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TUTTI I PAPI : PAPATO ALL'EPOCA DELL'ASSOLUTISMO E DELL'ILLUMINISMO

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 06:02
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21/01/2009 05:27

Messaggio originale)Inviato: 13/10/2005 19.22

    Dopo la Pace di Vestfalia (1648) al papato non rimase altra scelta che adattarsi alla situazione creata dalle grandi potenze politiche. I papi poterono da un lato dimostrare la loro vitalità nella dfesa dal pericolo turco, ma dall’altro dovettero accontentarsi di redigere lettere di protesta. Spesso l’elezione papale fu condizionata dalle influenti potenze politiche. Tale condizionamento venne in parte legalizzato assumendo un aspetto concreto nel diritto di «veto», per cui i sovrani dei paesi cattolici, quali la Spagna, la Francia e l’Austria potevano opporsi alla candidatura di un papa sgradito. Già nel 1605 la Spagna aveva per la prima volta imposto il proprio veto contro un papabilis inviso. Nel collegio cardinalizio in quest’epoca si affermarono soprattutto tre partiti, le cui diatribe molto spesso ritardarono considerevolmente l’elezione papale. Mentre gli «zelanti» sostenevano gli interessi della curia e i cardinali della corona quelli dei loro sovrani, il partito indipendente dello «squàdrone volante» riusciva talvolta a determinare l’esito delle elezioni. In caso di parità fra le varie fazioni non fu raro il caso del ricorso a un candidato di compromesso, anziano e malato. Le potenze politiche in questo periodo ebbero un grande influsso anche sulla nomina dei cardinali e i cosiddetti «cardinali della corona» crearono non poche difficoltà ai papi. Il nepotismo continuò ad essere la malattia del papato, ma rispetto all’epoca rinascimentale si man- tenne entro certi limiti. Nelle dispute dottrinali sul giansenismo e sul gallicanesimo spesso si sprecarono delle preziose energie e i papi persero in parte l’aggancio ai nuovi orientamenti dello spirito e alle moderne correnti culturali. Durante l’Illuminismo agli ideali di tolle- ranza e umanità il papato contrappose un rifiuto generalmente sterile. La conseguenza fu che soprattutto le classi colte considerarono la chiesa come una istituzione «fuori moda» e le voltarono le spalle. Il popolino invece fu risparmiato da queste tendenze innovatrici e proprio fra le masse popolari la chiesa esercitò un’enorme influenza. Durante il XVIII secolo le potenze cattoliche dovettero cedere la loro supremazia agli stati protestanti quali l'Inghilterra e la Prussia. Di fronte alla generale evoluzione dello stato moderno, quello della chiesa non fu in grado di tenere il passo e divenne sempre più di ostacolo alla libertà d’azione dei pontefici. Con la soppressione dei gesuiti il papato manifestò tutta la propria impotenza di fronte all’assolutismo delle grandi monarchie europee. Va considerata come un’ulteriore debolezza del papato l’incapacità di proporre o concedere delle riforme, attese da lungo tempo. Si attenne invece alle norme di un diritto antiquato conservando immunità, privilegi e forme liturgiche sorpassate; respinse ogni proposta di rinnovamento come un attacco ai diritti della chiesa. Mantenne imperterrito delle posizioni che furono poi scalzate violentemente dalla Rivoluzione Francese. I papi di quest’epoca però furono delle persone dignitose e degne, in parte anche eccellenti. Per l’arte e il decoro di Roma anch’essi dimostrarono un fattivo interesse.

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21/01/2009 05:29

    (*) Nato a Siena nel 1599, eletto papa nel 1655, morto nel 1667. Ebbe fama di dotto virtuoso; fu soltanto accusato di nepotismo eccessivo. Condannò nuovamente, ispirato dai gesuiti, le «cinque proposizioni» di Giansenio vescovo di Ypres, e prescrisse il formulario del 1665, famoso nella storia ecclesiastica. Durante il suo pontificato il duca di Créqui, ambasciatore di Francia a Roma, vene insultato dalla Guardia papale côrsa, e Luigi XIV pretese riparazioni umilianti. Il pontefice le rifiutò, e il re francese preparò un esercito per vendicare l'ingiuria. Allora Alessandro mandò a Parigi un legato per chieder vènia. Amico della arti, egli fece costruire il colonnato di Piazza San Pietro.

    (**) Morì il 22 maggio 1677 in età di anni 68, avendo governato la Chiesa 12 anni, 1 mese e 15 giorni. Fu sepolto in S. Pietro dove dal Bernini gli venne eretto un monumento con la seguente iscrizione:

alexander VII

chisius

pont. max


    Nativo di Pistoia, di famiglia nobilissima, cardinale del titolo di S. Sisto, venne eletto papa a 67 anni il 20 giugno 1667. Fu un pontefice mite, e cercò di metter pace fra molinisti e giansenisti. Non vi riuscì completamente, ma ottenne qualche buon risultato confermando la bolla di condanna della dottrina di Giansenio. Aiutò i Veneziani nella guerra di Candia e cooperò alla conclusione del trattato di Aquisgrana. Morì nel 1669, dicesi di dolore per la notizia della presa di Candia da parte dei Turchi.

    Sepolto a Roma, Santa Maria Maggiore.


 

[Modificato da Anam_cara 21/01/2009 06:02]
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21/01/2009 05:31

    Eletto pontefice a ottant'anni, lasciò il governo nelle mani del cardinale Paluzzi. Durante il suo pontificato non avvenne nulla di notevole.

    Sepolto a Roma, San Pietro.

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21/01/2009 05:32

    Nato a Como, Benedetto Odescalchi fu successivamente soldato, protonotaro apostolico e cardinale. Venne eletto a succedere a Clemente X nel 1676. Fu un riformatore severo, e dopo aver proibita l'usura ne' suoi Stati impose ai vescovi regole austere, e promulgò leggi contro il lusso eccessivo delle dame romane. Il suo regno fu turbato da dissidi con Luigi XIV, che aveva fatto pubblicare dall'assemblea dei vescovi francesi (1682) la famosa Dichiarazione del Clero di Francia, e ordinato al suo ambasciatore a Roma, marchese di Labardin, di difendere anche a mano armata le franchigie dell'ambasciata, che avevano finito per estendere il diritto d'asilo a tutto un rione della città. Il papa annullò la Dichiarazione del clero francese, scomunicò Lambardin e rifiutò le bolle ai vescovi nominati dal re. Luigi XIV s'impossessò allora della regione di Avignone, ma Innocenzo restò inflessibile. Egli inoltre condannò, nel 1687, le dottrine di Molinos, primo autore del quietismo. Morì nel 1689, lasciando di sé una fama che è tuttora molto discussa.

    Sepolto a Roma, San Pietro.

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21/01/2009 05:34

    Nato a Venezia nel 1610, cardinale vescovo di Frascati, fu eletto, quasi ottantenne, il 6 ottobre 1689. Unico atto notevole del suo breve pontificato fu la pubblicazione della bolla Inter multiplices, contro i «quattro articoli» del clero di Francia (1682) relativi alla libertà della Chiesa gallicana. Morì nel 1691.

    Sepolto a Roma, San Pietro.

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21/01/2009 05:36

    Dopo un conclave durato oltre cinque mesi, venne eletto papa il cardinale arcivescovo di Napoli, Antonio Pignatelli, di quella città, che assunse il nome d'Innocenzo XII. Egli provvide a riordinare le finanze, fu austero, generoso, avverso al «nepotismo»; continuò e condusse a termine le trattative iniziate dal suo predecessore per la riappacificazione con la Corte di Francia. Patrocinò le missioni in Cina e nel Giappone e il riscatto degli schiavi.

    Sepolto a Roma, San Pietro.


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21/01/2009 05:37

    Il pontificato di Clemente XI, durato più di vent'anni, non presenta avvenimenti notevoli. Questo papa pubblicò tre bolle contro le famose cinque proposizioni di Giansenio, che continuava a tener sconvolta la Chiesa di Francia, sostenne il partito francese in Spagna, durante il regno di Filippo V, e difese invano la giurisdizione ecclesiastica contro Vittorio Amedeo II. Fece erigere in S. Pietro un monumento a Cristina di Svezia.

    Sepolto a Roma, San Pietro.

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21/01/2009 05:38

    Fu eletto con l'unanimità dei suffragi. Fervendo allora le dispute intorno alla costituzione Unigenitus, dichiarò scismatica la lettera direttagli da sette vescovi francesi; sostenne con molta energia le ragioni della Santa Sede per il dominio su Parma e Piacenza, contro la Spagna. Difese la causa del cardinale Alberoni, e forse unica macchia del suo breve pontificato fu l'elezione a cardinale del famigerato Dubois, ministro del duca d'Orléans.

    Sepolto a Roma, San Pietro.

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21/01/2009 05:39

    Nato a Gravina, domenicano, cardinale arcivescovo di Benevento, fu eletto papa a settantacinque anni. Rimase monaco anche sul trono, dando al clero l'esempio di una vita puramente ascetica. Cercò di pacificare i partiti dei molinisti e dei giansenisti; nel 1725 convocò un concilio in San Giovanni in Laterano. Ma troppo vecchio per governare realmente, lasciò libertà d'azione al cardinale Coscia, la cui condotta verso il clero e i cattolici tutti fu aspramente stigmatizzata.

    Sepolto a Roma, Santa Maria sopra Minerva.

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21/01/2009 05:49

Clemente XII (1730 - 1740)

 
(Lorenzo Corsini)

Fiorentino, fece imprigionare il cardinale Coscia, persona di fiducia del suo predecessore.


Durante il suo
pontificato cominciò a diffondersi in Italia la Massoneria, che condannò una bolla, scomunicandone gli affiliati. Si adoperò personalmente per promuovere un avvicinamento dei protestanti alla Chiesa Cattolica.



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21/01/2009 05:50

    Nacque a Bologna nel 1675. Cardinale arcivescovo della sua città, famoso per bonarietà ed arguzia, venne eletto pontefice il 17 agosto 1740. Si poté dire di lui che fu il vero papa del secolo XVIII, mite, tollerante, nemico delle superstizioni, colto e spesso ameno nei modi e nel conversare. Nella sua condotta verso i sovrani, manifestò sempre molto tatto, molta prudenza e una profonda conoscenza della storia. Cercò di rimanere in pace con tutti e fu benevolo verso i giansenisti; non altrettanto verso i Franchi Muratori, che scomunicò. Tenne corrispondenza con Caterina di Russia, con Federico II, con Voltaire, si fece amare perfino dai protestanti, specie da quelli d'Inghilterra. Scrisse molti libri densi di dottrina e di buon senso su questioni ecclesiastiche, e governò i suoi Stati con saggezza immutata fino alla sua morte (3 maggio 1758). Fu universalmente rimpianto.

    Sepolto a Roma, San Pietro.


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21/01/2009 05:52

    Veneziano, cardinale vescovo di Padova, venne eletto a succedere a Benedetto XIV il 6 luglio 1758. Confermò la costituzione Unigenitus e protesse i gesuiti contro i re di Spagna, di Portogallo e di Francia, assicurandone i privilegi con la bolla Apostolicum (1765). Nel 1759 condannò le opere di Elvezio: nel 1762 fece proscrivere l'Emilio di Rousseau. Avendo il duca di Parma pubblicato un editto per limitare la giurisdizione ecclesiastica ne' suoi Stati, Clemente XIII lanciò contro di lui un monitorio(1768), e avendone negata a Luigi XV (al quale il duca si era rivolto) la completa  ritrattazione, quel re gli tolse Avignone, mentre in Spagna venivano soppressi i gesuiti. Osteggiato così da tutti i Borboni, convocò un concistoro per metter fine ai dissidi, ma la morte lo colse nel 1769.

    Sepolto a Roma, San Pietro.


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21/01/2009 05:54

    Nacque nel 1705 a Sant'Arcangelo in Vado. Entrato nell'ordine dei Conventuali di S. Francesco, si distinse come oratore sacro. Cardinale nel 1759, fu eletto pontefice dieci anni dopo. Riuscì a far cessare il dissidio coi Borboni suscitato dal suo predecessore e a riavere i possedimenti ch'erano stati tolti alla Chiesa. Di tempra mitissima, si lasciò indurre dal volere dei principi a sopprimere (1773) la Compagnia di Gesù, ma se ne dolse assai e non pronunciò contro la Compagnia stessa alcuna condanna. Morì poco dopo, in circostanze tali da far supporre che la sua morte non fosse naturale.

    Clemente XIV fondò a Roma il Museo Clementiano, fece iniziare il prosciugamento delle Palude Pontine, proibì l'evirazione per procurare cantanti alla cappella Sistina, e compì altri atti lodevoli.

    Sepolto a Roma, SS. Apostoli.

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21/01/2009 05:55

    Nato a Cesena nel 1717, morto in Francia, a Valence, il 29 agosto 1799. Clemente XIV lo fece cardinale nel 1773. Fu eletto papa due anni dopo. All'inizio del suo pontificato, realizzò riforme, incoraggiò l'agricoltura, continuò a far prosciugare le paludi Pontine e organizzò il Museo Vaticano. Nel campo politico ebbe contrasti con l'imperatore d'Austria Giuseppe II, col granduca Leopoldo di Toscana e col re di Napoli, o meglio col ministero di questo, Tanucci, che lungamente lo provocò attraverso negoziati i quali poi finirono con un accordo.

    Scoppiata la rivoluzione francese, il nunzio fu scacciato, Avignone fu occupata e tutti i beni ecclesiastici in Francia furono dichiarati beni nazionali. Pio VI tentò d'infrenare la corrente innovatrice, ma venne da essa travolto. Cercò di conservare rapporti con la Francia, che mantenne a Roma un incaricato d'affari. Ma questo, Ugo Basville fu assassinato durante un tumulto popolare, e allora il Direttorio fece invadere il territorio pontificio. Bonaparte s'impadronì di Bologna e costrinse il papa ad accettare il trattato per lui disastroso, di Tolentino (1797). Un altro assassinio nelle vie di Roma, quello del generale Duphot, rappresentante del governo francese, provocò la caduta del potere temporale e la proclamazione della repubblica nella città dei papi. Arrestato dal generale Berthier (1798), Pio VI fu condotto successivamente a Siena, a Firenze, a Torino, poi tradotto in Francia (aprile 1799), dove morì alcuni mesi dopo.

    Il Primo Console fece rendere onori solenni alla salma del pontefice, e premise, dopo due anni, ch'essa venisse trasferita a Roma.

    Sepolto a Roma, S.Pietro.

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