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TUTTI I PAPI DEL PRIMO MEDIOEVO DA SABINIANO (604) A GREGORIO VI (1046)

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2009 22:31
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20/01/2009 20:47

    Greco di nascita, salì al pontificato nel 701. Riuscì a calmare una sedizione di soldati, in Roma, contro l'esarca di Ravenna Teofilatte, che vi giungeva dalla Sicilia e che sarebbe stato ucciso se il papa non l'avesse sottratto al furore degl'insorti. Poi, essendo Roma minacciata da Gisulfo, duca di Benevento, feudatario del re dei Longobardi, Giovanni VI seppe indurre quell'invasore a ritirarsi e a restituire i prigionieri, offrendogli in cambio ricchi doni tolti dai tesori delle chiese. Così consolidò nelle mani del successore la potestà papale sulla città salvata

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20/01/2009 20:48

    Ebbe fama di dotto e di eloquente. Invitato dall'imperatore Giustiniano ad esaminare gli atti del concilio trullano e a pronunciarsi su di essi, confermandone o rigettandone le conclusioni, rispose evasivamente, evitando che l'imperatore divenisse suo nemico.

    Durante il suo pontificato, Ariberto II, re dei Longobardi, donò alla Chiesa di Roma la sovranità sulla regione delle Alpi Cozie, da Torino a Ginevra e al confine francese. Questa sovranità fu soltanto nominale per Giovanni VII e i suoi successori immediati, ma più tardi i papi se ne valsero per giustificare certe rivendicazioni intese ad estendere sempre più il loro potere temporale

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20/01/2009 20:49

    Il papa Sisinnio fu consacrato dopo una sede vacante di tre mesi, e morì di morte improvvisa venti giorni dopo la sua elezione. Gli si attribuisce il progetto di completare e rialzare le mura di Roma, a difesa della sede pontificia, continuamente minacciata dall'esterno. Venne sepolto in S. Pietro.

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20/01/2009 20:50

    Eletto dopo la morte di Sisinnio, questo papa fu chiamato a Costantinopoli da Giustiniano, per trattare dell'unione della Chiese greca e latina. Egli confermò gli atti del concilio del 692 approvandoli in tutto ciò che non era contrario alla fede, alla disciplina, alla morale e ai diritti della cattedra di S. Pietro. La disciplina della Chiesa greca rimase infatti fondata sulle decisioni di quel concilio. L'imperatore cercò d'ingraziarsi papa Costantino, in modo ch'egli fosse dalla sua parte contro i re Longobardi che tendevano ad impadronirsi di Roma

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20/01/2009 20:51

    Si occupò specialmente delle conversioni in Germania, dove mandò S. Bonifacio. Ristabilì il monastero di Monte Cassino e fece restaurare molte chiese di Roma. Combattè, in Oriente, l'eresia degli Iconoclasti. L'imperatore Leone Isauro che li favoriva fu due volte scomunicato dal pontefice, e per vendicarsene cercò di farlo assassinare, e poi armò contro di lui l'esarca di Ravenna e il duca di Napoli. Questo papa fu pure minacciato dai Longobardi, e si narra che quanto Luitprando si presentò col suo esercito alle porte di Roma, Gregorio, andatogli incontro, lo persuadesse con la sua eloquenza a deporre le armi.

    Di Gregorio II rimasero quindici Lettere di grande importanza storica.

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20/01/2009 20:52

    Nativo della Siria, continuò a combattere gli Iconoclasti e gl'imperatori d'Oriente che li proteggevano. Condannò questi e quelli nel concilio del 723, e prese possesso dell'esarcato di Ravenna. Minacciato dai Longobardi come il suo predecessore, sollecitò il soccorso di Carlo Martello, al quale offrì di sottomettersi. Ma le trattative in questo senso rimasero senza risultato.

    Sotto Gregorio III continuarono i progressi del cattolicesimo in Germania, e si propagarono in Boemia e in Inghilterra. Questo papa morì nel 741, e gli successe S. Zaccaria

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20/01/2009 20:53

    Eletto alla morte di Gregorio III, riuscì a placare la collera di Luitprando, re dei Longobardi contro il quale si erano ribellati i duchi di Benevento e di Spoleto, e ottenne da lui, a titolo di donazioni al patrimonio di S. Pietro, le città di Narni, Osimo e Ancona. Nel 743 fece ratificare queste concessioni dal successore di quel re, inducendolo cone le sue predicazioni ad abdicare alla corona e a farsi monaco. Poco dopo, autorizzò Pipino, duca di Francia, figlio di Carlo Martello, ad assumere il titolo di re di Francia, e svincolò i Francesi dal loro giuramento di fedeltà a re Childerico III, che fu detronizzato e chiuso in un monastero. Attese a riformare la disciplina e a diffondere la fede in Inghilterra, e molto si occupò dell'evangelizzazione della Germania. Iniziò la famosa biblioteca Vaticana. Si recò a Soissons per consacrarvi Pipino e la moglie di lui, Bertrade. Tradusse in greco i Dialoghi di papa Gregorio I, il Grande.

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20/01/2009 20:55

    Si hanno sotto questo nome due papi.

    Alla morte di S. Zaccaria, Stefano, prete romano, fu eletto papa e potè prendere immediatamente possesso della cattedra di S. Pietro, poichè non si attendeva il consenso di alcun sovrano. Ma tre giorni dopo l'elezione, morì improvvisamente.

    Venne subito eletto, con lo stesso nome, l'arcidiacono di Roma. Minacciato da Astolfo, re dei Longobardi, questo papa si rifugiò nella Gallia, dove incoronò Pipino il Breve re dei Franchi, al quale conferì il titolo di difensore della Chiesa, Pipino, vittorioso su Astolfo, fece dono alla Chiesa romana delle proprie conquiste.

    Questo secondo Stefano morì dopo 5 anni di pontificato

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20/01/2009 20:56

    Paolo, della famiglia degli Orsini, venne creato cardinale da papa Zaccaria o dal fratello Stefano II, al quale successe nel 757. Continuò la politica dei predecessori, adoperandosi a rendere il pontificato indipendente dall'autorità dell'imperatore bizantino, con l'appoggiarsi invece ai re Franchi. Per mezzo di questi, i papi poterono poi cacciare dall'Italia i dominatori Longobardi.

    Paolo I fu di sentimenti mitissimi, e molto fu amato per le sue opere benefiche. Edificò parecchie chiese, fra le quali merita speciale menzione quella di S. Silvestro in Capite. Primo dei papi, fu sepolto nella basilica Ostiense; ma poi la sua salma venne trasferita in Vaticano.

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20/01/2009 20:59

Per la biografia di questo Papa  ho ritenuto opportuno segnalare tre fonti biografiche, in quanto possiamo notare alcune incongruenze nelle date e nei fatti. Buona lettura! ML


    (*) Il regno di questo papa fu travagliato dalle lotte dei nobili romani contro i partigiani dei Longobardi. Questi contrapposero a Stefano III l'antipapa Costantino, che non fu il solo. La storia ecclesiastica registra infatti in quella stessa epoca altri antipapi: Filippo e Cristoforo. Ma Stefano III finì con l'imporsi, allontanando da Roma quei suoi competitori. Cercò poi d'impedire il matrimonio di Carlomagno con Grisela, figlia di Desiderio, re dei Longobardi, ma non vi riuscì.

    (**) Al più che breve pontificato di Stefano II seguiva quello di Stefano III.

    Questi apparteneva ad aristocratica famiglia romana della regione di Via Lata, ed era figlio di Costantino. Educato nel palazzo del Laterano, veniva da semplice diacono eletto Papa all’unanimità nella Basilica Liberiana, nell’aprile del 752.

    Ebbe subito ad impegnare resistenza contro i Longobardi i quali, dopo di aver conquistato nel 751 l’Esarcato di Ravenna, non nascondevano il loro proposito di dominare tutta la Penisola italica, e di impossessarsi del ducato di Roma.

    Vista vana ogni sua preghiera rivolta ad Astolfo re dei Longobardi perchè cessasse di minacciare Roma, e riuscite vane pure le richieste di soccorso presentate all’imperatore Costantino V, Stefano si rivolse a Pipino re di Francia e per meglio sollecitarne l’aiuto risolse di recarsi in persona presso questo sovrano. Valicate le Alpi, il Papa veniva ricevuto dal figlio primogenito di Pipino, Carlo, appena dodicenne (il futuro Carlo Magno), che lo accompagnava a Pothion nella Champagne.

    Ma ad una lega da questa città ecco Pipino con la moglie e gli altri figli prostrati ai piedi del Pontefice, ed il sovrano mettersi al lato del cavallo del Papa e servirgli da scudiere (primo esempio questo dell’officium stratoris) e tutti accompagnarlo a Ponthion. Era il giorno dell’Epifania del 753.

    Il sovrano franco faceva quindi solenne promessa a Stefano di eseguire i suoi desideri, e fargli restituire l’Esarcato di Ravenna ed il Pontefice si trasportava con tutto il suo seguito nel monastero di S. Denis presso Parigi, dove passò l’inverno, ma dove si ammalò gravemente, tanto che si disperava di salvarlo. Rimessosi quasi miracolosamente in salute, Stefano incoronava Pipino, la di lui moglie Bertrada ed i due figli Carlo e Carlomanno, re dei Franchi, dichiarandoli, con i loro successori, Patrizi Romani e protettori e difensori della Sede Apostolica.

    Prima di partire da S. Denis, Stefano accordava molti privilegi a quel monastero e vi lasciava in dono il suo pallio che vi è ancora conservato.

    Ritornava poi a Roma, dove veniva ricevuto quale un salvatore, perchè nel 754 Pipino era sceso in Italia alla testa di un poderoso esercito e assediato Astolfo in Pavia lo avea costretto ad intavolare trattative di pace e gli avea imposto di restituire al Pontefice l’Esarcato, la Pentapoli e la città di Narni. Ma ben presto il re Longobardo veniva meno alle promesse fatte ed alla testa di un esercito si diresse verso Roma che assediò per ben tre mesi.

    Il Papa allora si rivolse di nuovo per aiuto a Pipino, il quale veniva per la seconda volta in Italia, mentre Astolfo, appena ebbe di ciò sentore, si affrettava a levare l’assedio a Roma e si dirigeva verso Pavia. Però prima di giungervi veniva attaccato dai Franchi e costretto ad accettarne le condizioni, ben più dure e ben più gravi delle prime, giacchè Pipino non volle far ritorno in Francia, se non fossero consegnate al Papa le città di Ravenna, Rimini, Pesaro, Fano, Cesena, Sinigaglia, Jesi, Forlimpopoli, Forlì, Bobbio, Montefeltro, Acceragio, Monte Lucaro, Serra, Castello S. Mariavo, Urbino, Cagli, Luccolo, Gubbio, Comacchio e Narni.

    Le chiavi di queste città venivano, per ordine del sovrano franco, deposte sull’altare di S. Pietro in Roma, unitamente all’atto di donazione, dallo speciale suo incaricato l’abate Fubrado. Questo atto, di non comune importanza, testimoniava la restituzione di quelle contrade fatta da Pipino alla Sede Apostolica.

    Morto Astolfo nel 756, Stefano aiutò il longobardo Desiderio, duca di Toscana, a salire sul trono del sovrano defunto, e sperava che egli gli consegnasse le altre città che Astolfo, malgrado le promesse, non avevagli restituite: civitates quae remanserant, ma Desiderio, una volta re, non concesse al Papa che Faenza ed il ducato di Ferrara. Stefano, sempre vigilante per l’inviolabilità della fede, condannò il Conciliabolo composto di 338 vescovi orientali che l’imperatore Costantino Copronimo aveva riunito in Costantinopoli e che’ anatemizzava i veneratori delle sacre immagini.

    Questo grande Papa, che il Villari dice uomo di molto valore politico, era anche benefico e generoso, e dimostrò il suo grande amore per i poveri e gli infelici costruendo degli ospedali presso la Basilica Vaticana, dove edificava pure un convento, che probabilmente fu quello detto di S.Tecla o di Gerusalemme. Presso l’atrio di S.Pietro edificò un campanile, coprendolo d’oro e d’argento, campanile il cui massimo vanto fu d’essere il primo che sorgesse in Roma, e sempre presso la Basilica Vaticana erigeva una cappella, dedicandola a S. Petronilla, dove il fratello ed immediato successore Paolo I, esaudendo il desiderio da lui manifestato, vi trasportava dalle catacombe devastate dai Longobardi il corpo di detta Santa. Moriva nel palazzo Laterano nell’aprile del 757, dopo aver governato la Chiesa 5 anni e 29 giorni e veniva sepolto in S. Pietro. Avea imposto le mani a 20 vescovi, 12 preti e 2 diaconi.

    (***) Dopo la morte di Paolo I il duca Totone di Nepi si impossessò del Laterano e fece eleggere papa il proprio fratello COSTANTINO, che non apparteneva nemmeno al clero. In tutta fretta gli fece somministrare le consacrazioni del caso. Nonostante queste irregolarità Costantino II riuscì a governare per ben tredici mesi. Quando i Longobardi conquistarono la Città Eterna, Costantino si diede per vinto. I nuovi dominatori nel 768 fecero acclamare papa il monaco romano FILIPPO; questi però venne ben presto costretto a ritornarsene in convento. Finalmente ci si accordò sulla scelta del prete romano Stefano III. La fazione vincitrice, non senza responsabilità del nuovo papa, fece deporre Costantino II, già relegato nel monastero di San Saba, e quindi lo fece accecare e mutilare. Ormai si profilavano nettamente le prime conseguenze negative del legame fra papato e Stato della Chiesa. Stefano III nel 769 indisse un sinodo, che confermò la condanna di Costantino dichiarando non valido il suo pontificato. Per ovviare al ripetersi di simili situazioni incresciose il sinodo definì la disciplina dell’elezione papale: il diritto di voto attivo e passivo venne limitato al clero romano. Ai laici fu concesso soltanto il diritto di consenso prima dell’intronizzazione dell’eletto. Stefano poi si trovò coinvolto nei vortici dell’alta politica; ma non si dimostrò all’altezza. Nel regno dei Franchi, morto Pipino il Breve, il governo era passato nelle mani di Carlo e Carlomanno, i quali però andavano sempre più allontanandosi l’uno dall’altro. Carlo si accostò a Desiderio e ne sposò pure la figlia. Il papa, preoccupato di questa alleanza, si avvicinò a sua volta a Carlomanno. Più tardi comunque intavolò delle relazioni anche con i Longobardi. Questo pontefice, privo di scrupoli e iniziato a tutti gli intrighi della politica, fu una vera catastrofe per la chiesa.


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20/01/2009 21:01

    Adriano, diacono, figlio di Teodulo, duca di Roma e console imperiale, fu eletto nel 771, e successe a Stefano III, con l'appoggio del partito franco. Continuò con Carlomagno la politica d'alleanza ch'era già stata praticata prima di lui.            

    Provocò la distruzione del regno dei Longobardi da parte dei Franchi, nominò Carlomagno patrizio di Roma, e l'indusse ad aggiungere la Penatapoli alla donazione, anteriormente fatta alla Santa Sede, dell'esarcata di Ravenna. Morì il 24 dicembre 795.  


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20/01/2009 21:02

    Primo atto di questo pontefice dopo la sua elezione fu l'invio delle chiavi di S. Pietro e dello stendardo di Roma a Carlomagno, che dal canto suo gl'inviò il missus dominicus Angiberto, con ricchi doni. Pochi anni dopo i nipoti di Adriano I, Pasquale e Campulo, ordinarono contro Leone III una congiura, per la quale egli fu costretto a ritirarsi nel monastero di S. Erasmo e poi a fuggire a Spoleto, indi a Paderborn (Sassonia) presso Carlomagno. L'imperatore lo fece ricondurre con una scorta a Roma, dove egli stesso discese nel 799, il 25 dicembre dell'800, in San Pietro, Leone incoronò e consacrò Carlomagno e suo figlio Pipino.

    Nell'809, dal sinodo adunato dall'imperatore in Aquisgrana per la questione della processione dello Spirito Santo fece introdurre la formula: qui ex Patre Filioque procedit.

Morto Carlomagno, fu ordita una nuova congiura (815) contro Leone III, che la represse con l'aiuto di Luigi il Buone, punendone severamente gli autori.

    Si hanno di questo papa numerose epistole, fra le quali è notevole quella ad Carolum Magnum

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20/01/2009 21:03

    Nobile e diacono romano, Stefano IV fu eletto immediatamente dopo la morte di Leone III, e non attese la conferma imperiale. Fece prestare giuramento di fedeltà, dal clero e dal popolo di Roma, a Luigi I il Pio, al quale mandò una corona imperiale d'oro. Poco tempo dopo, si recò egli stesso a Reims per consacrare Luigi imperatore e re. Questo viaggio non gli fu inutile, poichè la storia racconta ch'egli ottenne dall'imperatore tutto ciò che volle per la Chiesa di Roma, e specialmente la conferma delle donazioni di Carlomagno e la promessa di difesa dei domini pontifici contro eventuali rivendicazioni da parte dell'imperatore di Costantinopoli.

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20/01/2009 21:04

    Nacque a Roma, fu prelato veneratissimo per grandi virtù, e venne eletto papa, benchè riluttante, il 25 gennaio 817. Fece ricostruire la chiesa di Santa Cecilia, incoronò in Roma (823) l'imperatore Lotario I, cercò di metter pace tra le fazioni che insanguinavano la Capitale. Scomunicò Leone V imperatore d'Oriente e gl'iconoclasti, confermò i privilegi della Chiesa di Ravenna e fece predicare il vangelo del Nord, da Ebone, arcivescovo di Reims, e da Altigario, che fu poi arcivescovo di Cambrai.

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20/01/2009 21:06

    Eugenio, arciprete di S. Sabina di Roma, fu eletto papa il 5 giugno 825, e la sua elezione venne turbata dall'antipapa Zizimo, che era sostenuto dai patrizi. Lodovico il Pio mandò a Roma Lotario con l'incarico di far cessare lo scisma, e Zizimo fu costretto a ritirarsi. Per prevenire altri scandali dello stesso genere, Eugenio II decretò che alla sua consacrazione del papa dovessero assistere i legati imperiali, e costrinsero il clero romano a giurar fedeltà a Lodovico e a Lotario, con promessa di osservare il decreto. Restituì ai loro proprietari molte terre ingiustamente confiscate dalla Chiesa, e morì nellìagosto del 827.

    Alcuni storici attribuiscono a lui l'istituzione della «prova dell'acqua fredda», la quale consisteva nel gettare gli accusati nell'acqua benedetta ed esorcizzata. Se andavano a fondo, erano ritenuti innocenti, colpevoli invece se galleggiavano. Tale mezzo di giudizio fu stigmatizzato e abolito dal concilio di Laterano indetto da papa Innocenzo III

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20/01/2009 21:07

    Il pontificato dell'immediato successore di Eugenio II durò soltanto un mese e dieci giorni. Il papa eletto Valentino, romano, della famiglia dei Leonzi, arcidiacono di Roma, era stato molto ben visto dal suo predecessore perchè uomo virtuoso, giusto e moderato. Venne sepolto in S.Pietro.

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20/01/2009 21:09

    Figlio di un patrizio di Roma, ebbe un pontificato relativamente tranquillo. Fece fortificare Ostia, per difendere l'imboccatura del Tevere contro i Saraceni e istituì la festa d'Ognissanti. Sostenne Lotario e Luigi il Germanico nella contesa ch'essi ebbero contro il padre loro Luigi il Pio, accompagnò in Francia il primo, messosi alla testa di un esercito per impadronirsi del trono paterno. Ebbe lunghi dissidi coi vescovi francesi, sostenitori di Luigi il Pio, ed elevò al massimo grado la dignità papale. Nei negoziati ch'ebbero luogo tra i figli inconciliabili dell'imperatore detronizzato, Gregorio IV si mostrò tanto infido che dovette ritornarsene a Roma oltraggiato dagli stessi principi fra i quali si era interposto, e che il luogo nel quale furono tenute le conferenze, fra Basilea e Strasburgo, rimase nella storia col nome di Campo della Menzogna.

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20/01/2009 21:10

    Nato a Roma, fu educato per cura di papa Leone III e ordinato prete da Pasquale I. Alla morte di Gregorio IV, fu chiamato a succedergli (10 febbraio 844), benchè un diacono, chiamato Giovanni, si fosse impadronito, alla testa di alcuni rivoltosi, del palazzo di Laterano. L'imperatore Lotario ordinò a suo figlio Luigi II, re d'Italia, di esaminare l'elezione di Sergio, e Luigi, dopo averne riconosciuta la regolarità, stabilì col clero e col popolo che nell'avvenire i papi non avrebbero potuto essere incoronati senza il consenso dell'imperatore.

    Nulla avvenne di notevole durante questo pontificato.

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20/01/2009 21:11

    Era stato nominato cardinale da Sergio II. Appena eletto papa, provvide a difendere Roma minacciata dai Saraceni, cingendola di robuste mura. Seguì il disegno di Leone III di costruire una città presso la chiesa di S. Pietro, e quella città, o sobborgo di Roma, prese il nome di Leonina. Nell'849 i Saraceni comparvero alla foce del Tevere, ma le opere di difesa ivi costruite e l'aiuto dei cittadini di Amalfi, Napoli e Gaeta, uniti ai romani, valsero a tenerli lontani. Tornati più tardi i Saraceni ad infestare le coste, Leone raccolse gli abitanti dell'antica Centumcellae in una nuova città della quale iniziò la costruzione e a cui diede il nome di Liopoli. Ma essi ritornarono poi alla loro antica sede, che da allora si chiamò Civitavecchia.

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20/01/2009 21:12

    Fu eletto nell'855, ma prima di essere consacrato vide eleggere da un numeroso partito il prete Anastasio, deposto da papa Leone IV nell'853. Questo scisma durò pochi mesi soltanto, quantunque l'imperatore Lotario proteggesse Anastasio.        

    La maggioranza del popolo e del clero sostenne l'elezione di Benedetto, molto amato per le sue virtù e la consacrazione di lui non tardò ad essere un fatto compiuto.

    I meriti non comuni di questo pontefice diedero alla Santa Sede tale prestigio, che Roma vide allora il pellegrinaggio del re anglo Etelulfo, l'ambasciata dell'imperatore d'Oriente Michele III, gl'inviati degli Abati della Gallia, ecc

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