle, e così via —, sia indiretti, cioè si sono realizzati attraverso istanze della Santa Sede e strumenti a diverso titolo impegnativi dell’autorità dei Papi. Agli interventi pontifici si sono poi accompagnate innumerevoli espressioni di magistero episcopale — delle quali, a mia scienza, non esiste catalogo —, a firma di un solo presule o di un gruppo di vescovi. Inoltre, sul tema dei rapporti fra la Chiesa cattolica e la massoneria si è venuta sviluppando una consistente letteratura, caratterizzata da una vistosa disomogeneità sia dal punto di vista delle intenzioni degli autori che della qualità degli esiti (11).

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