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MASSONERIA E CHIESA CATTOLICA II

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 03:51
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11/01/2009 03:41

4. Relativismo e tolleranza



Indipendentemente dal problema dell'inimicizia verso la Chiesa, la Conferenza episcopale tedesca ha esaminato dunque temi fondamentali relativi alla fede, alla spiritualità e alla struttura della vita cristiana. Sia che venga attuata una machinatio, sia che essa venga espressamente esclusa e venga invece affermata un'amicizia verso la Chiesa rimane l'insanabile contrasto nei principi fondamentali che rappresentano una profonda deformazione e rischiano di provocare una vera distruzione della vita di fede cristiana. Si tratta di una machinatio di carattere più intensivo, che è più pericolosa di quella pubblica ed esteriore, perché allontana i fedeli dalla Chiesa e mina la pretesa di verità della Chiesa stessa.

Dall'insieme dei problemi esaminati - dei quali naturalmente solo una parte è trattata nella Dichiarazione pubblica della Conferenza episcopale - deve essere ripreso un punto che mostra questo fondamentale contrasto: la posizione totalmente diversa nei confronti della verità. Durante i colloqui, la massoneria ha definito come la sua più originale caratteristica il pieno rifiuto del carattere oggettivo e assoluto di qualsiasi verità. Questo rifiuto è fondato sull'assoluta autodeterminazione dell'uomo. Al centro sta l'uomo, la dignità dell'uomo, la piena autodeterminazione dell'uomo.

Il Lezionario massonico (presentato dai massoni tedeschi come testo che rappresenta l'autentica posizione della massoneria) approfondisce ancora una volta questo punto con la seguente affermazione: "Il punto di vista della massoneria sui problemi del mondo e dell'umanità si deduce dal relativismo. Nel suo simbolismo e nei suoi rituali viene chiaramente in luce la sua posizione relativistica" (11). Perciò l'aspirante deve essere un uomo che "possiede quell'intima libertà di spirito che non conosce alcuna sottomissione ai dogmi e alle passioni" (12). Per i massoni i dogmi sono sempre legati alla costrizione. I massoni affermano: "Le istituzioni a base dogmatica, di cui la principale può essere considerata la Chiesa cattolica, esercitano una costrizione di fede" (13).

Per la prassi e la teoria delle Logge è perciò peculiare quanto segue: "La massoneria non riconosce nessun dogma, ma associa aderenti a diversi dogmi religiosi, politici e nazionali, purché si sottopongano all'obbligo della tolleranza". Questa condizione è determinante. Qui è di importanza decisiva la differenza fra la tolleranza verso le persone e quella verso le idee. Se tutto viene collocato sotto la clausola della tolleranza, questo significa che si pretende anche la tolleranza verso le idee, a prezzo della loro relativizzazione. Tale conclusione è attestata da affermazioni quali le seguenti: "Neoumanesimo e pragmatismo sono connaturali alla massoneria in molti punti importanti, specialmente nel loro concetto relativistico della verità che sottrae terreno ad ogni intolleranza e vuol far trionfare la causa della tolleranza stessa" (14). L'ammissione contemporanea di idee diverse, anche quando esse si contraddicono, diviene visibile nel concetto di Dio proprio nella massoneria. Padre Sebott crede che l'adesione formale della massoneria ("regolare") a un concetto di Dio nella forma di "Grande Architetto dell'Universo" sia fondata sull'opinione che "morale e legge morale non potrebbero avere consistenza senza Dio" (15). Chiaramente, egli non ha presente che non in tutta la massoneria il concetto di Dio è fondato nello stesso modo. Il Dizionario Internazionale della Massoneria afferma a tale proposito proprio il contrario: "L'affrancamento (della legge morale) dal fondamento religioso può essere indicato come il concetto fondamentale fra tutti i concetti fondamentali della massoneria" (16).

La negazione massonica di ogni riconoscimento oggettivo della verità porta ad un'alta valutazione della filosofia di Kant. Di lui il Dizionario Internazionale della Massoneria dice: "Kant fu definito il 'pensatore critico totale' perché ha criticato aspramente il dogmatismo e la teologia, come pure la filosofia empirica e quella razionalistica. Egli ha respinto la teologia, la lanterna magica delle idee cervellotiche, come pure la metafisica dogmatica che trascura l'esperienza (...). La concezione kantiana della morale (svincolata dal fondamento religioso) mostra come questo filosofo nell'intimo del suo essere era massone" (17).

Con la rinuncia alla verità come principio-guida, rimane solo l'uomo come principio centrale di orientamento. L'affermazione dell'antico filosofo Protagora: "L'uomo è la misura di tutte le cose", viene intesa nel suo senso assoluto, anche per le questioni morali. Su questa premessa è fondata anche la seguente affermazione sulla dignità dell'uomo: "Essa (la dignità dell'uomo) si esprime nel fatto che l'uomo non obbedisce a nessun'altra legge se non a quella che egli si dà al momento di determinarsi" (18). Questa affermazione è evidentemente in pieno contrasto con la dottrina della Chiesa, che è stata nuovamente ribadita nell'enciclica Veritatis splendor. Sembra che nell'enciclica questa formulazione massonica sia esplicitamente rifiutata quando si afferma: "Alcuni sono giunti a teorizzare una completa sovranità della ragione nell'ambito delle norme morali (...) [che] sarebbero cioè l'espressione di una legge che l'uomo autonomamente dà a se stesso (...) contro la Sacra Scrittura e la dottrina costante della Chiesa" (19). Inoltre l'enciclica sottolinea: "Il potere di decidere del bene e del male non appartiene all'uomo ma a Dio solo" (20); e: "Solo Dio, il Bene supremo, costituisce la base irremovibile e la condizione insostituibile della moralità" (21). Conseguentemente, la posizione dei massoni su questo punto è inaccettabile per la Chiesa, e ha come sua base un concetto di libertà, che nella stessa enciclica viene rifiutato rigorosamente giacché si tratta di una esaltazione della libertà in modo idolatrico (22). Inoltre, questa posizione nega la "fondamentale dipendenza della libertà dalla verità" (23). L'enciclica menziona la parola di Gesù: "La verità vi farà liberi" (Gv 8, 32).

Tutto quello che fin qui è stato esposto sul problema della verità e del relativismo facilita la valutazione delle Tesi fino all'anno 2000 della massoneria tedesca. Queste tesi sono state pubblicate subito dopo la conclusione dei colloqui condotti con la Conferenza episcopale tedesca. In esse la massoneria tedesca presenta la sua attuale identità. Le tesi mostrano la base spirituale propria della massoneria e quali siano le sue prospettive future. Subito, nella prima e più importante tesi, viene posta in discussione la Chiesa cattolica: "Non esistono sistemi ideologico-religiosi con pretese legittime di vincoli esclusivi" (24). Naturalmente le tesi, come pure tutta la spiritualità massonica, non rimangono a vagare nel cielo delle idee ma intendono fare presa sugli adepti. Anzi, la spiritualità della massoneria - per propria ammissione - vuole introdursi in quella dimensione intima dell'uomo in cui il cristiano colloca le risposte decisive della sua fede. A nulla serve che nel n. 19 delle Tesi fino all'anno 2000 venga negato che la massoneria sia una religione; subito dopo, infatti, si afferma che la massoneria agisce proprio nello stesso ambito in cui pretende di agire la fede cattolica. Non a caso si dice: "Per quanto la massoneria non sia affatto, né insegni, una religione, essa reputa se stessa come una legittima risposta a ciò che Kant definisce 'disposizione naturale dell'uomo alla speculazione' e Schopenhauer 'bisogno metafisico'" (25).

In una trasmissione sul rapporto fra la massoneria e la Chiesa del 4 agosto 1981 (per la verità orientata in senso filomassonico), prodotta a Colonia dalla Deutsche Welle in diverse lingue, è stato messo di nuovo in evidenza il fondamento relativistico della massoneria: "Per la massoneria, con la sua esigenza di tolleranza, non può essere ammessa nessuna visione del mondo, nessuna religione che esiga dai suoi fedeli un vincolo totale rispetto alla verità. Proprio quello che invece fa la Chiesa cattolica con la sua pretesa di un autentico annuncio della Rivelazione. Il conflitto fra le due parti sembra addirittura programmato. Da un lato c'è la Chiesa con un sistema di dogmi rigidamente predisposto e dall'altra la Loggia, uno dei pochi raggruppamenti che nel corso della sua storia non ha sviluppato nessun dogma, che concepisce le religioni come sistemi concorrenziali e contesta la possibilità di un riconoscimento oggettivo della verità" (26).

L'opinione che si possa contestare l'esistenza di una verità oggettiva in nome della dignità dell'uomo si fonda su un equivoco. Gesù parla della verità che "fa liberi" (Gv 8,32). Libertà e dignità vanno di pari passo. Senza libertà manca qualcosa di essenziale per una piena dignità umana. Questo rende ancora una volta evidente che la verità oggettiva, la verità donata da Dio e universalmente vincolante, non può essere contro la dignità dell'uomo. Nella verità è contenuta la salvezza dell'uomo, la quale possiede l'ampiezza della verità stessa. La verità dunque non è mai rivolta contro l'uomo e la sua dignità; protegge invece questa dignità anche dinnanzi all'azione dei più diversi manipolatori. La verità oggettiva è anzi l'unico criterio che aiuta a distinguere un influsso buono da una subdola manipolazione. Infatti è capace di critica soltanto chi possiede già i criteri di giudizio. La critica presuppone i criteri di giudizio, non li crea. Questo vale anche per la morale. Le norme oggettive sono come frecce che percorrono la corrente del tempo. L'uomo senza norme è privo di orientamento.

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