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Ultimometro': ...........ma la regina al cinema non ci va..............

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2009 23:11
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Post: 5.367
Sesso: Femminile
13/01/2009 23:11

Da: <NOBR>Soprannome MSNultimometrò2000</NOBR>  (Messaggio originale)Inviato: 29/11/2006 17.09
In questi momenti, quando tutto è fretta, a volte il ritrovare per caso qualche riga messa giù su un ricordo ha il senso di un attimo di riposo, di serenità.
Avevo già trascritto questa esperienza in altre Com e oggi, quando l'ho ritrovata su un dischetto che volevo formattare, ho voluto dividerla anche con voi, sperando di farvi cosa gradita
...........ma la regina al cinema non ci va..............
Quella voglia di stare un poco da soli. Quella voglia che probabilmente, e senza un motivo apparente, prende un pò tutti in qualche occasione. Sono tornato dalle mie parti, dopo molto tempo, ospite a pranzo di quella sorella che dolcemente non mi perdona la rarità delle mie visite. Sulla via del ritorno ho riconosciuto la vecchia strada che porta al fiume e, senza rendermi conto, l'ho imboccata. Eravamo una bella squadra a quei tempi. Dividevamo le passioni normali della nostra adolescenza con il piacere, soprattutto d'estate, di rifugiarci al fiume dove passavamo tante ore in assoluta libertà in quello che consideravamo il nostro territorio. Ora la strada gira verso il greto e davanti a me vedo la piazzola dove una volta c'era un deposito dell'Anas. Tutti sapevano che da quella piazzola partiva un sentiero che, attraverso la fitta boscaglia, portava al posto di pesca del vecchio Giacomo, sui gabbioni della lanca. Nessuno ci andava mai oltre a lui perché prima di arrivarci, cosa proibita e pericolosa, occorreva attraversare la ferrovia. Arrivavamo presto d'estate, dall'altra parte della lanca, passando sul tracciato lasciato sul greto del fiume dagli autocarri che portavano la sabbia dalla cava a monte del  ponte. Era il periodo in cui, finito il tempo della frega, le tinche e le grosse carpe si potevano pescare. Quando la nebbiolina si alzava, con le prime luci del sole, vedevamo il Giacomo che era già al suo posto, irraggiungibile, a circa trenta metri da noi, su una piccola piattaforma tra i gabbioni di sassi. Ci salutava con un gesto della mano e noi facevamo altrettanto, senza parlare, come se ogni voce o rumore potesse rompere la magia di quelle albe. Guardavamo i cespugli di cannette in acqua per vedere se si aprivano al passaggio di qualche carpa e poi, facendo tesoro di quanto avevamo visto fare da Giacomo, lanciavamo piccole palline di polenta dolce dove ci pareva ci fosse movimento e, nello stesso punto, cercavamo di far cadere le nostre lenze. Il resto era un'attesa fatta di bisbigli, sperando di vedere quel galleggiante muoversi e poi sparire. Giacomo era bravissimo. Conosceva quello specchio d'acqua come le sue tasche. Dal suo posto poteva lanciare le sue esche dove nessuno poteva arrivare, ed era bravo a farlo perché metteva quelle palline di polenta, che celavano l'amo, a pochi centimetri dalle cannette senza sbagliare mai e in modo naturale. Ogni giorno se ne andava verso le 10 con le sue tinche e almeno tre o quattro carpe di buona taglia che poi vendeva. Lo guardavamo mentre risaliva faticosamente tra i gabbioni e noi sapevamo che forse era anche contento ma non soddisfatto del tutto perché anni prima aveva agganciato la regina e l'aveva persa, ed era a lei che dava ancora la caccia dopo tanto tempo. La regina quando saltava era spettacolare. Tutti i pescatori della zona avevano trascorso ore ed ore nel vano tentativo di catturarla ma solo Giacomo, una mattina di fine agosto, aveva sentito in canna tutta quella forza che gli aveva spezzato la lenza dopo una lunga battaglia. Secondo qualcuno superava i 10 kg, altri dicevano anche 15 o più ma certamente quel giorno in cui l'ho vista uscire con tutto il suo corpo dorato dall'acqua, restare quasi sospesa per un attimo e poi ricadere, facendo risuonare il tonfo per tutta la lanca, ero così sorpreso ed ammirato che ancora oggi non saprei che dire sul suo peso. Ricordo solo che era davvero splendida. So che il vecchio Giacomo è poi morto anni fa in modo sereno ma senza catturare la sua regina. Aveva pescato fino a pochi giorni prima. Mi chiedo cosa mi porti oggi, alla mia età, sul quel sentiero che nessuno percorre più da tempo, a farmi strada tra arbusti quasi impenetrabili e poi, non so nemmeno rischiando cosa, ad attraversare da incosciente la ferrovia per scendere piano piano nel passaggio tra i gabbioni fino al posto di Giacomo. Si, certamente da allora qui non c'è stato più nessuno. Sulla piccola piattaforma di cemento c'è del muschio rigoglioso che deve essere cresciuto per anni senza essere calpestato da moltissimo tempo. Certo, non avevo mai visto la lanca da quel luogo e mi rendo conto che quell'angolo di fiume, anche da quella prospettiva nuova per me, è davvero bellissimo. Vedo, di fronte, gli spazi tra le cannette da dove pescavo con gli amici e mi sorprendo a cercare, ancora come allora, sulla superficie dell'acqua quelle bollicine che spesso denunciano la presenza delle tinche o delle carpe. Mi chiedo se quel piccolo regno, per fortuna dimenticato e quindi ancora uguale al passato, ha sempre quella sua magnifica regina, ma come saperlo! Certamente sarebbe incredibile vederla saltare proprio ora ma credo che si tratti di un evento davvero improbabile. Risalgo arrampicandomi per tornare sul sentiero e poi all'auto perché si sta facendo tardi. Faccio qualche passo e mi fermo voltandomi per vedere quello specchio d'acqua ancora una volta e con una speranza che non vuole morire...….e forse è la speranza che oggi mi ha portato inconsapevolmente qui…..ma non lei salta. Certe cose avvengono solo nei film ........ma la regina al cinema non ci va.

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