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CHIESA e MASSONERIA

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 03:32
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Sesso: Femminile
11/01/2009 03:28

7. Veri e falsi problemi: appartenenza massonica e mentalità massonica, ovvero massoneria e massonismo



Se il tema della doppia appartenenza accompagna parassitariamente la convivenza storica e il dialogo fra la Chiesa cattolica e le società massoniche, vi è anche un’altra problematica, per certo minore in quanto esclusivamente di fatto, che però si manifesta con non minore frequenza, questa volta all’interno del mondo cattolico, quando non della Chiesa cattolica stricto sensu considerata. Si tratta della periodica denuncia di infiltrazioni massoniche fra i cattolici e all’interno della stessa gerarchia ecclesiastica, denuncia consuetamente — ma non obbligatoriamente — effettuata da e/o attribuita a cattolici detti "integralisti", cioè zelanti dell’ortodossia e dell’ortoprassi cattoliche, dolorosamente colpiti da reazioni dottrinalmente dubbie o, almeno, di dubbio vigore, da parte del mondo cattolico e della stessa Chiesa, di fronte a situazioni storiche non rispettose — per dire il meno — della dottrina cattolica e delle indicazioni della gerarchia ecclesiastica.

Come si vede, il problema è assolutamente di fatto, ma, se niente permette di escludere l’eventualità denunciata semplicemente irridendo i denunciatori e rovesciando su di loro l’accusa di "cacciatori di streghe", questa denuncia si sostiene spesso — per non dire sempre ed esclusivamente — con la diffusione di elenchi di personaggi ascritti a questa o a quella loggia massonica, a questa o a quella associazione para-massonica, con i corrispondenti numeri di tessera e con le date di iniziazione. Senza escludere — lo ripeto ad abundantiam — l’eventualità che siano esistiti in passato, esistano oggi e possano esistere in futuro cattolici — e fra loro anche gerarchi della Chiesa — occultamente ascritti alla massoneria, quindi operanti nella prospettiva dell’orizzonte massonico, mi permetto di indicare un criterio di giudizio meno legato a improbabili — o comunque sempre molto difficili e ampiamente incerte — verifiche anagrafiche, ma a verifiche fattuali di gran lunga più cogenti come sono quelle costituite da fatti conclusi, quindi anche concludenti, piuttosto che quelle sostenute da fatti ipotetici.

Allo scopo mutuo il plesso ormai acquisito fra "nuove religioni", organismi caratterizzati da "credenze" e da "comportamenti", e "nuova religiosità", mentalità connotata da credenze e da comportamenti analoghi, se non identici, a quelli teorizzati nelle nuove religioni, ma posta in essere surrettiziamente e abusivamente all’interno di un sistema organizzativo che non li prevede e che, anzi, ufficialmente non li accetta (48). Sulla base della trascrizione analogica di questa articolazione, credo si possano identificare e distinguere la "massoneria", come quadro realizzativo ufficiale delle dottrine e della pratica massoniche, costituito dalle associazioni massoniche e da organismi para-massonici; e il "massonismo", come mentalità ispirata dalle dottrine e dalla pratica massoniche, introdotta in un contesto che ufficialmente e autoritativamente la rifiuta.

Quindi, se l’anima della massoneria è il relativismo, si può affermare che esso ha una sua sede ufficiale e propulsiva, e un suo propagarsi e un suo insinuarsi tendenzialmente ovunque. Ancora: se l’anima della massoneria è il relativismo, esso è anche l’anima del massonismo. Finalmente, se le cose stanno in questi termini, si può affermare con sicurezza che l’enciclica Veritatis splendor, pubblicata da Papa Giovanni Paolo II nel 1993, deve essere considerata espressione esemplare della lotta condotta dal Magistero della Chiesa cattolica contro il massonismo, in quanto ha di mira — fra l’altro, ma non secondariamente — appunto il relativismo (49); e nella stessa linea si situa il paragrafo n. 46 dell’enciclica Centesimus annus, già citato. Le dottrine e i comportamenti denunciati e condannati nei due documenti, il primo in campo generalmente morale, il secondo in campo politico-sociale, costituiscono espressione di massonismo, indipendentemente dalla regolare appartenenza massonica di chi li promuove e li tiene, sì che il fatto dell’appartenenza alla massoneria rileva oggettivamente solo della rilevanza della conferma, non della prova, e questo — sia ben chiaro — non significa certamente negare la sua rilevanza soggettiva, cioè riguardante la coscienza di ogni singolo e la sua sensibilità e docilità disciplinare nei confronti della verità e dell’autorità della Chiesa che l’afferma; rileva invece il fatto della consequenzialità, secondo il modulo evangelico: "Dai frutti li riconoscerete" (50).

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