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MASSONERIA E CHIESA CATTOLICA II

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 03:51
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11/01/2009 03:43

5. Il Concilio Vaticano II: tacita approvazione della Loggia?



Sul Concilio padre Sebott afferma: "Con la Dichiarazione sulla libertà religiosa il Concilio Vaticano II ha creato una base per un possibile accordo con i massoni" (27). La stessa cosa asserisce il massone Charles von Bokor nella sua storia della massoneria pubblicata nel 1980 con il titolo Squadra e compasso: "Questo compito viene facilitato dal fatto che il Concilio Vaticano II si è espresso senza riserve per l'esercizio della libertà religiosa e per il riconoscimento di ogni ideologia" (28).

Questa interpretazione contiene nel suo fondo un fraintendimento del Concilio Vaticano II, che si può delineare così: il Concilio avrebbe sostituito il concetto basilare di verità oggettiva con quello della dignità dell'uomo - una vera rivoluzione copernicana nell'autocomprensione della Chiesa. Su questa premessa i massoni hanno creduto fosse possibile una base d'intesa. In realtà il Concilio Vaticano II non offre alcuna base per un'intesa con i massoni, per un riconoscimento del loro spirito. Ripete invece la condanna degli errori indipendentemente dal doveroso amore per le persone. Il Concilio esorta al rispetto e all'amore del singolo massone come uomo, ma non al riconoscimento della sua dottrina quando è in contrasto con la fede (29).

L'inconciliabilità con la fede della Chiesa della posizione dei massoni nei confronti della verità esclude decisamente la possibilità di una contemporanea appartenenza alla Chiesa e alla massoneria. Per poter essere un vero massone, il cattolico dovrebbe concepire la sua fede come un'opinione soggettiva. Ma questa non sarebbe più la fede della Chiesa, che è fondata sulla verità e sta nella verità. Qui la fede viene privata del suo fondamento oggettivo, della verità universalmente valida, e viene infine respinta dall'ordine dell'essere al mero ordine della coscienza (Bewußtsein); così è spogliata della sua vera forza e della sua essenza. Con tali premesse diventa comprensibile un'argomentazione dell'eminente massone francese di alto grado Oswald Wirth (1860-1943): "L'iniziazione è la chiamata di quegli spiriti inquieti ai quali non basta il sapere acquisito (...). Chi crede in un inviolabile credo religioso, filosofico, scientifico e politico, non perde nulla in un tempio della Loggia. Ma se si associa, lo fa come intruso (...). La vocazione all'iniziazione è per quegli spiriti erranti che, abbandonata la protezione della loro scuola e della loro Chiesa, vagano nell'oscurità senza trovare la loro vera luce" (30). Prescindendo dal fatto che l'argomentazione citata in realtà contiene anch'essa un suo credo, essa costituisce nello stesso tempo una chiara smentita per tutti coloro che affermano la possibilità di intendere nello stesso modo lo spirito della Chiesa e lo spirito della massoneria.

Indipendentemente dall'interpretazione di Wirth, tutto il lungo dialogo condotto in Germania ha messo in luce che, per quanto riguarda lo spirito della Loggia, si tratta di errori che mettono in discussione la fede nel suo complesso, e che - presi alla lettera - rendono impossibile un orientamento oggettivo della vita. Il fatto che sia proibito ai cattolici di entrare in una Loggia in forza del diritto divino è del tutto indipendente dalla circostanza che il diritto canonico esprima esplicitamente o no in un canone tale divieto.

Quando diversi autori cattolici interpretano la scomparsa del nome della massoneria dal nuovo Codice di diritto canonico come una generale autorizzazione ufficiale della Chiesa ad aderirvi, essi vanno molto più avanti di quella parte dei massoni impegnati nei colloqui in Germania che riteneva possibile una doppia militanza nella Chiesa e nella Loggia. Infatti questi ultimi limitavano tale possibilità esclusivamente ed espressamente ai tre gradi più bassi. Per i gradi più alti hanno spesso sostenuto apertamente l'inconciliabilità e hanno rifiutato, nel corso dei nostri colloqui, in modo radicale, quasi brutale, qualsiasi dettaglio. Volevano tenerli avvolti in un impenetrabile mistero. Il fatto, dunque, che i massoni chiedessero l'accordo solo per i tre gradi inferiori, mentre diversi autori cattolici lo chiedevano per tutti i gradi, è indice di una ben limitata informazione e capacità di giudizio di tali autori. Comunque, coloro che sono favorevoli ad un'ammissione dei cattolici ai primi tre gradi devono interrogarsi, oltre che su tutti gli altri problemi, anche su che cosa significhi questa ammissione rispetto alla natura globale della massoneria. Albert Pike sosteneva: "È assai semplicistico affermare che il contenuto dell'insegnamento della massoneria si trovi tutto nei tre gradi fondamentali" (31). Pike, per quanto sia una figura controversa, è stato uno dei più grandi conoscitori della massoneria e specialmente del sistema dei gradi alti del rito scozzese. Di questo rito ha scritto Horst Miers: "Tutta l'élite intellettuale dei massoni segue oggi i gradi di questo sistema".

In relazione ai gradi alti si può forse segnalare un dettaglio riferito da Stephen Knight che fa luce sul perché, nei colloqui, si è giunti a un radicale rifiuto di qualsiasi discussione su di essi. Tutto ciò si trova spiegato nel suo libro sensazionalistico (ma spesso bene informato) The Brotherhood, pubblicato a Londra nel 1984. In quest'opera l'autore ha reso noti i risultati di una lunga e interessante ricerca, non priva di notevoli difficoltà. Da questa vengono in luce le difficoltà che si presentano quando, già nel grado dell'Arco reale, al posto del "Grande Architetto dell'Universo", compare il nome Jah-Bul-On: Jah = Jahwé, Bul = Baal e on = Osiride. La Bibbia in non pochi passi presenta Baal come l'oppositore di Dio, il cui culto è per Dio un orrore (Cdc 3, 7; 1 Re 18, 26 - 19, 18; 2 Re 10, 18-28; Rm 11, 4) (32). Quando nel 1873 Albert Pike venne a conoscenza di questo "nome di Dio" scrisse, profondamente preoccupato e inorridito: "Nessuno mi può spingere a riconoscere come parola santa, come simbolo dell'infinita ed eterna verità, un termine che contiene il nome di un dio pagano, maledetto e detestabile, nome che, da più di duemila anni, è indicato come quello di un demonio" (33). Più tardi Pike modificò il suo giudizio, su questo come su altri punti.

Stephen Knight ha consultato non meno di 75 massoni di questo grado ed ha potuto constatare che, mentre tutti parlavano liberamente e senza titubanza della massoneria, alla parola "Jahbulon" 71 degli interrogati hanno perso la loro sicurezza e la loro calma (34).

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